C’è il ‘textile hub’ di Prato ma anche i progetti innovativi di alcune delle principali cartiere italiane tra le proposte ammesse nelle graduatorie pubblicate dal Ministero della Transizione Ecologica per l’accesso ai fondi destinati alle filiere faro dell’economia circolare
Centotre progetti per spingere l’economia circolare in due comparti chiave della manifattura italiana, cartario e tessile. Sono quelli elencati nelle nuove graduatorie provvisorie pubblicate dal Ministero della Transizione Ecologica per l’accesso ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nello specifico, in ballo ci sono due delle quattro tranche da 150 milioni di euro che il PNRR destina alle imprese delle cosiddette ‘filiere flagship’ di economia circolare. Due settimane fa era stata pubblicato l’elenco provvisorio dei progetti per il riciclo della plastica, mentre resta da conoscere la graduatoria delle proposte per il recupero dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, la cui pubblicazione, attesa per oggi, è stata rinviata al 28 ottobre a causa della complessità tecnica dei progetti da valutare. Sul fronte dell’altra linea di investimento, quella da 1,5 miliardi di euro dedicata a comuni e gestori del servizio pubblico, sono già state pubblicate le graduatorie per gli impianti di riciclo dei rifiuti urbani, mentre è attesa per il prossimo 20 ottobre quella degli impianti innovativi per fanghi, tessile e prodotti assorbenti e per il 20 novembre quella dei progetti per migliorare e meccanizzare la raccolta differenziata.
Sono 79 i progetti ammessi in graduatoria tra quelli presentati per migliorare le performance di circolarità nel settore cartario, secondo in Europa dopo la Germania per quantità di materia riciclata utilizzata nelle nuove produzioni. Un fiore all’occhiello dell’economia circolare, forte di una secolare vocazione al riciclo, che il PNRR punta ora a spingere nella direzione dell’innovazione tecnologica e dell’efficienza di processo. Dei progetti selezionati 34 vengono dal Sud (il 43%), 19 dal Centro (24%) e 26 dal Nord (33%), in linea con i criteri di riparto fissati dal PNRR (60% delle risorse al Centro-Sud). Tra i nomi dei proponenti legati ai progetti in graduatoria anche quelli di alcuni dei principali player nazionali di settore, da Lucart a Sama, passando per la salernitana Cartesar, colossi industriali che negli ultimi mesi hanno dovuto fare i conti con costi dell’energia alle stelle e bollette fuori controllo. Il settore, del resto, figura nella lista degli energivori e non è escluso che tra i progetti presentati per l’accesso ai fondi del PNRR molti vadano proprio nella direzione dell’efficientamento energetico dei processi.
Sono invece 25 (di cui uno sospeso) i progetti selezionati per l’accesso ai finanziamenti destinati al settore tessile, altra punta di diamante del ‘made in Italy’ con la circolarità nel sangue. L’obiettivo è sfruttare i fondi del PNRR per spingere nella direzione dell’innovazione un riciclo che, soprattutto nei distretti del Centro-Nord, vanta già esempi secolari, come nel caso della tradizione del recupero degli scarti di lana nel polo tessile di Prato. Al secondo posto in graduatoria c’è proprio il progetto presentato dalla utility Alia per la realizzazione di un ‘textile hub’ al servizio del distretto pratese, con tecnologie innovative per il recupero di circa 34mila tonnellate annue di scarti tessili. Non stupisce insomma che per questa linea d’investimento il numero principale di domande provenga proprio dall’area centro-settentrionale: 13 dal Nord (52%), 5 dal Sud (20%) e 7 (di cui uno sospeso) dal Centro (28%). Un disallineamento rispetto ai criteri di riparto al quale la commissione di valutazione potrà ovviare facendo in modo da destinare complessivamente ai progetti del Centro-Sud, meno della metà di quelli ammessi in graduatoria, il 60% delle risorse disponibili.