Imballaggi, dal Parlamento dubbi sul nuovo regolamento Ue

di Redazione Ricicla.tv 30/03/2023

Nel corso dell’audizione alla Camera del commissario all’Ambiente Virginius Sinkevicius l’intero arco parlamentare (M5S escluso) ha sollevato dubbi sulla proposta di regolamento Ue sugli imballaggi. La replica: “Il sistema italiano non sarà inficiato dalla nuova normativa”


Dopo la bocciatura del governo, arrivano i dubbi bipartisan del Parlamento sulla proposta di regolamento europeo sugli imballaggi. Alla presenza del commissario Ue all’Ambiente Virginius Sinkevicius, ascoltato nel pomeriggio di oggi dalle commissioni riunite agricoltura, ambiente e politiche europee di Camera e Senato, sia i partiti di maggioranza che quelli di opposizione hanno evidenziato nodi e criticità della misura presentata da Bruxelles lo scorso novembre e attualmente allo studio delle istituzioni dell’Ue. Una proposta già criticata in occasione di almeno due riunioni del Consiglio ambiente dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, secondo cui l’obiettivo di migliorare le performance ambientali del mercato degli imballaggi nell’Unione puntando soprattutto sui gradini più alti della gerarchia europea dei rifiuti, riduzione e riuso, rischia di pregiudicare il primato del sistema italiano sul fronte del riciclo.

Critiche che Sinkevicius, dopo averlo già fatto nelle sedi europee, è tornato a rispedire al mittente, precisando che ai sensi del regolamento “entro il 2030 tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili” e che questo porterà grandi vantaggi anche per le imprese”. Ma le sue parole non sono bastate a disinnescare le obiezioni dei parlamentari. A partire da quelle sul veicolo normativo scelto, quello del regolamento, che secondo Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della commissione Politiche europee del Senato in quota Fratelli d’Italia, “sottrae la necessaria flessibilità” agli Stati membri, mentre sulla scelta di introdurre obiettivi vincolanti di riuso Sant’Agata ha ricordato come occorrerebbe “effettuare caso per caso le valutazioni di fattibilità e di sostenibilità economica”. Le restrizioni alla commercializzazione di imballaggi monouso, ha detto, “è un aspetto di fondamentale importanza industriale ed economica per l’Italia che può avere ricadute negative su diversi comparti”. Parole, quelle di Sant’Agata, alle quali hanno fatto eco quelle dell’omologo alla Camera, Alessandro Giglio Vigna (Lega), secondo cui la strada tracciata dalla Commissione Ue sarebbe “troppo ideologica”. Anche Stefano Candiani, deputato di Forza Italia, ha invitato il commissario a fare “attenzione agli approcci ideologici, che non tengono conto dell’esperienza fatta durante il covid” ha detto, ricordando la funzione di presidio sanitario svolta dagli imballaggi monouso nei mesi della pandemia.

A esprimere dubbi sulla proposta di regolamento non è stata solo la maggioranza di governo, ma anche l’opposizione. Per Marco Simiani, deputato del Partito Democratico, “in Italia il riciclo è l’attività trainante dell’economia circolare”, motivo per cui, ha detto “anche nel regolamento sugli imballaggi occorre tenere conto di questo processo industriale”. Secondo Silvia Fregolent, senatrice del gruppo Azione/Italia Viva, “l’Italia è leader di riciclo: abbiamo già ottenuto gli obiettivi al 2025 e al 2030, ma questa nostra priorità non è colta dal regolamento” che, ha detto la senatrice, “forse non è abbastanza attento alle politiche industriali adottate dai singoli paesi”, con il rischio di “una grave desertificazione produttiva”. Estraneo al coro delle critiche solo il Movimento 5 Stelle, che anzi plaude al regolamento. Secondo la senatrice Patty L’Abbate ai fini dell’economia circolare il riuso “dà un valore d’uso più elevato ai nuovi beni”, anche se, ha poi aggiunto la senatrice “bisogna dialogare con le imprese produttrici”.

Costretto per esigenze di tempo a replicare senza scendere nel merito delle varie obiezioni, Sinkevicius ha voluto però rispondere alle accuse di deriva ideologica mosse dai deputati e senatori, e non solo in materia di imballaggi. “Dopo le proposte della Commissione – ha detto – i provvedimenti passano per il vaglio dei 27 Stati membri e del Parlamento. Non vedo quindi come questi possano essere interpretati come espressione di una singola ideologia. L’ideologia, se c’è, si chiama salvare il nostro futuro e quello del pianeta”. Quanto al regolamento sul packaging, il commissario è tornato a ribadire che “il sistema italiano non sarà inficiato dalla misura” ma che al tempo stesso occorre introdurre nuovi strumenti “a monte” della catena. “Non possiamo pensare ingenuamente di poter solo riciclare, ma dobbiamo prevenire la produzione di rifiuti da imballaggio”, ha detto.

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