Bankitalia: “Con lo smart working si riducono le emissioni di CO2”

di Elvira Iadanza 11/06/2025

La “Relazione sulla gestione e sulla sostenibilità” presentata dall’Istituto evidenzia le scelte circolari fatte da Banca d’Italia per aumentare la propria resilienza ambientale


Lo smart working aiuta l’ambiente. A dirlo è uno studio realizzato da ENEA per la Banca d’Italia e citato all’interno della “Relazione sulla gestione e sulla sostenibilità” di Bankitalia pubblicata lo scorso 30 maggio. Secondo quanto riportato dall’Istituto, infatti, “l’adozione del lavoro ibrido ha comportato benefici in termini ambientali legati in primo luogo alla diminuzione degli spostamenti casa-lavoro e ai minori consumi energetici nei luoghi di lavoro, solo in parte bilanciati dall’aumento di quelli domestici”.

Stando al report il lavoro ibrido ha permesso di passare da 4,1 a 1,1 kg di emissioni di CO2 al giorno. “Un progetto di ricerca svolto con l’ENEA – riporta il documento – ha consentito di stimare le emissioni di gas serra medie pro-capite giornaliere connesse rispettivamente con: gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, pari a 4,1 chilogrammi di anidride carbonica equivalente; gli extra consumi domestici di energia elettrica e termica dovuti al lavoro da remoto, pari a 1,1 chilogrammi di anidride carbonica equivalente”. Il lavoro ibrido oltre che aiutare l’ambiente è anche apprezzato dai dipendenti che notano miglioramenti nell’equilibrio vita-lavoro. Nel 2024, infatti, il 38% delle giornate lavorative si è svolto da remoto.

Non solo smart working, la Banca d’Italia nella relazione descrive anche le altre iniziative avviate per una maggiore sostenibilità ambientale dell’istituto. “In parallelo all’impegno per la riduzione delle proprie emissioni di gas serra – scrive Bankitalia – nel 2024 la Banca ha cofinanziato alcuni progetti di forestazione e di produzione di energia rinnovabile in Centro e in Sud America, acquistando, per la prima volta e in via sperimentale, crediti di carbonio certificati pari a 23.557 tonnellate di anidride carbonica equivalente. Il cofinanziamento di questi progetti contribuisce allo sviluppo sociale ed economico delle comunità locali in cui vengono realizzati, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”. Scelte più green anche per quanto riguarda l’utilizzo dell’acqua: “laddove disponibile, si utilizza acqua non potabile per l’irrigazione delle aree verdi o per gli usi industriali” comunica l’Istituto che aggiunge “nel 2024 si è ridotto il consumo complessivo di acqua sia potabile (199.000 metri cubi, -12 per cento), sia non potabile (178.000 metri cubi, -9 per cento)”.

Particolare attenzione anche alla produzione e gestione dei rifiuti, Ad esempio, per quanto riguarda il trattamento di banconote logore anche a fronte di una flessione dei volumi di produzione di banconote “i rifiuti originati nel 2024 dal processo produttivo sono diminuiti del 15% rispetto all’anno precedente; il 72% dei rifiuti è stato inviato a recupero (ad es. riciclo, recupero energetico)” e in linea con le decisioni assunte nell’ambito dell’Eurosistema, “i rifiuti costituiti da banconote logore triturate sono conferiti a impianti per il recupero energetico (termovalorizzazione) o per la produzione di combustibile solido secondario”, questa iniziativa ha evitato l’emissione di 4 tonnellate di anidride carbonica equivalente. Non solo, lo scorso anno è stato anche avviato un progetto con l’Università Federico II di Napoli per “valutare la fattibilità industriale del riuso in edilizia dei frammenti di banconote logore. I primi risultati hanno dato riscontri positivi”.

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