I dati presentati dal Cial, il consorzio italiano dedicato al recupero dell’alluminio: Italia tra i Paesi più efficienti per intercettazione lattine
Nel 2024 il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio ha raggiunto quota 68,2%. I dati sono stati resi noti dal Cial, il consorzio italiano dedicato al recupero del packaging in alluminio, che evidenzia come i numeri siano in calo di due punti rispetto al 2023. Questa diminuzione, però, sottolinea il Cial, è dovuta ampliamento del perimetro di rendicontazione previsto dalle nuove norme europee, che includono anche l’alluminio presente negli imballaggi compositi. “Una variazione metodologica che – scrive il consorzio – modifica il confronto storico e segna l’inizio di un nuovo standard di misurazione”.
Nonostante i nuovi parametri, però, l’Italia centra ampiamente il target europeo di riciclo del materiale, che per il 2025 è fissato al 50%. Il nostro Paese si conferma tra i più efficienti del Continente per quanto riguarda il riciclo di lattine, con un tasso di riciclo per questa specifica tipologia di imballaggio che si attesta all’86,3%, a fronte di un +7% nelle quantità effettivamente riciclate e di un significativo +16% nell’immesso al consumo. I numeri elaborati dal consorzio misurano che a fronte di un consumo pro-capite di circa 1,45 kg di packaging in alluminio, il nostro sistema riesce a recuperarne e valorizzarne oltre 1 kg per cittadino.
Secondo il Cial questi dati sono paragonabili alle “performance dei Paesi europei dotati di sistemi di deposito cauzionale, a conferma della validità e dell’affidabilità del modello italiano basato sulla raccolta differenziata”. Risultati che, con ogni probabilità, basteranno a non far scattare l’obbligo di attivare sistemi di restituzione con cauzione (o DRS) previsto dal nuovo regolamento europeo sugli imballaggi per tutti gli Stati membri che entro il 2026 non abbiano raggiunto almeno l’80% di intercettazione dei contenitori per liquidi alimentari.
Oltre a ridurre il ricorso all’estrazione di risorse naturali, il riciclo dell’alluminio contribuisce anche a tagliare emissioni e consumi energetici nel confronto con la produzione da materiale vergine. Nel 2024, grazie all’avvio a riciclo di oltre 62.400 tonnellate di imballaggi, calcola Cial, si è evitata l’emissione di circa 442 mila tonnellate di CO2 equivalenti e si è ottenuto un risparmio energetico pari a 197 mila tonnellate equivalenti di petrolio.
“Un risultato virtuoso – scrive Cial in un comunicato stampa – e reso possibile dalla straordinaria efficienza dell’alluminio: il metallo riciclato richiede infatti solo il 5% dell’energia necessaria per produrre alluminio primario. Un vantaggio ambientale che trasforma ogni imballaggio usato in una vera e propria riserva di energia riutilizzabile. Il riciclo dell’alluminio, dunque, si conferma non solo una scelta sostenibile, ma un investimento concreto in termini di riduzione delle emissioni climalteranti, risparmio di risorse naturali ed efficienza energetica”.
Il presidente del consorzio, Bruno Rea, ha commentato così i risultati raggiunti: “Si conferma la solidità e la maturità del modello italiano di gestione degli imballaggi in alluminio, tra i più virtuosi ed efficienti in Europa. Anche a fronte dell’adeguamento ai nuovi criteri europei di calcolo – che ampliano il perimetro dell’immesso includendo l’alluminio presente nei compositi – la filiera continua a garantire performance elevate, con volumi assoluti di materiale riciclato in costante crescita”.