I dati calcolati dal Global Footprint Network assegnano la maglia nera al Qatar che a febbraio aveva già ha sfruttato tutte le risorse disponibili per quest’anno. In peggioramento anche le performance dell’Italia
Dal sei maggio 2025, l’Italia è in “debito ecologico” con il pianeta. Il nostro Paese, infatti, vede oggi esaurirsi il proprio budget annuale di biocapacità. Siamo quindi all’annuale Overshoot Day, il giorno che indica il termine delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di un anno solare, quindi, in pratica, a partire da oggi consumeremo le risorse naturali che avremmo dovuto utilizzare nel 2026.
I dati sono calcolati dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che fornisce ai decisori politici una serie di strumenti per aiutare l’economia umana a operare entro i limiti ecologici della Terra. “Per determinare la data dell’Earth Overshoot Day di ogni anno -si legge sul sito dell’organizzazione che elabora i dati – il Global Footprint Network calcola il numero di giorni dell’anno in cui la biocapacità della Terra è sufficiente a soddisfare l’impronta ecologica dell’umanità”. Nel 2025, il primo Paese a terminare le risorse disponibili è stato il Qatar, già il 6 febbraio, seguito da Lussemburgo (17 febbraio) e Singapore (26 febbraio). Gli Stati Uniti sono al nono posto, con l’ Overshoot Day calcolato per lo scorso 13 marzo, mentre la Cina arriverà all’esaurimento delle risorse disponibili per il 2025 a fine maggio, il 23. Leggendo la classifica al contrario, i Paesi che riusciranno a sprecare meno risorse sono l’Uruguay, che arriverà all’Overshoot il 17 dicembre, l’Indonesia, il 18 novembre e il Nicaragua, l’11 novembre.
L’Italia, però, registra una performance peggiore del 2024. L’anno scorso la giornata di “sovrasfruttamento delle risorse” era arrivata nella seconda metà di maggio, quasi due settimane dopo rispetto alla data odierna. I motivi di questo anticipo, però, vanno ricercati anche negli aggiornamenti sulla raccolta dei dati che hanno portato allo spostamento in avanti di 11 giorni dell’Overshoot, mentre un giorno di anticipo è effettivamente dovuto alle variazioni dei consumi. I dati, benchè complessi nella loro interpretazione, non sono comunque incoraggianti: 20 anni fa, l’Overshoot arrivava, almeno per il nostro Paese, intorno al 20 ottobre.