Redazione Ricicla.tv
01/07/2021

Appalti, Assoambiente: “Sì ad articolo 177 ma servono clausole su occupazione e qualità”

Ultimo aggiornamento: 1 Luglio 2021 alle 13:07

Nessun rischio per i livelli occupazionali o per la qualità dei servizi, a patto di fissare le clausole vincolanti che la stessa normativa prevede. Questo il commento di Assoambiente sull’articolo 177 del Codice degli Appalti, dopo l’approvazione del disegno di legge delega da parte del Consiglio dei Ministri

La piena applicazione dell’articolo 177 del Codice degli Appalti “non causerà la perdita di posti di lavoro” a patto però di prevedere “dettagliate e vincolanti clausole di subentro nelle attività”. Così FISE Assoambiente interviene nell’acceso dibattito sulla misura del Codice che prevede l’obbligo per i concessionari di servizi pubblici di esternalizzare mediante procedure di gara fino all’80% delle attività. Misura che, alla luce del disegno di legge delega approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, diventerà pienamente operativa a partire dal prossimo 31 dicembre.

“La norma rappresenta una opportunità rilevante per le aziende del settore – scrive Assoambiente – e l’associazione vigilerà affinché il legislatore e le Istituzioni competenti applichino quanto previsto dalla legge adottando un modello concorrenziale in grado di garantire un processo ordinato”. A partire dalla garanzia di applicazione dei contratti collettivi di categoria che, osserva l’associazione, “consentirà di assicurare la totale salvaguardia dei posti di lavoro e di sbarrare la strada a operatori non qualificati che spesso portano a servizi di bassa qualità e a trattamenti economici e normativi peggiorativi rispetto a quanto oggi garantito dalle aziende”.

Per Assoambiente, insomma, la piena applicazione dell’articolo 177 non può prescindere dalla definizione di clausole che tengano insieme in un disegno organico le esigenze di maggiore apertura alla concorrenza nel mercato dei servizi pubblici con quelle di tutela dei livelli occupazionali e della qualità dei servizi. “La competizione sul mercato – chiarisce l’associazione – si deve fondare sulla qualità, sulla produttività, sull’efficiente organizzazione di uomini e mezzi e non sul massimo ribasso o sul taglio indiscriminato dei costi nell’obiettivo di riportare in equilibrio, a posteriori, spese e ricavi”.

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