Raee: cosa prevede il decreto sull’uno contro zero

di Giovanni Paone 08/07/2016

Recuperare il ritardo dell’Italia nella corsa verso i target europei di raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici e garantire un percorso sostenibile ai flussi di Raee che ancora oggi, purtroppo, finiscono in discarica. Questo il duplice obiettivo del decreto attuativo sul cosiddetto “1 contro 0”, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, che a partire dal prossimo 22 luglio introdurrà l’obbligo per i punti vendita della grande distribuzione di ritirare gratuitamente i Raee di piccole dimensioni. Il decreto è uno dei regolamenti previsti dal d.lgs. 49 del 2014, che ha recepito nell’ordinamento italiano la nuova disciplina europea sulla gestione dei Raee. In virtù della stessa disciplina, a partire dal gennaio 2016 ogni Stato membro è obbligato a raccogliere il 45% in peso dell’immesso a consumo, pari in Italia a circa 7,5 kg pro capite ogni anno. Dal primo gennaio 2019 il target di raccolta passerà al 65%, circa 10 kg pro capite. Obiettivi ambiziosi, rispetto ai quali lo Stivale è in pesante ritardo, visto che gli ultimi dati disponibili, relativi al 2015, parlano di un dato medio pro-capite di raccolta pari a poco più di 4 kg.

Tra le cause del ritardo accumulato c’è proprio la limitata capacità del sistema ufficiale di raccolta e gestione dei rifiuti elettrici ed elettronici di intercettare i Raee di piccole dimensioni. Rifiuti che rappresentano una quota consistente dei flussi di Raee generati ogni anno in Italia, ma che, al tempo stesso, sono anche quelli più difficili da raccogliere ed avviare a corretto trattamento. Date le dimensioni contenute, infatti, apparecchiature non più utilizzabili come smartphone, tablet, caricabatterie, ma anche radio e hard disk, finiscono spesso nel cestino e da lì in discarica. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto attuativo il loro destino potrebbe però presto virare verso scenari più sostenibili, visto che accanto alla possibilità di conferirli presso le isole ecologiche o di consegnarli ai rivenditori previo acquisto di un’apparecchiatura equivalente – il cosiddetto “1 contro 1”, in vigore già dal 2010 – i cittadini potranno adesso depositarli gratuitamente nei contenitori che i grandi distributori dovranno mettere a disposizione del pubblico nei loro punti vendita.

Stando al decreto, sono obbligati al ritiro “1 contro 0” i distributori con superficie di vendita di apparecchiature elettriche ed elettroniche al dettaglio di almeno 400 mq, mentre per i punti vendita di dimensioni inferiori, così come per la grande distribuzione online, il ritiro gratuito dei piccoli Raee resta facoltativo. Perchè un Raee sia considerato adatto al ritiro “1 contro 0”, è necessario che almeno uno dei suoi lati abbia dimensione inferiore ai 25 cm. “I distributori – precisa il regolamento – possono rifiutare il ritiro di un Raee di piccolissime dimensioni nel caso in cui questo rappresenti un rischio per la salute e la sicurezza del personale per motivi di contaminazione o qualora il rifiuto in questione risulti in maniera evidente privo dei suoi componenti essenziali e se contenga rifiuti diversi dai Raee”. All’interno dei punti vendita i gestori obbligati dovranno allestire un “luogo di ritiro” mettendo a disposizione degli eventuali conferitori contenitori riportanti l’indicazione dei Raee conferibili e “predisposti in modo da assicurare che il conferimento e il deposito dei Raee di piccolissime dimensioni avvenga in condizioni di sicurezza e senza rischio per l’ambiente e la salute umana”.

Quanto alla gestione dei rifiuti ritirati, i distributori dovranno allestire un “luogo di raggruppamento” – va bene anche quello utilizzato per i rifiuti ritirati in “1 contro 1” – ed avviare a trattamento i Raee depositati “ogni sei mesi, o in alternativa quando il quantitativo raggruppato raggiunge complessivamente i 1.000 Kg”. In ogni caso, specifica il decreto, “la durata del deposito non può superare un anno”. I gestori dei punti vendita dovranno inoltre adempiere all’obbligo di tenuta dei registri di carico e scarico. Il trasporto dei rifiuti presso gli impianti di destinazione autorizzati potrà essere effettuato dal distributore stesso o da un’azienda terza previa iscrizione all’Albo nazionale gestori ambientali e dovrà essere accompagnato da uno specifico documento di trasporto, il cui format è allegato al decreto attuativo.

E se il regolamento “1 contro 0” è finalmente in Gazzetta, chissà invece per quanto ancora resterà nel cassetto il decreto attuativo sul cosiddetto “trattamento ottimale”, quello cioè che dovrebbe definire gli standard di tutela ambientale obbligatori per tutte le imprese che gestiscono rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. I Raee, è bene ricordarlo, contengono al loro interno sostanze estremamente pericolose per l’uomo e l’ambiente che, se non trattate adeguatamente, finiscono per disperdersi in atmosfera, nei suoli o nelle falde. L’adozione del decreto sul trattamento ottimale – sostengono le associazioni delle imprese di raccolta e trattamento, che da due anni ne chiedono a gran voce l’emanazione – permetterebbe di contrastare la sleale concorrenza di tutti quegli impianti che, al fine di risparmiare sui costi di gestione e massimizzare i profitti, scelgono di non adottare le procedure necessarie a garantire un trattamento sostenibile dei rifiuti elettrici ed elettronici, smantellandoli in maniera sommaria per ricavarne materia rapidamente monetizzabile (soprattutto ferro e rame) ed affidando ciò che resta a canali di smaltimento spesso poco trasparenti. Un danno doppio: economico per la filiera “sana” del riciclo, ed ambientale per l’intera collettività.

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