Conai: tempo di riforma?

di Luigi Palumbo 21/10/2015

Dal 1997 il sistema Conai gestisce la raccolta differenziata degli imballaggi post consumo in Italia. Una ricetta, quella del Conai, che in poco meno di vent’anni ha visto aumentare notevolmente le percentuali di rifiuti da imballaggio raccolti (allineando l’Italia ai parametri europei di recupero e riciclo) ma che, proprio in virtù di questo cambio di passo, comincia già da qualche tempo a mostrare limiti e contraddizioni. Su molti fronti, infatti, ci si interroga sul fatto che le percentuali di raccolta della seconda metà degli anni Novanta, quando la differenziata raggiungeva a malapena il 10%, possano aver ispirato un sistema che oggi, con un avvio a riciclo nell’ordine del 50%, sia da aggiornare e riformare. A fronte di una crescente attenzione alla gestione sostenibile dei rifiuti e dell’adozione, soprattutto a livello europeo, di misure sempre più orientate a favorire ed incentivare l’impiego di materia prima seconda nei cicli produttivi, il recupero degli imballaggi sta perdendo i connotati di questione eminentemente ambientale per trasformarsi in una occasione di sviluppo economico ed occupazionale. Occasione che, però, la posizione dominante del Conai rischia di vanificare. Questa posizione vede chiaramente sollevare dei dubbi da parte di chi non può non riconoscere i risultati di un sistema che, sul piano strutturale e culturale, ha comunque permesso la diffusione della raccolta differenziata in tutta Italia, ma sul fronte opposto c’è il timore che questa impostazione possa mummificare l’economia del domani – basata per l’appunto sullo sfruttamento delle materie prime seconde – imbrigliando (come troppo spesso accade in Italia) in lacci e lacciuoli quello che dovrebbe essere un settore economico casomai sostenuto da incentivi pubblici, ma comunque affidato al libero mercato. Nell’approfondimento a cura di Luigi Palumbo e Monica D’Ambrosio le interviste a Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile, Walter Facciotto, Direttore Generale del Conai ed Alessandro Bratti, Presidente della Commissione Bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

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