L’appello dei riciclatori europei: “Voto sulla Direttiva quadro Rifiuti arrivi entro l’estate”

di Elvira Iadanza 04/06/2025

Il documento firmato dalle principali associazioni europee di waste management chiede di votare al Parlamento europeo prima della pausa estiva: “Così il settore del tessile collasserà”


Anticipare il voto del Parlamento europeo sulla revisione della Direttiva quadro dei Rifiuti prima della pausa estiva, è questo l’appello di alcune delle più rappresentative sigle delle associazioni di waste management e di alcuni gruppi ambientalisti nel commentare il rinvio a ottobre 2025 della plenaria che dovrà dare il via libera definitivo alla riforma.

Questo rinvio di quattro mesi rappresenta un significativo ostacolo all’istituzione di regimi di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per i prodotti tessili, regimi urgentemente necessari per affrontare la crescente crisi dei rifiuti tessili in Europa”, sostengono i firmatari dell’appello, tra cui anche Euric e Fead. Ogni mese di ritardo – denunciano associazioni di riciclatori e ambientalisti – prolunga il deficit di finanziamento per le attività di raccolta, preparazione per il riutilizzo e riciclo, con un impatto diretto sugli operatori commerciali e sull’economia sociale che lavora sul campo per rendere concreti i sistemi tessili circolari.

Secondo le associazioni l‘EPR è una partita non più rinviabile. Il rischio, scrivono nel comunicato stampa, è il collasso dell’intero settore della raccolta degli abiti usati: “Senza una rapida attuazione dei programmi EPR in tutta Europa, preziosi materiali riutilizzabili e riciclabili andranno persi e un intero ecosistema industriale, fondamentale per la transizione circolare, collasserà”. I ritardi nell’approvazione a Bruxelles, significano per gli addetti al settore della raccolta tessile continue incertezze che si traducono in investimenti e partnership pubbliche rinviate, tutto ciò, sottolinea l’appello, in un momento storico in cui “i volumi di rifiuti tessili raccolti separatamente sono in aumento, la capacità di gestione non è aumentata, né lo sono stati gli sbocchi per i tessili usati trattati”.

Sebbene il rinvio possa sembrare un problema tecnico di programmazione – sottolineano le associazioni firmatarie del documento – il suo impatto sulle persone, sul pianeta e sulle ambizioni dell’UE in materia di economia circolare è molto concreto. Il tema della responsabilità estesa del produttore per il settore tessile è stato affrontato anche nel corso del Green Med Expo & Symposium di Napoli, con uno sguardo a quanto accade in Europa e un altro rivolto dentro i nostri confini, dato che anche a Roma si lavora su un documento nazionale per l’EPR che potrebbe arrivare entro l’anno. Al centro del dibattito partenopeo la richiesta di armonizzazione con le regole provenienti dall’Unione europea. “Il testo è perfettamente in linea con la regolazione comunitaria in via di sviluppo per questo siamo in contatto costante con i colleghi della Commissione”, ha garantito Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del MASE.

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