Responsabilità 231, le linee guida Assoambiente

di Luigi Palumbo 19/11/2020

A vent’anni dall’entrata in vigore della disciplina sulla responsabilità degli enti, Assoambiente e Certiquality presentano le nuove linee guida di settore dedicate agli operatori della gestione rifiuti.

Poco meno di vent’anni fa il decreto legislativo 231 del 2001 introduceva nell’ordinamento italiano la disciplina relativa alla responsabilità amministrativa degli Enti: un momento di svolta nel panorama giuridico nazionale in materia di responsabilità penale d’impresa, con l’obiettivo su tutti di supportare gli operatori nella prevenzione della commissione di illeciti e reati all’interno dell’impresa stessa.

Va da sé che la disciplina della 231 rappresenta un riferimento imprescindibile anche per le imprese del waste management, settore delicato quanto strategico, chiamate ad adattare i propri sistemi organizzativi ai modelli definiti dalla norma.

«Statisticamente è più facile per le imprese del settore ambientale cadere, diciamo così, in un problema 231 che è per imprese che operano in altri settori. Il sistema dei servizi ambientali ha assunto delle caratteristiche che determinano la necessità che chi opera nel settore della gestione dei rifiuti si doti di un modello o quantomeno di un sistema organizzativo e gestionale adeguato alla complessità del sistema stesso», spiega Mara Chilosi, studio legale associato Chilosi Martelli.

«Le aziende devono avere a disposizione strumenti in grado di guidarli e a saper costruire anche all’interno dell’azienda un sistema capace proprio di garantire questo tipo di tutela per la legalità del settore», Elisabetta Perrotta, Direttore generale FISE Assoambiente.

Ed è proprio per guidare le aziende nella lettura e applicazione corretta della disciplina della 231 che FISE Assoambiente e Certiquality hanno presentato la versione aggiornata al 2020 delle prime linee guida di settore dedicate agli operatori della gestione rifiuti.

«Affinché possano rappresentare un riferimento significativo e concreto soprattutto per la predisposizione di un modello organizzativo efficace. Nel documento è possibile trovare per le imprese che abbiano deciso di adottare un modello, ma anche per quelle che sono intenzionate a farlo, tutta una serie di indicazioni, misure tratte anche dalla pratica aziendale, che sono state ritenute idonee a rispondere alle esigenze delineate dalla normativa 231», spiega Luca Tosto, FISE Assoambiente.

«Il decreto 231 è una normativa complessa, forse più di altre necessita di qualche linea guida. Allora, l’intento di questo lavoro è quello di provare a costituire una bussola con la quale gli operatori riescano a orientarsi meglio», Veronica Dini, studio Safe Green.

Ma come si integrano i modelli disciplinati dalla 231 con i sistemi di gestione certificati come l’ISO 14001? «Possiamo dire che, per quanto riguarda i dati ambientali, tutto quello che è previsto dal decreto legislativo 231 può trovare un’adeguata applicazione ed evidenza di un’adeguata  ed effettiva applicazione proprio nell’adozione di un sistema ISO 14001. Io ritengo che l’applicazione di sistemi di gestione ambientale alle aziende che operano in particolare nel settore dove la gestione ambientale è un aspetto essenziale nella vita dell’impresa, possa rappresentare davvero un grosso strumento di conduzione delle attività nel rispetto della legalità. Quindi, anche un fortissimo strumento a supporto della prevenzione», Armando Romaniello, Certiquality.

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