Imballaggi, nel 2024 il riciclo vola oltre il 76%

di Redazione Ricicla.tv 25/06/2025

Nel 2024 l’Italia ha riciclato il 76,7% degli imballaggi immessi a consumo, superando ampiamente il target UE del 70% al 2030. Spicca il sorpasso del 50% di riciclo della plastica, ultimo materiale a raggiungere in anticipo gli obiettivi 2025. CONAI: “Ora a potenziare raccolta differenziata e incentivare la riciclabilità per affrontare le nuove sfide europee”


Italia sempre più best practice europea della gestione degli imballaggi a fine vita. Nel 2024, comunica CONAI nell’ultima relazione generale, è stato riciclato il 76,7% del packaging immesso a consumo, pari a 10 milioni e 700.000 tonnellate su un totale di oltre 13 milioni e 950.000 tonnellate. Un tasso di riciclo in crescita di circa un punto percentuale sull’anno precedente, che colloca il nostro paese ben oltre l’obiettivo europeo del 70% al 2030. Un risultato frutto del contributo delle singole filiere dei materiali da imballaggio, con la plastica che nel 2024 riesce a superare il target Ue del 50% di riciclo, completando così l’elenco delle filiere che hanno già centrato gli obiettivi vincolanti al 2025. In leggera crescita, rileva CONAI, anche i quantitativi di imballaggi riutilizzati, oltre un milione e 240.000 le tonnellate di packaging multiuso dichiarate lo scorso anno, in aumento di oltre 20.000 tonnellate rispetto al 2023.

“Aver superato il 76% di riciclo degli imballaggi è un risultato importante, frutto di un lavoro di squadra, soprattutto se pensiamo che l’Europa ci chiede di raggiungere il 70% entro il 2030”, dichiara il presidente di CONAI Ignazio Capuano. “Il superamento del 50% di riciclo della plastica, che si unisce così a tutti gli altri materiali nel raggiungere in anticipo i target 2025, è un traguardo incoraggiante, ma non può essere considerato un punto d’arrivo – aggiunge il direttore generale Simona Fontana – è fondamentale continuare a investire nel potenziamento delle raccolte differenziate e nella creazione di una cultura sempre più diffusa di economia circolare: più della metà degli imballaggi riciclati, del resto, arriva proprio dalle raccolte urbane, frutto della collaborazione dei cittadini”.

Nel dettaglio, in Italia hanno trovato una seconda vita più di 435.500 tonnellate di acciaio; 62.400 di alluminio; 4 milioni e 605.000 di carta e cartone; 2 milioni e 314.000 di legno; 1 milione e 131.000 di plastica tradizionale e 47.500 di bioplastica compostabile, per un totale di 1 milione e 179.000 tonnellate; e quasi 2 milioni e 103.000 di vetro. Oltre a consolidare i risultati ottenuti sul fronte del riciclo, spiega CONAI, ora serve guardare alle nuove sfide poste dall’Ue, “come quelle legate alla direttiva SUP e all’implementazione del regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio”, sottolinea Capuano.

Sfide che chiederanno all’Italia di migliorare le proprie performance di gestione dei rifiuti, come l’intercettazione di almeno il 77% delle bottiglie in PET entro il 2025 prevista dalla direttiva SUP, ma anche di migliorare la qualità del packaging immesso a consumo, riducendone l’impronta ambientale e aumentandone la riciclabilità. Per questo, spiega Fontana, “un altro strumento da potenziare è quello della diversificazione contributiva: applicando contributi ambientali modulati in base alla riciclabilità degli imballaggi in plastica e carta – ha detto – dal 2018 abbiamo più che dimezzato la presenza di pack non riciclabili sul mercato. Per questo, da luglio di quest’anno, abbiamo reso più incisiva la diversificazione per i compositi a base carta legando il contributo all’effettiva riciclabilità certificata”.

Un lavoro da affiancare a quello svolto quotidianamente in sinergia con enti locali e aziende di igiene urbana per migliorare l’efficacia dei sistemi di raccolta differenziata a ogni altezza dello Stivale. Nel 2024, spiega CONAI, gli imballaggi a fine vita conferiti dai Comuni sono cresciuti in tutte le macroaree, soprattutto al Centro (+6,2%) e al Sud (+5,1%). “In alcune aree del nostro Paese possiamo ancora migliorare molto per raggiungere livelli di raccolta e di qualità comparabili a quelli delle realtà italiane più virtuose – chiarisce il vice direttore di CONAI Fabio Costarella – per questo che investiamo risorse ed energie in progetti mirati, capaci di coinvolgere le comunità locali e di creare una cultura diffusa del riciclo, ponendo l’attenzione anche ad aree di interesse Nazionale come i Siti UNESCO. Solo attraverso una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nel ciclo integrato delle responsabilità potremo colmare le differenze e costruire un sistema di gestione dei rifiuti efficace e sostenibile per tutto il Paese”.

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