Imballaggi, tra raccolta e riciclo: all’Italia serve più qualità

di Monica D'Ambrosio 24/10/2016

Più raccolta differenziata, ma minore qualità dei rifiuti raccolti. Un nord sempre più virtuoso e un connubio, quello Anci-Conai, che fa salire a quota 9 le regioni italiane che, con un quinquennio di anticipo, hanno raggiunto il 50% di avvio a riciclo, percentuale/obiettivo dell’Ue. Molte Luci e qualche ombra sul sesto rapporto relativo alla raccolta differenziata e al riciclo, presentato questa mattina a Roma, presso la sede di Anci, da Ancitel – energia e ambiente e Conai, il primo dei Consorzi italiani che si occupano di recupero.

«La raccolta differenziata aumenta su tutto il territorio nazionale. Questo è il dato sul quale occorre soffermarsi – afferma Walter Facciotto, direttore generale di Conai, che prosegue – la banca dati che presentiamo questa mattina, è uno strumento importante per i comuni perché per una volta hanno a disposizione dei dati che gli permettono di monitorare costantemente sia la raccolta dal punto di vista quantitativo e qualitativo, sia i vantaggi economici che ne derivano». Solo il Conai infatti, per la parte che riguarda gli imballaggi, nel 2015 ha riconosciuto ai Comuni convenzionati 438 mln di euro. Cifra alla quale bisogna aggiungere i minori costi che gli Enti locali hanno sostenuto per l’avvio a discarica del materiale che invece è andato a riciclo: 1 miliardo di euro è la somma finale relativa ai benefici di cui hanno goduto i 3549 comuni aderenti al progetto.

«Il problema di fondo che abbiamo in questo momento – prosegue Facciotto – è che anche se la raccolta differenziata aumenta, non sempre la qualità di ciò che raccogliamo è utile per avviare i rifiuti a recupero. Insieme ad Anci stiamo studiando tutta una serie di iniziative che vanno nella direzione di aumentare la raccolta su tutto il territorio nazionale, e soprattutto nel centro sud, dove ciò che raccogliamo è di peggior qualità». Dallo studio emerge un leggero aumento della produzione di rifiuti solidi urbani (+0,78%) nel 2015 con 512 kg per abitante, mentre la percentuale di raccolta differenziata (+3,32%) cresce più velocemente rispetto a quella di avvio al riciclo (+1,77%). La differenziata pro capite segna un +7,90% con 253 kg per abitante, sia pur con grandi differenze fra Regione e Regione: si passa dai 357 kg della Liguria ai 54,81 della Sicilia.

Le Regioni che nel 2015 hanno già superato la percentuale del 50% di materiali avviati a riciclo sono Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Sardegna e la “new entry” Valle D’Aosta; la Campania, la Toscana e l’Abruzzo sono invece prossime al raggiungimento dell’obiettivo. 12 sono i Comuni premiati nell’ultimo anno: Scandicci, Saronno, Ostuni, Cava de’ Tirreni, Cuneo, Como, Bergamo, Salerno, Padova e le Città Metropolitane di Milano, Torino e Venezia. Un’Italia che viaggia ancora a due velocità anche se pure dal sud, arrivano segnali incoraggianti. Basti pensare alla Calabria che registra un +54,65% di intercettazione pro capite di raccolta differenziata, seguita dalla Campania (+39,60%) e dalla Puglia. Contro le differenze che permangono, Anci/Conai promettono nuove misure e nuovi incentivi.

Una delle novità del rapporto di quest’anno infine, è la stima di emissioni di Co2 risparmiate in base al successo di raccolta e riciclo. Un risparmio pari a 1.792.064 tonnellate, un dato in aumento rispetto al 2014, del 32,75%. Il rapporto evidenzia ancora un aumento della quantità dei materiali conferiti ai Consorzi del Conai, a riprova del fatto che si diffonde la consapevolezza che ogni rifiuto può e deve essere avviato a recupero, se si vuole trasformare l’economia da lineare a circolare. Nel solo 2015 grazie all’impegno di Anci e Conai, 3,8 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio sono state avviate a riciclo, con un incremento rispetto al 2014 di oltre 6 punti percentuali. È questo il segreto per le circular city, obiettivo della squadra Anci/Conai: obiettivo di tutti i comuni che ne sposano la causa. E in Italia di Comuni che si avviano a diventare circular city, ce ne sono molti.

«Il nostro Paese vanta tante eccellenze – afferma Filippo Bernocchi, delegato Anci a Energia e rifiuti – perché l’Italia ha dirottato dalla scelta dei termovalorizzatori verso quella dell’avvio al riciclo. E in certi comparti siamo oggetto di studio e interesse da parte di molti Paesi del mondo. È solo grazie al conferimento ai Consorzi che si può realizzare l’economia circolare. Vetro e carta ad esempio, sono due dei materiali che hanno permesso di realizzare l’economia circolare sullo stesso territorio italiano, senza che ci fosse bisogno di esportarli per poi reimportarli sotto forma di materia prima seconda. Il continuo contatto – conclude il numero 1 di Ancitel – tra l’associazione dei Comuni e quella dei Consorzi, ha creato un cerchio virtuoso che ha permesso questo risultato. Andiamo nella giusta direzione».

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