Target scaglionati di contenuto riciclato e minori oneri burocratici per le case auto: così il Consiglio dell’Ue chiede di modificare la proposta di regolamento sui veicoli a fine vita presentata dalla Commissione
È un orientamento generale nella direzione della flessibilità per le case auto quello adottato oggi dal Consiglio ambiente dell’Ue sulla proposta di regolamento europeo sui veicoli a fine vita. Con una serie di emendamenti al testo presentato nel 2023 da Bruxelles, i ministri degli Stati membri puntano ad alleggerire il quadro di regole che, nel prossimo futuro, dovrà guidare verso la circolarità non solo la gestione di auto, camion e motocicli fuori uso, ma anche la loro progettazione a monte.
Rispetto alla proposta della Commissione il Consiglio chiede di estendere anche a motocicli e mezzi pesanti il perimetro di alcune misure riservate inizialmente alle sole auto passeggeri, come l’obbligo di rimozione delle parti o quello di dotarsi di una strategia di circolarità. Un rafforzamento al quale fa però da contraltare l’alleggerimento dei vincoli per le case produttrici: l’obbligo di garantire una strategia di circolarità dovrà essere infatti rispettato per categorie di veicoli e non per ogni modello come previsto dalla Commissione.
Raccogliendo (almeno in parte) l’appello delle imprese produttrici, gli Stati membri propongono di ammorbidire i nuovi obblighi di contenuto minimo di plastica riciclata: a differenza del 25% entro 72 mesi immaginato da Bruxelles, il Consiglio propone un approccio in tre step: 15% entro 72 mesi, 20% dopo 96 mesi e 25% dopo 120 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, ognuno da raggiungere per almeno il 25% con plastiche derivate dal riciclo dei veicoli a fine vita.
Le modifiche messe a punto dal Consiglio intervengono anche nel merito del previsto rafforzamento della responsabilità estesa del produttore (o EPR), proponendo maggiore flessibilità per gli Stati membri nell’adeguamento ai nuovi regimi ma anche l’estensione delle attività coperte dagli eco contributi versati dalle case auto. In particolare, oltre a coprire i costi di trattamento dei veicoli a fine vita non remunerati dalla vendita di materiali riciclati e parti di ricambio, i sistemi di EPR dovranno anche sostenere i costi di trasporto dai centri di raccolta agli impianti di trattamento autorizzati (o ATF). Per veicoli pesanti e motocicli, inoltre, gli Stati membri chiedono di estendere la copertura dei costi non solo alle attività di raccolta e bonifica, come proposto dalla Commissione, ma all’intera filiera di trattamento.
“Grazie alla posizione del Consiglio, questa legislazione non solo aumenterà la competitività delle nostre industrie automobilistiche e del riciclaggio, ma ridurrà anche al minimo la burocrazia”, ha commentato la ministra dell’Ambiente Paulina Hennig-Kloska, rappresentante della presidenza polacca di turno. L’attesa è ora per l’adozione della posizione negoziale da parte del Parlamento europeo, che darà ufficialmente il via ai negoziati sul regolamento.