ELV, AIRA: l’Europa è lontana

di Monica D'Ambrosio 17/05/2016

«Il governo e il Parlamento debbono intervenire con urgenza sul decreto legislativo 209 di recepimento della direttiva europea, o i dati relativi alle percentuali di veicoli fuori uso riciclati non saranno incoraggianti. Si prevede piuttosto un rapporto indicativo di una falla nel sistema normativo e dei controlli che va assolutamente recuperata». Cosi Mauro Grotto, presidente AIRA commenta ai microfoni di Ricicla.tv i dati relativi alla percentuale di recupero dei veicoli fuori uso, di poco al di sotto dell’83% a fronte del 95% chiesto dall’Europa, percentuale alla quale gli altri Stati membri sembrano essere giunti.

Complice del gap tra il bel Paese e il resto dei Paesi dell’Unione, è probabilmente anche la farraginosità burocratica. Mentre altrove il calcolo del quantitativo di veicoli recuperati avviene per stima, in Italia il esso è molto più meticoloso e affidato al Mud.

Ma non è solo questo secondo il presidente dei riciclatori a marcare le differenze.

«C’entra molto anche una normativa che da tempo chiediamo venga cambiata – spiega Grotto – ad esempio è doveroso fissare dei paletti all’export delle auto. Un export selvaggio che avviene attraverso la cancellazione dal PRA dei veicoli ormai giunti a fine vita. Essi vengono esportati all’estero sottraendo alla filiera del recupero quantitativi ancora importanti di materiali che in Italia verrebbero lavorati e avviati a nuova vita. In realtà – prosegue Grotto – una legge in tal senso è stata fatta ma attendiamo ancora le norme esplicative per riuscire finalmente a porre fine alle gravi emorragie del mercato interno prodotte da questi illeciti».

Infine, per il presidente Aira occorrono maggiore tracciabilità dei rifiuti e migliore qualificazione dei soggetti che compongono la filiera.

«Molti impianti italiani – spiega il Presidente – ancora non sono dotati di tecnologie avanguardistiche che consentano una corretta pesatura del materiale ricavato dai veicoli fuori uso. Parliamo di impianti che producono ancora fluff, composto dal 7-8% di metalli destinati alle discariche. Dai fluff invece si potrebbe ricavare combustibile solido secondario e fornirlo ai cementifici, alimentando così un indotto che sarebbe incisivo per l’economia e favorirebbe l’aumento delle percentuali dei veicoli messi a recupero».

l’Aira ha già chiesto al Parlamento di applicare il principio dell’end of waste anche a questo settore permettono il recupero anche delle plastiche e dunque l’avvicinamento all’agognato 95% che eviterebbe al nostro Paese nuove procedure d’infrazione. Inoltre tale tipo di procedura, se approvata e accompagnata ad incentivi e politiche di defiscalizzazione, aprirebbe nuove fette di mercato importanti per l’economia circolare di cui si fa un gran parlare.

Altra proposta dell’Aira è quella di far partire finalmente dei controlli seri sull’intera filiera. «Perché ciò avvenga – chiosa Grotto – deve essere finalmente approvato il ddl sulle agenzie ambientali che coordinino il lavoro dell’Ispra su tutto il territorio nazionale e assicurino controlli più frequenti e approfonditi sull’intera filiera”.

1 Commento su "ELV, AIRA: l’Europa è lontana"

  1. roberto capocasa ha detto:

    E’ DI OGNI GIORNO INTERVISTE SU NOTIZIARI DI MARIO GROTTO DOVE VIENE CHIAMATO PRESIDENTE DEI RECICLATORI DI AUTO,TRA FRANTUMATORI E RECICLATORI C’E’ UN ABISSO,DUE MONDI DIVERSI,DUE MODI DI ESPRIMERSI ASSOLUTAMENTE IN CONTRASTO TRA LORO,MA VEDO CHE AD ALTRI PRESIDENTI DI CATEGORIA VA BENE ED ECCO CHE SCATTA LA MENTE CONTORTA DI QUALCUNO PER FARCI FARE UN’AUTOCERTIFICAZIONE DEI PACCHI, DELLA PESA SINGOLA DI OGNI AUTO IN ENTRATA,E IN USCITA,MA NON DICE CHE ALCUNI MULINI RITIRANO PACCHI CON GOMME,PARAURTI,SERBATOI IN POLIETILENE,VETRO,A VOLTE ANCHE CON OLIO DA SCOLARE PER TUTT’ITALIA,COME POSSONO GARANTIRE QUI’ IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI,MA NON DICE CHE I CONCESSIONARI VENDONO LE AUTO AI DEMOLITORI INNESCANDO UN MECCANISMO CONTORTO CHE SONO LE ASTE ,TANTO SE TU NON ME LA PAGHI C’E’ UN’ALTRO,OPPURE MI DEVONO DIRE PERCHE’ I PRODUTTORI FANNO FIRMARE CONTRATTI A COSTO ZERO AI DEMOLITORI E IL CONCESSIONARIO VUOLE ESSER PAGATO,OPPURE ESPORTA LE AUTO O ADDIRITTURA LE VENDE A DEMOLITORI SEMPRE DELLA STESSA RETE A 500 Km DI DISTANZA,PERCHE’ NON DICE DELLE OFFICINE CHE SPOLPANO LE AUTO E POI LE CARCASSE VENGONO CONSEGNATE A DEMOLITORI O ROTTAMAI COMPIACENTI FORSE ROMPIAMO LE SCATOLE ALL’ASSOCIAZIONE DEI ROTTAMAI?PERCHE’ NON ATTACCA COLORO CHE DOVREBBERO INCENTIVARE LA TERMOVALORIZZAZIONE?SE SI VOGLIONO RAGGIUNGERE VERAMENTE GLI OBIETTIVI NEL TAVOLO DI LAVORO CI DEVONO STARE TUTTI E PRIMA DI SPARARE SENTENZE BISOGNA UMILMENTE FARE UN GIRO DI TELEFONATE E CHIEDERE A NOI AUTODEMOLITORI CHE SIAMO I VERI RECICLATORI E RIUTILIZZATORI QUALI SONO LE COSE CHE NON VANNO E PERCHE’.NESSUNO PARLA DELLE NOSTRE DIFFICOLTA’ A MANDAR AVANTI LE NOSTRE AZIENDE CI HANNO SEMPRE PRESO PER LADRI,IMBROGLIONI,PER QUALCUNO TUTTA LA CATEGORIA VIENE CONSIDETRATA UGUALE,NOI SIAMO IMPRENDITORI SERI CON MIGLIAIA DI DIFFICOLTA’ NON HO MAI SENTITO NESSUNO DIRE INCENTIVI O FINANZIAMENTI PER GLI AUTODEMOLITORI.ROBERTO CAPOCASA.

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