La start-up finanziata anche dall’Unione europea nasce a Messina. Dagli scarti nascono bioplastiche utili per automotive, calzature e giocattoli
“Dal letame nascono i fiori” cantava De Andrè, e ora dalla birra nasce la bioplastica ad alte prestazioni, è questo il progetto innovativo di Life Restart, made in Sicilia e finanziato dal programma Ue Life. L’iniziativa mira a convertire gli scarti di birra in bioplastiche, offrendo diverse potenziali applicazioni di mercato in settori come l’automotive, le calzature, l’edilizia e i giocattoli. L’obiettivo è duplice: ridurre la domanda di biopolimeri di origine fossile e vergini e alleviare la pressione sulle risorse naturali.
L’impianto si trova a Roccavaldina, in provincia di Messina, e grazie a questa iniziativa, guidata dalla Fondazione Messina, un sito industriale, un tempo abbandonato, può produrre materiali sostenibili e, allo stesso tempo, diventare un polo per lo sviluppo locale, coinvolgendo ricercatori, designer e altri professionisti per rivitalizzare il territorio, già vittima di spopolamento e disoccupazione.
L’idea risponde pienamente alla visione del nuovo Piano d’azione per l’economia circolare per un’Europa più pulita e competitiva, al Green Deal europeo e alle normative relative alla legge europea sul clima. Lo scorso 25 marzo un comunicato di Life Restart annunciava il completamento del collaudo dell’intero impianto. I passi successivi prevedono l’inizio di test per produzioni semi-industriali e l’invio dei materiali prodotti ai possibili clienti. Non solo scarti di birra, però, sul sito della start-up si legge anche che verranno utilizzati scarti di produzione di caffè e sansa.