Transizione ecologica, il riassunto di un 2021 tra luci e ombre

di Rosanna Auriemma 27/12/2021

Dalla nascita del Ministero della Transizione Ecologica ai fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, passando per la lotta ai cambiamenti climatici con l’appuntamento chiave della Cop26 di Glasgow: un anno di grandi novità per l’Italia che riparte dopo lo stop della pandemia

Gennaio: pubblicata la CNAPI, la carta dei siti idonei a ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive

Il 2020, anno di profonda crisi sanitaria ed economica. Il 2021, l’anno della ripartenza. I fondi europei del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la transizione ecologica, la Cop26, la lotta ai cambiamenti climatici. Un anno di svolta e cambiamento, sicuramente diverso rispetto a quello precedente. Gennaio, infatti, è il mese delle grandi novità con la pubblicazione della CNAPI, la carta dei siti idonei a ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive. Dopo 6 anni Sogin rende pubblico il dossier con i 67 siti potenzialmente idonei a ospitare la struttura. Una carta, però, accolta tra le polemiche e i ‘no’ delle sette regioni coinvolte. “La storia del nucleare in Italia non è stata per tutti uguale. Ci sono territori che hanno contribuito di più e altri meno. Il Lazio è forse la Regione che più di tutti ha caricato sulle proprie spalle il peso della stagione del nucleare” dichiara Massimiliano Valeriani, assessore all’ambiente Regione Lazio.

Febbraio: nasce il Ministero della Transizione Ecologica

La vera svolta per l’Italia arriva a febbraio, con la nascita del nuovo Ministero della Transizione Ecologica, l’inedito dicastero del governo Draghi che ha preso il posto del Ministero dell’Ambiente, integrando anche le competenze sull’energia. Al MiTE il più delicato dei compiti: l’invio alla Commissione europea, entro fine aprile, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, occasione unica per il rilancio dell’economia italiana. “Vogliamo lasciare un buon Pianeta, non solo una buona moneta” afferma il presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Ci sarà un Ministero della Transizione Ecologica, dove le competenze ambientali saranno ulteriormente rafforzate, perché per guidare questa transizione sarà necessario un Ministero forte, autorevole e competente” spiega Donatella Bianchi, presidente Wwf Italia.

Marzo: al via ViViFir, il nuovo applicativo per la vidimazione virtuale dei formulari di identificazione dei rifiuti

Ma la transizione a cui il Paese è chiamato viaggia su due binari paralleli: sostenibilità e digitale. E marzo, in questo senso rappresenta un importante punto di svolta per gli operatori del settore rifiuti con l’entrata in funzione del nuovo applicativo per la vidimazione virtuale dei formulari di identificazione dei rifiuti, ViViFir. “Con ViViFir si ha la comodità di avere dei formulari che un attimo prima non si aveva. Questo è già un enorme vantaggio, sebbene non sia la strada che ci auspichiamo per il futuro, perché vorremmo tutto il mondo in digitale. Qui, invece, stiamo parlando di vidimazione virtuale, non digitale. In questo caso si tratta di un formulario su un A4, anziché su un modulo continuo. Per non parlare del vantaggio di usare una stampante laser e non una ad aghi, oggi pressoché introvabile e molto costosa” spiega Giovanni Paone, amministratore unico Nica Srl.

Aprile: via libera del governo Draghi per la consegna del PNRR

Il mese di aprile si chiude con il via libera del governo per la consegna del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: al capitolo rifiuti meno fondi e più riforme per colmare l’atavico gap tra Nord e Sud e rilanciare la corsa dell’Italia verso gli obiettivi europei. “Siamo primi perché stiamo vivendo di rendita, di una rendita che viene da un Paese che per tradizioni, stili di vita, anche modo di fare impresa, è naturalmente vocato all’economia circolare. Ciò che manca all’Italia sono impianti, investimenti pubblici e privati e una governance” spiega Roberto Morabito di ENEA.

Maggio: l’economia circolare messa all’angolo dal PNRR

Maggio è il mese della resa dei conti. Dopo aver presentato all’Europa il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’Italia incassa i primi ‘no’ al capitolo rifiuti da stakeholder e imprese di settore. L’economia circolare messa all’angolo da un Paese che avrebbe potuto osare di più soprattutto negli investimenti per la costruzione di impianti di riciclo. “I numeri dei rifiuti che finiscono in discarica restano ancora molto elevati. Nel Lazio, circa il 60% dei rifiuti è destinato alla discarica. Numeri simili anche in Campania e Sicilia. Entro il 2035 solo il 10% degli scarti potrà andare in discarica. L’Italia, quindi non deve solo investire in impianti di incenerimento, ma soprattutto in impianti di riciclaggio” afferma Mattia Pellegrini, DG ambiente Commissione Europea.

Giugno: Italia leader in Europa per il recupero di materia dai rifiuti speciali

Fondi, dunque, insufficienti per un Paese che anche nell’anno della pandemia ha confermato la sua leadership a livello europeo per il recupero di materia dagli scarti e per il loro reimpiego nei cicli produttivi, fa sapere Ispra durante la presentazione a giugno del rapporto rifiuti speciali 2021. Troppe ancora, però, le quantità esportate a causa della mancanza di capacità di trattamento. “I rifiuti speciali continuano a crescere, quindi il famoso disaccoppiamento, cioè cresce l’economia, ma si riducono i rifiuti, per il momento non funziona. Ci sono ancora troppi squilibri territoriali. Inoltre, abbiamo una capacità di incenerimento insufficiente e quindi, anche per gli speciali, continuiamo a esportare rifiuti verso l’estero” spiega Chicco Testa, presidente di FISE Assoambiente.

Luglio: al via il G20, il vertice a Napoli su ambiente, clima ed energia

Luglio è il mese del G20, il vertice a Napoli su ambiente, clima ed energia. L’economia circolare al centro della transizione, pilastro fondamentale della lotta al cambiamento climatico. La circular economy si candida al ruolo di capofila, a patto però di sciogliere i nodi che rischiano di frenarne lo sviluppo. “Il decreto semplificazioni dovrà accompagnare l’attuazione del PNRR, ma anche lo sviluppo delle potenzialità di crescita di un settore strategico come quello dell’economia circolare. È fondamentale dare certezze e stabilità al quadro normativo per consentire alle imprese che già oggi fanno economia circolare di sviluppare tutte le loro potenzialità” dichiara l’Onorevole Chiara Braga, comm. ambiente Camera dei Deputati.

Agosto: focus sul nuovo metodo tariffario di Arera

Prima della pausa estiva, ad agosto Ricicla.tv accende i riflettori sul nuovo metodo tariffario di Arera per il conferimento agli impianti di chiusura del ciclo dei rifiuti, premiando il recupero e penalizzando la discarica. Un altro passo avanti sulla strada degli sfidanti obiettivi europei. “Questo metodo ha l’ambizione di accompagnare il settore dei rifiuti verso il conseguimento degli obiettivi che la politica europea in materia ambientale ci impone, in termini di riciclo al 65% e di riduzione dello smaltimento in discarica sotto il 10% entro il 2035. Il metodo, infatti, prevede una serie di incentivi per comportamenti virtuosi che i gestori pongono in essere, in particolare stimolandoli a effettuare raccolte differenziate di qualità e ad aumentare i quantitativi di rifiuti avviati a riciclo” spiega Andrea Guerrini, componente del collegio Arera.

Settembre: al via a Napoli il Green Symposium, la maratona dedicata ai temi dello sviluppo sostenibile

Rifiuti, impianti, economia circolare e investimenti, i temi al centro del Green Symposium 2021, dal 15 al 17 settembre, la tre giorni di dibattito dedicata allo sviluppo sostenibile, promossa da Ricicla.tv e Conai con la partnership di Ecomondo, ritornata finalmente in presenza, nella splendida cornice del museo ferroviario di Pietrarsa, a Napoli. “Il disegno di sviluppo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è fortemente orientato in direzione della sostenibilità ambientale. Basti pensare che circa 70 miliardi su un totale di 191 sono destinati alla missione 2, quella per la transizione ecologica, mentre i circa 25 miliardi della missione 3 sono destinati alla mobilità sostenibile. Al di là dei numeri, sono le scelte di fondo che possono fare dell’Italia un Paese all’avanguardia nel percorso di transizione verso un modello di sviluppo e di crescita equo e sostenibile. In questa svolta il Sud può diventare protagonista perché il governo ha deciso di stanziare oltre il 40% delle risorse per la transizione green proprio al Mezzogiorno” dichiara Mara Carfagna, Ministro per il Sud.

“Il Green Symposium è un’idea che nasce, prima ancora della pandemia, dalla necessità di riuscire a portare nelle regioni del Sud il tema delle competenze al centro dell’agenda politica delle amministrazioni regionali. Perché in Italia, ma in particolare nel Sud, c’è una chiara incapacità di gestire e spendere i fondi che l’Europa e il governo centrale mette a disposizione. Quindi, l’idea di partenza è stata quella di creare una cabina di regia di professionisti capaci di sostenere e affiancare le amministrazioni e le imprese in attività di formazione. Poi il Recovery Plan, questa pioggia di finanziamenti hanno reso l’idea ancor più robusta. Abbiamo portato a Napoli, l’anno scorso in versione digital, quest’anno finalmente in presenza, gli attori di questa fase di transizione che deve necessariamente partire dal Sud. Il Green Symposium sarà una tre giorni di appuntamenti che vorranno fare il punto sulle ataviche deficienze impiantistiche e infrastrutturali del Mezzogiorno e provare a mettere a terra dei progetti per la ripartenza. Perché non c’è ripartenza dell’Italia se non c’è ripartenza del Sud del Paese” dichiara Monica D’Ambrosio, direttore responsabile di Ricicla.tv.

“In questo momento in cui stanno arrivando sempre più fondi, il vero tema è riuscire a sviluppare e far approvare progetti sul territorio. Perché quando parliamo del mondo del riciclo e dei rifiuti, c’è la necessità di avere approvazioni e autorizzazioni. Per questo motivo, le competenze diventano un fattore fondamentale per sviluppare correttamente i progetti” spiega Luca Ruini, presidente Conai. “C’è un gap tra Nord e Sud del Paese che va affrontato e va risolto. Anche perché è necessario che al Sud si impiantino nuove attività industriali. Quindi, più che chiedersi perché manchino impianti di trattamento al Sud, sarebbe meglio proporre investimenti sull’industria innovativa che possa portare una virtuosa impiantistica industriale” dichiara Alessandro Bratti, direttore generale di Ispra.

“Oggi stiamo assistendo a una grande polarizzazione. Le aziende che rendiconteranno la propria sostenibilità avranno accesso agevolato al credito, mentre quelle che non lo faranno saranno fuori dalle agevolazioni. Le piccole e medie imprese hanno bisogno di aiuto nella transizione ecologica: semplificazioni normative, aiuto negli investimenti e sostegno delle istituzioni. La piccola e media impresa è sostenibile per definizione. Lo è ambientalmente perché è a chilometro zero, lo è socialmente perché presente sul territorio. In questo tempo di pandemia, le PMI con un welfare più maturo hanno dimostrato migliore capacità di reazione. I numeri dell’economia italiana lo stanno confermando” spiega Daniele Gizzi di Confartigianato Imprese.

“È stata una tre giorni molto positiva per i temi trattati, per i contenuti, soprattutto per l’attenzione che c’è stata da parte delle istituzioni e delle associazioni che vogliono venire al Sud Italia. Hanno la necessità di interloquire con le popolazioni per ricucire il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni che manca da tanti anni” afferma Giovanni Paone, amministratore unico Nica Srl.

Ottobre: ritorna Ecomondo, la fiera di Rimini della green and circular economy

Ottobre è tradizionalmente il mese dedicato a Ecomondo, la fiera di Rimini della green and circular economy, che quest’anno ha fatto da autentico trampolino di lancio per l’appuntamento chiave della Cop26 di Glasgow. “Questo Ministero ha cambiato non solo nome, non più Ministero dell’Ambiente, ma della Transizione Ecologica perché vuole avere una visione chiara e concreta di sviluppo sostenibile, tutelando l’ambiente in ottica green senza sacrificare l’economia del Paese. La nostra è una visione di concretezza, pragmatismo e dialogo con tutto il mondo produttivo e con i cittadini. La visione di chi vuole avere obiettivi chiari, ma soprattutto li vuole raggiungere” afferma l’Onorevole Vannia Gava, sottosegretario Ministero della Transizione Ecologica.

Novembre: la lotta al cambiamento climatico passa per la Cop26 di Glasgow

Novembre è il mese delle grandi aspettative, delle azioni concrete, della svolta che serve per aiutare il pianeta nella lotta al cambiamento climatico. “Dobbiamo trovare una transizione senza traumi, perché non c’è il piano B, non c’è il piano bla, bla, bla” dichiara Greta Thunberg, attivista per il clima. “Il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali devono essere trattate insieme. Non esiste un’unica soluzione, a mio avviso. E spero che oltre a protestare, cosa estremamente utile, ci aiuterete però a identificare nuove soluzioni visionarie. Questo è quello che ci aspettiamo da voi”, spiega Roberto Cingolani, Ministro della Transizione ecologica.

Dopo lo Youth for Climate che a settembre a Milano ha visto una delegazione di 400 giovani provenienti da ogni angolo della terra discutere sulle strategie da mettere in campo per la decarbonizzazione, e la Pre Cop, l’ultima riunione ministeriale ufficiale, novembre si apre con la Cop26 di Glasgow, ma il risultato non ha soddisfatto le aspettative di chi sperava in un’economia a zero carbone, trovandosi a fare i conti con un ‘phase down’, cioè una riduzione dei combustibili fossili mal digerita. “Posso solo dire a tutti i delegati che mi scuso per il modo in cui questo processo si è svolto. Sono profondamente dispiaciuto, capisco anche la profonda delusione, ma penso che è di vitale importanza proteggere questo risultato” dichiara Alok Sharma, presidente della Cop26.

Dicembre: i progetti da finanziare con i fondi messi a disposizione dal PNRR

Ed eccoci a dicembre. L’anno si chiude con l’apertura della presentazione dei progetti da finanziare con i 2,1 miliardi che il PNRR mette a disposizione per il settore della gestione dei rifiuti ed dell’economia circolare. “Il PNRR per quanto riguarda l’economia circolare traguarda due obiettivi: da una parte implementare la raccolta differenziata di qualità, tesa a garantire l’aumento delle percentuali di riciclaggio colmando così il divario territoriale, dall’altra garantire per quelle filiere industriali strategiche l’innovazione tecnologica finalizzata alla sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde derivanti dal trattamento dei rifiuti” dichiara Laura D’Aprile del Ministero della Transizione Ecologica.

“E allora, da parte mia e di tutta la redazione – chiude Monica D’Ambrosio, direttore di Ricicla.tv tanti auguri di un 2022 diverso e migliore degli ultimi due anni“, ma soprattutto più sostenibile, per una transizione che non cambi il Paese, ma lo aiuti a migliorare laddove ce n’è più bisogno.

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