Emilia-Romagna verso un nuovo piano dei rifiuti: per la prima volta ci sono anche le bonifiche

di Beppe Facchini 19/01/2022

L’assessore all’ambiente Priolo: “Approvazione prevista entro l’estate. Saremo la prima Regione che non pianificherà più discariche per rifiuti urbani. Oggi siamo già all’1,66% di conferimenti in discarica rispetto al target europeo del 10% al 2035”

“Il piano per le bonifiche che è stato finanziato ci consente per alcuni siti di lavorare all’approccio della rigenerazione urbana. La normativa ci dice che i suoli devono ritornare in uso, messi a disposizione della collettività. Poter riutilizzare i suoli da bonificare significa non dover utilizzare suoli vergini e questo per noi è un approccio molto positivo” spiega Irene Priolo, assessore all’ambiente, Regione Emilia Romagna.

Prosegue spedita in Emilia-Romagna la nuova pianificazione regionale in materia di rifiuti e per la prima volta ci sarà anche un piano per la bonifica delle aree inquinate. È questa infatti la grande novità in arrivo al termine del lungo percorso per l’approvazione del Piano regionale 2022-2027, che dopo il voto favorevole agli obiettivi e alle scelte strategiche proposte all’assemblea legislativa lo scorso fine maggio e l’adozione con delibera di giunta il 27 dicembre 2021, è adesso alle prese, fino al prossimo 14 febbraio, con la fase dedicata alle osservazioni dei soggetti interessati. Poi seguiranno le controdeduzioni, il percorso di valutazione ambientale strategica, gli ultimi passaggi in commissione e il voto definitivo in aula, con l’obiettivo dell’approvazione entro l’estate, garantendo in seguito monitoraggi annuali e semestrali e un monitoraggio intermedio di piano nel 2025. A renderlo possibile i fondi comunitari, regionali e del PNRR.

“Fino al 14 febbraio sono aperti i bandi del MiTE per quanto riguarda i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sull’economia circolare. Si tratta di due call che sono state attivate, una da un miliardo e mezzo e una da 600 milioni. La prima riguarda gli enti regolatori regionali, nel nostro caso ATERSIR, che devono presentare il finanziamento, mentre il fondo da 600 milioni riguarda i soggetti privati, i gestori in modo particolare. Questi fondi servono a incentivare in un caso la filiera del recupero dell’economia circolare e nell’altro quella dell’impiantistica. Noi abbiamo stimato per una linea di finanziamenti circa 80 milioni di euro, per l’altra linea di finanziamenti 30-40 milioni di euro. Per quanto riguarda il piano delle bonifiche sono quasi 29 i milioni di euro che il MiTE ha destinato all’Emilia Romagna. Abbiamo già presentato i nostri progetti. In ogni caso è previsto l’utilizzo del fondo regionale, che consta di 5 milioni che tutti gli anni la Regione destina, più 5 milioni che vengono prelevati attraverso il bacino regionale degli enti locali” aggiunge l’assessore all’ambiente Irene Priolo.

Importanti e ambizioni gli obiettivi posti dal piano in una regione già da tempo virtuosa. “Oggi l’Emilia Romagna è quasi al 73% della raccolta differenziata. Siamo la quarta regione in tutta Italia, ma ci poniamo l’obiettivo di arrivare all’80% della raccolta differenziata. Questo obiettivo si accompagna a quello del tasso di riciclo che poniamo al 66%. Siamo in entrambi i casi oltre i target che l’Europa pone. L’obiettivo che vogliamo raggiungere è quello di non conferire più rifiuti urbani nelle discariche. Saremo la prima Regione in Italia che non pianificherà più discariche per rifiuti urbani. Oggi siamo già all’1,66% di conferimenti in discarica rispetto al target europeo del 10% al 2035″ prosegue l’assessore.

Escludendo la realizzazione di nuovi inceneritori, il piano spazia dall’estensione della tariffazione puntuale (obiettivo che non è stato raggiunto nel piano precedente) al recupero di energia, fanghi e Raee, passando fino alla qualità dell’aria e delle acque e prevedendo inoltre interventi mirati in base alle zone territoriali, minore burocrazia e riduzione del rifiuto indifferenziato pro capite, mediamente di 190 chili e che nella mission regionale dovrà arrivare a 120 chili. “Diverso è il ragionamento sui rifiuti speciali. Abbiamo circa 3 milioni e 200mila tonnellate di rifiuti urbani, mentre nel medio periodo rispetto ai rifiuti speciali, abbiamo una produzione che si aggira intorno ai 17 milioni di rifiuti. Dovremo attivare delle filiere di economia circolare con ulteriori finanziamenti che noi abbiamo previsto: 49 milioni di euro derivanti dalla programmazione comunitaria per fare in modo che anche i rifiuti speciali possano diminuire” dichiara Priolo.

E a proposito di rifiuti speciali, un altro aspetto importante è quello dell’autosufficienza e del principio di prossimità per la collocazione di nuovi impianti. “L’Emilia Romagna è molto forte dal punto di vista della crescita economica, abbiamo un PIL che è stimato intorno al 6% nel prossimo anno. Questo, però, porta con sé una produzione dei rifiuti industriali non pericolosi molto importate. E allora noi dobbiamo renderci conto che dobbiamo farci carico non solo dei valori e dei vantaggi che un distretto produttivo si porta dietro, ma anche dei rifiuti prodotti. Quindi, fare in modo che la Regione non esporti il proprio problema, ma se ne faccia carico” chiude l’assessore all’ambiente Irene Priolo.

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