Rifiuti Urbani, presentato rapporto Ispra 2015

di Giovanni Paone 29/10/2015

ROMA. Sale la raccolta differenziata, calano i conferimenti in discarica. Dopo i numeri del Conai, che nei giorni scorsi aveva rimarcato i risultati dell’Italia, in grado di tagliare in anticipo il traguardo dell’avvio a riciclo oltre il 50% fissato dall’Europa al 2020, arrivano i dati dell’Ispra. La separazione dei materiali nel nostro Paese ha raggiunto due successi su tutti tra 2013 e 2014: calo del 14% sulla quantità di rifiuti smaltita in discarica (che scendono a quota 9,3 milioni di tonnellate) ed incremento del 3% circa nella raccolta (che così arriva ad un dato medio del 45,2%). Dato quest’ultimo raggiunto con ben sei anni di ritardo rispetto agli obiettivi fissati dalla normativa nazionale. I dati riferiti al 2014 sono stati rilasciati in occasione della presentazione del rapporto annuale “Rifiuti Urbani” 2015, tenutasi oggi a Roma presso la sede del Ministero dell’Ambiente. Il risultato è particolarmente positivo in virtù di quella che è stata la quantità di rifiuti prodotti, che lo scorso anno è cresciuta di 0,3 punti percentuali (dato in linea con la generalizzata ripresa dei consumi familiari).

NUMERI IN CRESCITA. La gestione virtuosa dei rifiuti resta a doppia velocità su base territoriale, ma la forbice tra Nord e Sud tende a chiudersi. Le regioni in cui la differenziata è cresciuta di più sono state al Centro, dove si è registrato un +11,7%, seguite dal Meridione (+7,5%) e regioni settentrionali (+5,6%) dove comunque restano concentrate le eccellenze. Su 14 province che nel 2014 si sono attestate su livelli di raccolta al di sopra del 65%, 11 sono localizzate nel Nord Italia (5 in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Emilia Romagna) 1 è al Centro (nelle Marche) e 2 nel Sud (in Campania e Sardegna).

CRESCE IL COMPOSTAGGIO. Per quanto riguarda la diffusione territoriale dell’impiantistica nell’anno 2014 c’è stato un importante sviluppo della dotazione per il compostaggio della frazione umida. Dotazione cresciuta specialmente al nord del Paese, dove incide con evidenti aumenti delle capacità di trattamento e delle quantità di rifiuti gestite. Il numero di impianti operativi è pari a 279 ed aumenta, rispetto all’anno 2013, di 39 unità; 179 sono localizzati al Nord (64,2%), 44 al Centro (15,8%) e 56 al Sud (20,1%) . I dati su conferimenti in discarica e riciclaggio confermano che se da una parte si riesce a trattare negli impianti di riciclaggio il 42% della produzione, dall’altra nonostante i miglioramenti vanno a finire in discarica ancora il 31% degli rsu. Il destino è stato l’incenerimento per il 17% dei rifiuti prodotti (sono 44 gli impianti attivi in Italia) mentre solo il 2% ha preso la strada dei cementifici come combustibile alternativo.

I COSTI DEL SERVIZIO. La validità dei dati Ispra è data anche dall’interfaccia, presentata contestualmente al rapporto, consentita dal portale del “Catasto Rifiuti” attraverso il quale è consultabile il dato particolareggiato di ogni singola amministrazione. E la stessa attenzione verso gli enti locali ha portato l’Ispra ad inserire nel suo rapporto, come d’abitudine, il dato relativo al costo della tariffazione dei servizi di igiene urbana. La percentuale di copertura dei costi su base nazionale ha raggiunto quota 99,5%: dato cui ha portato sia la configurazione della normativa vigente che la diminuzione dell’evasione. Nel 2014 il costo medio annuo pro capite di gestione del servizio risulta di 165,09 euro/abitante per anno, di cui 60,41 euro per la gestione dei rifiuti indifferenziati, 44,79 euro per la gestione delle raccolte differenziate, 22,39 euro per lo spazzamento stradale. Le medie dei costi sono differenti da regione a regione. A livello di macroarea geografica risultano di 148,28 euro al Nord, 208,94 euro al Centro e 165,21 euro al Sud.

TARIFFAZIONE PUNTUALE. A questo proposito l’Ispra nel corso del 2014 ha selezionato un campione di 102 comuni che adottano il sistema di tariffazione puntuale denominato (Pay-As-You-Throw), localizzati solo nel Nord Italia, non essendo disponibili informazioni dei comuni del Centro e del Sud. La popolazione totale del campione è di 358.630 abitanti ed ha registrato in tutti i casi una diminuzione compresa tra il 4 e il 20% dei costi al cittadino, ma – come si precisa nel comunicato dell’istituto di protezione ambientale – trattasi di un campione insufficiente a trarre conclusioni, dato che le percentuali di differenziata sono molto diverse tra loro.

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