Terra dei Fuochi, Corte di Strasburgo processa l’Italia

di Valentina Trifiletti 06/03/2019

Con la cartella clinica di mia figlia ho partecipato personalmente al ricorso. Da anni tutti i vertici istituzionali conoscevano il rischio a cui la popolazione residente era esposta è nulla e stato mai fatto per impedire che ci ammalassimo. Oggi apprendiamo che l’Europa ci ha dato ragione, L Italia verrà processata e anziché esserne felici siamo a pezzi“. Queste sono le parole di Tina Zaccaria, mamma e presidente dell’associazione “Angeli guerrieri della Terra dei Fuochi“. Da anni, tutte insieme, si battono affinché i loro diritti, primo fra tutti quello alla vita, non vengano calpestati. Con l’avvio del processo della Corte di Strasburgo contro il governo italiano si compie un piccolo passo verso la giustizia. L’accusa è di aver violato l’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti umani in cui è stabilito che “il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge“.

I RICORSI. Dopo aver attentamente esaminato i ricorsi, arrivati a Strasburgo tra l’aprile del 2014 e lo stesso mese del 2015, la Corte ha deciso di dare il via al contraddittorio tra le parti comunicando al governo le violazioni che oltre 30 persone e 5 associazioni hanno denunciato. In più, i giudici di Strasburgo hanno chiesto all’esecutivo quali misure sono state adottate per identificare le zone inquinate e verificare il livello di contaminazione di aria, acqua e suolo. Al governo, dunque, spetterà fornire le prove per dimostrare che ha fatto tutto il necessario per proteggere la salute dei cittadini.

I ricorsi presentati sono stati oltre 3.500 e i ricorrenti sostengono che, nonostante le autorità fossero a conoscenza dell’esistenza di un rischio reale e immediato per la vita delle persone, causato dall’accumulo e dalla combustione di rifiuti tossici nelle discariche abusive, non abbiano preso misure per ridurre il pericolo. Inoltre imputano allo Stato di non aver introdotto leggi per perseguire efficacemente i responsabili dell’inquinamento e di non aver informato la popolazione sui rischi per la salute.

IL MINISTRO. «Siamo molto lontani rispetto ai fatti contestati nel 2014 dinanzi alla Corte di Strasburgo – dice il ministro dell’Ambiente Sergio Costa -. Prima ancora che nel ruolo di ministro, ho lottato contro la Terra dei Fuochi e per la tutela dei cittadini come generale dei Carabinieri. Questo Governo da subito è sceso in campo con un piano d’azione concreto, e dalla partecipazione a due comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza, a Napoli e Caserta, è emerso che il numero dei roghi è in diminuzione, così come la dimensione. Questo significa interventi più tempestivi ed efficaci, visto che la catena degli interventi e delle responsabilità è stata chiarita». «Sono sempre stato lì, in quel territorio a rappresentare questo grande dramma – aggiunge il ministro –. Oggi la Terra dei Fuochi è diventata un simbolo di quel territorio e di tutti quei casi dove c’è un’aggressione ambientale alla natura e alla salute delle persone. Questo atto avviato dalla Corte di Strasburgo ci conferisce maggior forza».

«Alcuni atti sono stati già avviati, come il patto d’azione per Terra dei Fuochi; la norma del Decreto Sicurezza che individua i percorsi di tutela da incendi delle piattaforme di rifiuti; la legge Terra Mia, che affronterà le vicende delle Terre dei Fuochi e quei siti orfani di tutela. A tale scopo – conclude il Ministro –  nel piano di stabilità ho fatto inserire delle risorse, dunque, qualcosa si sta muovendo. Questa condanna a carico dell’Italia ci dà la forza per dimostrare che stiamo facendo qualche cosa. Giusto fare quelle indagini per poi avere il coraggio di cambiare le cose».

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