Roma, dall’energia alla CCS: cosa prevede il progetto del termovalorizzatore

di Redazione Ricicla.tv 17/11/2023

Pubblicato il bando per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma, che sarà affiancato da un impianto di cattura della CO2 e da una linea di trattamento delle ceneri pesanti. Brandolini: “Impianto fondamentale verso obiettivi europei al 2035”


Un termovalorizzatore da 600mila tonnellate l’anno, ma anche un impianto sperimentale di cattura e liquefazione della CO2 e una linea di trattamento delle ceneri pesanti per il recupero dei materiali riciclabili. Questi gli elementi chiave del progetto per il “Parco delle risorse circolari”, proposto da una cordata di imprese capitanata dalla multiutility Acea e messo a gara ieri dal Comune di Roma. Il bando, nella formula del project financing, vale poco meno di 7,5 miliardi di euro e prevede l’affidamento in concessione della progettazione, autorizzazione all’esercizio, costruzione e gestione del polo. L’avvio della procedura competitiva, che si chiuderà il prossimo 18 maggio, giunge al termine di una lunga trattativa tra Comune e Acea per migliorare la proposta dal punto di vista tecnico ed economico, precisa il Campidoglio in una nota. Il cronoprogramma dell’opera prevede l’avvio del cantiere entro l’autunno 2024 e il termine dei lavori entro il 2026.

L’annuncio, piuttosto atteso, è arrivato in occasione dell’evento di presentazione del secondo anno di mandato del sindaco – e commissario per il Giubileo – Roberto Gualtieri. “Sarà un impianto all’avanguardia sul piano tecnologico – ha dichiarato Gualtieri – il che lo renderà il meno inquinante d’Europa. Avrà una potenza energetica di 67,6 Megawatt al netto dell’autoconsumo, equivalente al fabbisogno energetico di 200mila famiglie. Grazie a questo impianto, Roma potrà raggiungere l’obiettivo discarica zero attraverso la trasformazione energetica dell’intera quota indifferenziata dei rifiuti prodotti più tutti gli scarti della differenziazione”.

Il progetto dell’impianto di recupero energetico, che come noto dovrebbe sorgere su un’area di proprietà della municipalizzata AMA in località Santa Palomba, prevede due linee forno-caldaia ciascuna con capacità di trattamento di 300mila tonnellate l’anno e carico termico massimo di 125 MWt. La linea di trattamento dei fumi è stata progettata per garantire il rispetto dei principali parametri di riferimento entro i limiti stabiliti dalle BAT europee. Allo scopo di mitigare l’impronta carbonica del processo di combustione dei rifiuti, il termovalorizzatore sarà inoltre integrato da un impianto sperimentale di CCS (Carbon Capture e Storage), per intercettare la CO2 generata e liquefarla per il successivo trasporto “in giacimenti esauriti a gas nell’area offshore dell’Adriatico operati dalla società ENI in joint-venture con SNAM”. “L’impianto per la cattura della CO2 – ha chiarito Gualtieri – ci consentirà di andare oltre l’obiettivo dell’abbattimento del 90% delle emissioni indicato nel piano rifiuti”.

Il complesso impiantistico, si legge nella relazione, sarà completato da una linea di trattamento delle ceneri pesanti per una capacità di 150mila tonnellate annue che “attraverso trattamenti di vagliatura, triturazione, deferrizzazione, separazione di elementi metallici e l’utilizzo di cemento” tirerà fuori dalle scorie i residui metallici da valorizzare e una frazione minerale inerte da utilizzare “come materiale da costruzione secondario o in altri processi produttivi nella logica dell’end of waste”. A differenza dell’impianto sperimentale per la cattura della CO2, In Italia sono già attivi diversi impianti di grande taglia per il trattamento delle scorie, in tutto e per tutto simili a quello che sarà realizzato a Roma. Uno degli ultimi entrati in funzione è a Marigliano, in provincia di Napoli, ed è stato realizzato per trattare ogni anno 170mila tonnellate di ceneri del termovalorizzatore di Acerra.

“La pubblicazione del bando di gara per il termovalorizzatore di Roma – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – è un passaggio importante verso la realizzazione di un impianto fondamentale per garantire la corretta gestione del ciclo dei rifiuti e per centrare i target europei al 2035″. Ovvero un tetto massimo di smaltimento in discarica del 10%, mentre l’Italia oggi resta intorno al 19%. Ma l’attivazione dell’impianto servirà soprattutto a tagliare gli inquinanti, e onerosi, viaggi dei rifiuti in giro per l’Italia e per l’Europa intera. Nel solo 2021, stando all’ultimo rapporto ISPRA, il Lazio ha inviato fuori regione 103mila tonnellate di rifiuti destinati a incenerimento (principalmente in Lombardia) e 89mila a discarica. Da sommare alle oltre 98mila tonnellate spedite all’estero. Secondo Utilitalia, con l’avvio del termovalorizzatore si registreranno ogni anno 24mila viaggi di camion di rifiuti in meno (14% dei viaggi attualmente effettuati annualmente) con una riduzione delle emissioni climalteranti di 8mila tonnellate di CO2 equivalente, da sommare alle 110mila tagliate per effetto della produzione energetica, stimata in 540mila MWh. A ciò, prosegue l’associazione, si aggiungono le ricadute occupazionali, con la creazione di circa 150 nuovi posti di lavoro, compreso l’indotto e senza considerare le fasi di cantiere.

2 commenti su "Roma, dall’energia alla CCS: cosa prevede il progetto del termovalorizzatore"

  1. Roberto Mancini ha detto:

    Mi auguro che la ns Italietta abbia iniziato a capire come debbono essere trattati i rifiuti a casa nostra e non a continuare a spendere quantitativi industriali di denari per portare i rifiuti all’estero. Il più grande in bocca al lupo

  2. ciccio ha detto:

    ma fate schifo…tutto oro un mostro che brucia quello che potrebbe essere riciclato, produce energia in quantita’ da ridere senza dire quella che si perde non riciclando i rifiuti , leva lavoro non occupando persone nel recupero di materiale, fa ammalare bambini come succede gia’ a Napoli, ,emette anidrite carbonica senza contare furani, nano polveri….Costa solo un migliardo di euro e annulla tutti gli sforzi per ridurre i rifiuti. Vergognatevi

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