Maria Dolores Picciau
11/03/2021

Economia circolare, a Cagliari il nuovo centro del riuso

Ultimo aggiornamento: 1 Marzo 2021 alle 13:03

RIUSO

Dare nuova vita a vecchi oggetti: in Sardegna un’iniziativa di riuso sostenibile

Oggetti vecchi o nuovi in buono stato che non si utilizzano più? Sarà capitato a tutti di non sapere cosa farsene, se regalarli ad amici e conoscenti oppure disfarsene. Ma in che modo? Dal 6 febbraio gli oggetti in buone condizioni che non si utilizzano più possono essere conferiti al centro del riuso aperto a Cagliari, un servizio dove i cagliaritani, muniti di ecocard o tessera sanitaria e iscritti alla banca dati Tari del comune, potranno consegnare agli operatori e chiunque lo desideri potrà, invece, richiederli gratuitamente.

«La finalità del centro del riuso è quello di offrire un servizio ai cittadini che hanno la possibilità da un lato di liberarsi senza sprecare tutta una serie di oggetti che possono ancora avere vita per qualcuno e dall’altra per tanti altri cittadini che hanno l’opportunità di recuperare oggetti. Quindi è un modo per favorire lo scambio, evitando l’incenerimento, di beni e di prodotti che hanno ancora una vita utile», chiarisce Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari.

L’intento, come ci racconta il sindaco, è quello di ridurre la frazione di rifiuti da conferire nei centri di raccolta indifferenziata, aiutare i cittadini in difficoltà, tutelare l’ambiente e soddisfare i principi di economia circolare. «Uno degli obiettivi che ci siamo posti per migliorare complessivamente il sistema della raccolta differenziata – aggiunge il sindaco di Cagliari – è di cercare di diminuire anche i costi a carico del cittadino per far sì che ci sia a un utilizzo intelligente delle cose,  perché ci sono magari dei vestiti che oggi qualcuno di noi non ha più intenzione di utilizzare, ma che qualche altro invece può usare. Questo significa meno spreco, far vivere più a lungo le cose, anche perché sono cambiate le esigenze, magari si hanno bambini piccoli che sono cresciuti e ci sono ancora cose nuove che non possono essere più utilizzate e tante persone potrebbero usarle. Quindi, favorire anche un sistema di economia circolare di condivisione dei beni».

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