Imballaggi, Parlamento Ue pronto a chiedere passo indietro sul riutilizzo

di Redazione Ricicla.tv 18/04/2023

Eliminare gli obblighi di riutilizzo per il takeaway e limitare i vincoli alle sole bevande. Ma anche introdurre un target del 90% di differenziata da raggiungere entro il 2029. Sono alcune delle proposte di emendamento al regolamento Ue sugli imballaggi contenute nella bozza che dovrebbe essere votata a giorni dalla commissione ENVI dell’europarlamento


Il Parlamento europeo potrebbe chiedere la revisione degli obiettivi di riutilizzo degli imballaggi definiti dalla Commissione Ue nel suo schema di regolamento. È solo una delle proposte emendative che nei prossimi giorni dovrebbero essere presentate in commissione ENVI, stando a una bozza della relazione a cura della parlamentare belga Frédérique Ries. Il fascicolo con le modifiche allo schema di regolamento, del quale Ricicla.tv ha potuto prendere visione, dovrebbe essere votato dalla commissione il prossimo 10 maggio. Nella versione consultata dalla nostra redazione, il dossier contiene anche una proposta di restyling del discusso articolo 26 sugli “obiettivi di riutilizzo e ricarica”. A partire dal titolo, dal quale si propone di rimuovere il riferimento alla “ricarica”, per “non confondere i due concetti”, precisa la bozza di relazione, e lasciare all’articolo il solo compito di regolamentare i sistemi industriali di riutilizzo. Sistemi che, stando al documento, non dovrebbero essere applicati al comparto del takeaway alimentare. No dunque all’introduzione di obblighi di riutilizzo di imballaggi per la vendita da asporto di bevande fredde e calde (20% al 2030 e 80% al 2040, per Bruxelles) e di alimenti pronti (10% al 2030 e 40% al 2040), rispetto ai quali i benefici ambientali “sono difficili da dimostrare”, si legge, e inoltre “non vengono affrontati fino in fondo dalla Commissione nella sua valutazione d’impatto”.

Accanto allo stop per il takeaway, la bozza di relazione propone una complessiva revisione degli obblighi di riutilizzo, prevedendo tra l’altro per le bevande due sole categorie, alcoliche e non alcoliche, e spostando la responsabilità del rispetto dei target vincolanti da produttori e distributori ai soli distributori “secondo la logica delle normative per il riutilizzo adottate da Paesi come Spagna e Austria”, si legge. Nello specifico, per le bevande alcoliche i distributori finali – con riferimento ai soli operatori economici con superficie di vendita superiore ai 100 metri quadri – dovrebbero garantirne la commercializzazione in packaging riutilizzabili per il 10% entro il 2030 e per il 25% entro il 2040, mentre per le bevande non alcoliche i target dovrebbero essere del 20% al 2030 e del 35% al 2040. Un netto ridimensionamento dell’ambizioso quadro di target vincolanti di riutilizzo proposto da Bruxelles, e bocciato nella giornata di oggi anche dal Comitato economico e sociale europeo, l’organismo consultivo composto dai rappresentanti delle organizzazioni sociali, professionali, economiche e culturali dell’Ue, secondo cui “il riutilizzo e la ricarica sono ben lungi dall’essere le scelte migliori, da un punto di vista climatico e ambientale. A causa delle lunghe distanze di trasporto rispetto a quelle locali raccolta e riciclo – scrive l’EESC nella sua opinione – l’aumento della logistica avrà un effetto negativo. La pulizia delle bottiglie ricaricabili aumenta il consumo di energia e le emissioni”, osserva inoltre l’organo consultivo dell’Ue, lamentando al pari della bozza di relazione della commissione ENVI “la mancanza di un corretta valutazione d’impatto”.

Tornando alle proposte emendative che potrebbero essere adottate dalla commissione ENVI, nel fascicolo provvisorio viene confermato l’obbligo di istituzione di sistemi di deposito cauzionale (DRS) per bottiglie in plastica e lattine in metallo a partire dal 2029, ma si propone l’abbassamento dal 90% all’85% della soglia di raccolta differenziata necessaria a ottenere l’esenzione, “per dare un po’ più di flessibilità agli Stati membri che hanno tassi di raccolta molto elevati”, si legge nella bozza. Sempre in tema di raccolta, tra gli emendamenti contenuti nel fascicolo in bozza anche la proposta di introdurre un target vincolante di raccolta differenziata del 90% per tutte le principali frazioni di imballaggio da raggiungere entro gennaio 2029 e da aggiungere ai già vincolanti obiettivi di riciclo introdotti dal pacchetto di misure sull’economia circolare. Al capitolo sulle bioplastiche la bozza propone invece un ulteriore stretta al giro di vite previsto da Bruxelles, chiedendo di limitare l’obbligo di utilizzo di plastica compostabile alle sole applicazioni esplicitate (bustine per tè, cialde per caffè, etichette e sacchetti ultraleggeri e, a determinate condizioni, le shopper) ed escludendo la possibilità per la Commissione di estendere (o restringere) l’elenco in un secondo momento con appositi atti delegati. Una previsione che, laddove dovesse finire nella versione finale del regolamento, segnerebbe di fatto lo stop definitivo alla produzione e commercializzazione in Ue di un ampio ventaglio di applicazioni in plastica compostabile, come tazze e contenitori per cibo.

Sul fronte del riciclo la bozza conferma il termine del 2030 entro il quale tutto il packaging dovrà essere riciclabile, prevedendo però che entro la stessa data (e non al 2035, come proposto dalla Commissione Ue) il riciclo debba essere garantito su scala industriale. Tra le proposte di emendamento anche l’obbligo, per la Commissione, di adottare gli atti delegati che dovranno definire, tra gli altri, i parametri per misurare la riciclabilità degli imballaggi entro gennaio 2027 “per dare modo agli attori economici – si legge – di adattare le proprie pratiche industriali”. Un tema, quello dell’incertezza nei tempi di adozione degli atti delegati necessari a dare attuazione al regolamento, che nei giorni scorsi era stato sollevato da molte delle associazioni ascoltate dalla commissione Affari europei del Senato. Sempre in tema di riciclo, la commissione ENVI potrebbe proporre l’eliminazione dell’obbligo di contenuto minimo di plastica riciclata del 10% per gli imballaggi sensibili al contatto non realizzati in PET, visto che “la tecnologia per raggiungere questo obiettivo – si legge – a oggi non esiste”, e che pertanto “la Commissione non dovrebbe fare scommesse tecnologiche sul riciclo”. Le proposte di emendamento dovrebbero essere votate il prossimo 10 maggio dalla commissione ENVI. Quelle approvate saranno poi discusse in plenaria e, una volta ottenuto il via libera definitivo, rappresenteranno la posizione negoziale dell’europarlamento per i triloghi con gli Stati membri e la Commissione Ue.

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