PNRR e rifiuti, l’allarme dei sindaci: “Impossibile rispettare i tempi”

di Redazione Ricicla.tv 28/06/2023

Entro fine anno i comuni dovranno affidare gli appalti dei progetti finanziati dal PNRR per migliorare la raccolta differenziata, ma ancora mancano le graduatorie definitive. L’appello di ANCI: “Il Ministero acceleri, ma serve anche immaginare una proroga dei tempi”


I comuni potrebbero non riuscire a rispettare le serrate scadenze del PNRR sull’attuazione degli interventi per migliorare la raccolta differenziata. Entro fine anno bisognerà affidare gli appalti per i progetti finanziati nell’ambito della linea d’intervento da 600 milioni di euro, ma i ritardi accumulati dal Ministero dell’Ambiente nella chiusura delle graduatorie rendono ardua l’impresa. Delle sette linee d’intervento PNRR per rifiuti ed economia circolare, finanziate con 2,1 miliardi di euro, quella per il miglioramento della raccolta differenziata è infatti l’unica a non aver ancora concluso il suo iter. “Questo determinerà l’impossibilità per i comuni di rispettare le tempistiche – ha dichiarato Carlo Salvemini, delegato ANCI ai rifiuti – ossia l’approvazione dei progetti definitivi al 30 di giugno e la sottoscrizione dei contratti con gli appaltatori al 31 dicembre“.

Lo scorso marzo il Ministero dell’Ambiente aveva pubblicato la graduatoria delle proposte approvate, ma al momento mancano ancora i provvedimenti di concessione dei contributi, indispensabili a svincolare i fondi. Un ritardo legato alla impressionante mole di proposte progettuali da valutare: oltre 3mila quelle pervenute in prima istanza delle quali solo 895 ammesse a finanziamento. “Sono in fase di verifica i cosiddetti ‘doppi finanziamenti’ – ha chiarito Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo sviluppo sostenibile del Ministero dell’Ambiente – come è noto il PNRR prevede una fase di controllo molto accentuata, che è in fase di ultimazione – ha garantito – con il dipartimento PNRR abbiamo anche lavorato direttamente con i comuni, perché c’erano amministrazioni in difficoltà che non avevano comunicato i codici univoci di progetto che ci servono a completare i decreti”. Ma lo slittamento delle valutazioni sui progetti per la differenziata è stato dettato anche dalla necessità di mettere in sicurezza la restante parte del PNRR, quella degli impianti. “Per accelerare i controlli – ha chiarito D’Aprile – d’intesa con Anci nazionale, abbiamo preferito concentrarci sulle linee più complesse dal punto di vista dell’attuazione, che necessitano della valutazione d’impatto ambientale”. E che rischiano più delle altre di non rispettare le serrate scadenze per l’attuazione.

Un rischio del quale anche Salvemini si è detto consapevole. “È necessario introdurre procedure più snelle per l’autorizzazione degli impianti e superare con processi di coinvolgimento della cittadinanza quelle criticità che sorgono quando si deve realizzare nuovi impianti”, ha detto. Pur sollecitando “una robusta accelerazione” da parte del Ministero, il delegato Anci ai rifiuti ha però chiarito che al momento è impossibile pensare che i tempi possano essere rispettati. “Occorre già da oggi immaginare una proroga dei termini originari – ha sottolineato – per consentire la realizzazione degli interventi programmati, che sono espressioni di un interesse collettivo che vanno oltre le ricadute territoriali ma parlano all’intero paese”. Sempre in questa chiave il sindaco di Lecce ha poi invitato il Ministero a non disperdere il patrimonio di progetti che, pur avendo ottenuto valutazione positiva da parte del dicastero, sono rimasti esclusi dai finanziamenti PNRR per esaurimento dei plafond disponibili. Non solo sulla linea d’intervento per la raccolta differenziata ma anche su quelle per la costruzione e ammodernamento degli impianti di trattamento.

“Il problema più grave è che la graduatoria tiene fuori molti impianti che pur avendo superato la validazione tecnica con punteggi alti nel Mezzogiorno non trovano oggi copertura finanziaria, a vantaggio di progetti che pur avendo ottenuto punteggi più bassi risultano beneficiari di risorse. Questa contraddizione ci consegna un rischio concretissimo, quello di perdere l’opportunità di utilizzare i fondi del Next Generation Eu per ridurre i divari territoriali in termini di dotazione impiantistica. L’urgenza è quella di stabilire che questo ‘know how’ progettuale non vada completamente disperso, in primo luogo sollecitando le regioni a utilizzare le risorse del prossimo ciclo di programmazione 2021-2027″. “Il parco progetti idoneo ma non finanziabile ammonta a 4 miliardi di euro – ha precisato Laura D’Aprile – quasi il doppio di tutte le risorse PNRR per il settore. Il capo dipartimento Fabrizio Penna sta facendo un lavoro straordinario per cercare di rifinanziarlo con altre risorse, ma serve l’aiuto di tutti, dai consorzi ai comuni”.

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