Raee, crescono le quantità gestite ma il target Ue si allontana

di Redazione Ricicla.tv 13/06/2023

Nel 2022 i rifiuti elettrici gestiti dalle imprese autorizzate sono cresciuti del 4,9%, ma secondo il Centro di Coordinamento Raee l’Italia resta lontana di oltre 30 punti dal target vincolante dell’Ue. Rischiando di perdere in partenza la corsa al recupero delle ‘materie prime critiche’


L’Italia si allontana ancora dall’obiettivo europeo di raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici, miniere di materiali del futuro che il nostro paese non riesce però ancora a sfruttare. A fronte di un target del 65%, nel 2022 il tasso di ritorno dei raee si è attestato al 34,01%, in calo rispetto al 34,56% dell’anno precedente. Un dato in caduta libera dal 2019, al quale fa tuttavia da contraltare il costante incremento delle quantità avviate a trattamento negli impianti autorizzati: oltre 535mila tonnellate, quasi 25mila in più rispetto all’anno precedente. È una fotografia solo apparentemente contraddittoria, quella scattata dal Centro di Coordinamento nazionale nell’ultimo rapporto sulla gestione dei raee in Italia. In realtà se il dato sul trattamento restituisce l’immagine di una filiera industriale che cresce e si rafforza – 48 gli impianti accreditati al sistema di certificazione della qualità, anche questi in aumento sull’anno precedente – quello sulla raccolta continua invece a risentire del disallineamento tra la soglia minima fissata dall’Ue e la capacità di intercettazione del sistema nazionale. Con la prima che continua a crescere, mentre la seconda stenta a tenere il passo. Tanto più alla luce dell’avvio dal 2018 del cosiddetto regime ‘open scope’. Un ritardo che rischia di compromettere in partenza anche la corsa al recupero delle ‘materie prime critiche‘: stando al Critical Raw Materials Act dell’Ue, quelle recuperate dai raee, che ne sono ricchi, dovranno infatti soddisfare entro il 2030 almeno il 15% del fabbisogno per ogni singolo materiale.

“La filiera ha confermato un’eccellente capacità operativa – commenta il direttore generale del CdC Raee Fabrizio Longoni – a questo costante lavoro qualitativo effettuato da tutti i soggetti fa purtroppo da contraltare un tasso di avvio al trattamento dei rifiuti tecnologici altalenante che allontana ulteriormente l’Italia dal target che l’Unione europea ha assegnato agli Stati membri”. Il target viene infatti calcolato ogni anno sulla base della media dell’immesso a consumo nei tre anni precedenti e dal 2018 cresce sotto la spinta del regime ‘open scope’, che ha ampliato il novero delle apparecchiature considerate raee una volta giunte a fine vita. La media è passata quindi dalle 998mila tonnellate del triennio 2017-2019 a un milione 187mila tonnellate nel triennio 2019-2021. Un aumento al quale non è corrisposto un pari incremento delle quantità raccolte. “L’impatto negativo sui risultati – spiega Longoni – è da imputare ancora una volta alla carenza della raccolta oltre che a una scorretta gestione di questi rifiuti, che potrà essere contrastata dalla effettuazione di controlli da parte degli organi preposti indirizzati a combattere la gestione illegale dei raee. Un contributo reale lo fornirà senza alcun dubbio il recente decreto sui raggruppamenti del 20 febbraio 2023 perché consentirà finalmente ai gestori della raccolta e ai distributori di comunicare a cittadini e consumatori dove collocare in maniera corretta tutte le tipologie di rifiuti elettronici”.

A fronte di una raccolta che stenta a decollare cresce invece la capacità di gestione del sistema nazionale, calcolata sulle dichiarazioni di 1045 imprese autorizzate, 48 delle quali hanno ottenuto l’accreditamento del CdC Raee necessario a certificare la qualità del trattamento. Rispetto al 2021, le quantità gestite sono cresciute del 4,9% superando le 535mila tonnellate, spinte soprattutto dal forte aumento dei raee professionali (+34,1%) mentre calano i raee di origine domestica (-3,9%). A livello di singoli raggruppamenti, l’incidenza più elevata (31,6%) è data dagli altri grandi bianchi (R2) per un totale di oltre 119mila tonnellate. “Ancora una volta i quantitativi complessivi di raee avviati a trattamento in Italia sono cresciuti. Al tempo stesso gli impianti hanno proseguito nel loro percorso di ammodernamento e di investimenti in sviluppo tecnologico” spiega Longoni. Investimenti che nel prossimo futuro dovranno contribuire ad allineare l’Italia ai nuovi, ambiziosi obiettivi di riciclo delle ‘materie prime critiche’ fissati dall’Ue. Per sbloccarli, però, serve prima recuperare il ritardo sul fronte della raccolta. “Solo con un incremento sostanziale degli attuali volumi di raccolta sarà possibile originare le economie di scala necessarie a rendere economicamente sostenibili gli investimenti” conclude Longoni. E se un contributo importante potrà venire dal nuovo regolamento sui raggruppamenti, resta la necessità di “potenziare le azioni di comunicazione nei confronti dei cittadini – fa sapere il Ministero dell’Ambiente – e promuovere, al tempo stesso, una più incisiva azione da parte degli organi di controllo per contrastare la gestione illegale dei raee”.

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