Dopo il Parlamento, anche il Consiglio Ue ha adottato la propria posizione negoziale sulla riforma del regolamento sulle spedizioni di rifiuti. Confermata la linea della Commissione, con una richiesta di maggiore rigore sui rifiuti in ‘lista verde’. No al bando della plastica chiesto dal Parlamento
Via libera dagli Stati membri alla riforma del regolamento europeo sulle spedizioni di rifiuti. Il Consiglio ha adottato la propria posizione negoziale sul testo presentato dalla Commissione, che verrà discusso ora nei negoziati con il Parlamento. L’intesa raggiunta dai rappresentanti degli Stati membri, sotto la presidenza svedese di turno, conferma il quadro generale della riforma disegnata da Bruxelles, sposando la proposta di snellimento del carico burocratico per le spedizioni tra paesi Ue, lo stop (a determinate condizioni) delle esportazioni tra Stati finalizzate allo smaltimento e il giro di vite sulle esportazioni di rifiuti non pericolosi verso paesi non-OCSE (quelle di rifiuti pericolosi sono già vietate dalla Convenzione di Basilea). “Questo regolamento ci darà maggiori garanzie che i rifiuti che spediamo all’estero non danneggino la salute e l’ambiente. All’interno dell’Ue, incoraggerà l’uso dei rifiuti come materiale secondario in modo che i rifiuti possano apportare un valore economico positivo per noi e contribuire a un’economia più circolare” ha dichiarato il ministro svedese del Clima Romina Pourmokhtari.
Confermato lo stop alle esportazioni di rifiuti non pericolosi verso paesi non-OCSE che non ne facciano espressamente richiesta e che non possano garantirne una gestione rigorosa sotto il profilo ambientale. Più in generale, comunica il Consiglio, per tutte le spedizioni fuori dai confini dell’Ue il rilascio dell’autorizzazione deve essere vincolato alla possibilità per gli impianti di destinazione di trattare i rifiuti in maniera sostenibile. A questo scopo gli impianti dovranno essere sottoposti ad audit indipendenti da aggiornare ogni tre anni e le cui informazioni, chiedono gli Stati membri, dovranno confluire in un registro accessibile alle imprese esportatrici, che dal canto loro continueranno a essere responsabili della corretta gestione dei rifiuti spediti. No alla messa al bando delle esportazioni di plastica, come invece chiede il Parlamento, che nella propria posizione negoziale ha invece proposto lo stop immediato alle spedizioni verso i paesi non OCSE e un ‘phase out’ che in quattro anni portasse a proibire anche quelle verso i paesi OCSE.
Se sullo stop all’export di rifiuti in plastica le posizioni dei negoziatori potranno difficilmente trovare un punto di convergenza – come già chiarito anche dal Commissario Ue all’Ambiente Virginius Sinkevicius – c’è invece piena sintonia sulla necessità di ridurre il carico burocratico per le imprese esportatrici, soprattutto per le spedizioni tra Stati membri. A questo scopo il Consiglio ha proposto scadenze più realistiche nella procedura di notifica scritta preventiva e consenso, ‘PIC‘, per rendere il quadro di regole “più in linea con la procedura nelle modalità in cui è effettivamente implementata negli Stati membri”, si legge in una nota. Confermata anche la proposta della Commissione di una maggiore razionalizzazione e digitalizzazione delle procedure di notifica, assenso e informazione per le spedizioni intra-Ue, che il Consiglio chiede siano armonizzate con i sistemi elettronici di scambio dei documenti.
Alla richiesta di snellimento della burocrazia fa da contraltare la proposta di una stretta delle maglie per le spedizioni dei rifiuti della cosiddetta ‘lista verde’. Flussi come rottami e carta da macero, per i quali si applica oggi una procedura più snella, che il Consiglio chiede invece di rendere più rigorosa per migliorare controllo e monitoraggio. Confermato anche lo stop proposto dalla Commissione per le esportazioni di rifiuti destinati allo smaltimento tra uno Stato membro e l’altro, tranne che in casi eccezionali, al quale il Consiglio ha chiesto di aggiungere anche la possibilità, per uno Stato membro, “di opporsi alle importazioni di rifiuti urbani misti destinati al recupero a causa di circostanze nazionali o del rischio che i rifiuti non vengano recuperati in modo ecologicamente corretto”. Sul fronte del contrasto al traffico illecito viene confermata, tra l’altro, la proposta di istituire una task force per coordinare e facilitare la collaborazione tra Stati membri. completocrackeado Ora si apriranno i triloghi tra Consiglio, Parlamento e Commissione, che dovranno condurre all’approvazione di una versione condivisa della riforma. Il nuovo regolamento dovrebbe diventare pienamente operativo a tre anni dall’entrata in vigore.
Ottimo lavoro e speriamo che il testo venga anche scritto con la collaborazione di chi tutti i giorni si trova ad avere problematiche varie (tempi di attesa lunghi, silenzio/assenso 30 gg.x Autorità di transito, etc.). Ma sopratutto mettere un freno e maggiori controlli a chi porta tanti rifiuti in lista verde solamente x evitare tali problematiche…