Tracciabilità dei rifiuti, pubblicato il decreto RenTRi

di Redazione Ricicla.tv 01/06/2023

Al debutto il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti, RenTRi: partenza soft per le imprese obbligate, con iscrizioni al via da dicembre 2024


L’Italia ha un nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti. Dopo le firme dei ministri dell’Ambiente e dell’Economia – e la bollinatura della Ragioneria dello Statoè stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ed entrerà quindi in vigore a due settimane da oggi, il decreto interministeriale che regolamenta il funzionamento di RenTRi, la piattaforma che sarà amministrata direttamente dal Ministero dell’Ambiente e che dovrà raccogliere e rendere disponibili in via telematica i dati sui rifiuti prodotti e gestiti dai soggetti obbligati all’iscrizione. Una digitalizzazione degli adempimenti a carico delle imprese che punta da un lato a semplificare gli oneri legati all’attuale sistema cartaceo e dall’altro a rendere più efficienti le azioni di contrasto ai fenomeni di gestione illecita. A differenza di quanto accadde con Sistri – il sistema di tracciabilità nato nel 2009 e abrogato quasi dieci anni dopo senza essere mai entrato in funzione – quello di RenTRi sarà però un debutto soft. All’orizzonte, per i soggetti obbligati, non c’è infatti alcun ‘click day’ bensì un ampio periodo transitorio, con adesioni scaglionate in un arco temporale che va dai 18 ai 30 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, a seconda delle dimensioni delle aziende. Le prime iscrizioni, riservate ai produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 50 dipendenti, arriveranno solo a partire da dicembre 2024.

Il decreto interministeriale introduce anche i nuovi modelli di registri di carico e scarico e formulari, che saranno adottati e utilizzati in formato cartaceo dai soggetti non obbligati a iscriversi alla piattaforma, mentre i soggetti obbligati dovranno utilizzarli nella loro veste digitale, a partire dalla data d’iscrizione, per inviare al RenTRi i dati sulle movimentazioni di rifiuti. I formulari digitali, nello specifico, potranno essere esibiti durante il trasporto anche su dispositivi mobili. Le modalità tecniche di compilazione, però, così come tutte le principali modalità operative del sistema – a partire da quelle relative alla trasmissione dei dati al RenTRi – saranno definite solo successivamente dal Ministero dell’Ambiente con uno o più decreti direttoriali e non, com’era per Sistri, con veri e propri decreti ministeriali. Il periodo transitorio servirà insomma anche e soprattutto a tarare al meglio le istruzioni operative per la gestione della piattaforma, sia in forma diretta tramite gli applicativi che saranno resi disponibili alle aziende, sia in interoperabilità con i principali software gestionali di mercato.

Altro segno di discontinuità rispetto alla fallimentare piattaforma targata Finmeccanica è quello delle tariffe d’iscrizione, sensibilmente più basse. Per le imprese di maggiori dimensioni si va dai 100 euro per il contributo del primo anno ai 60 euro per gli anni successivi, mentre per le medie imprese si passa a 50 euro e poi a 30 euro e per le piccole a 15 e poi 10. zeeshanagro Merito anche di un’infrastruttura più snella, che proprio a differenza del controverso sistema abrogato nel 2018 non obbligherà le imprese a dotarsi di nuovo hardware, fatta eccezione per i soggetti che trasportano rifiuti speciali pericolosi, che dovranno garantire la presenza “sui mezzi di trasporto dei rifiuti di sistemi di geolocalizzazione basati sulle tecnologie disponibili sul mercato”. Confermato dunque l’addio a ‘black box’ e chiavette usb, che nei dieci anni di travagliata esistenza del Sistri erano diventate un vero e proprio simbolo del fallimento della piattaforma.

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