Boom del biometano da rifiuti: +20% nel 2022

di Luigi Palumbo 05/06/2024

Nel 2022, secondo ISPRA, gli impianti di digestione anaerobica dei rifiuti organici da raccolta differenziata hanno prodotto oltre 157 milioni di metri cubi di biometano, in aumento del 19,4% sull’anno precedente


Boom degli impianti per la produzione di biometano dai rifiuti organici. Nel 2022, si legge nell’ultimo rapporto ISPRA sui rifiuti urbani, sono state 23 le strutture di trattamento integrato aerobico e anaerobico che hanno purificato il biogas generato dalla digestione di umido domestico e verde urbano trasformandolo in biometano, 10 in più rispetto all’anno precedente. Numeri da sommare a quelli degli impianti di sola digestione anaerobica, che nel 2022 erano 6, per un totale di 29 installazioni capaci di trasformare l’organico da raccolta differenziata in metano verde da immettere in rete o utilizzare in autotrazione, con un aumento delle quantità prodotte di circa il 20% rispetto al 2021. Un contributo piccolo, ma non per questo trascurabile, al processo di diversificazione delle forniture energetiche nel nostro paese, reso ancora più urgente dalle turbolenze del quadro geopolitico. Senza dimenticare che il recupero dei rifiuti organici in impianti controllati evita il rilascio in atmosfera dei principali gas climalteranti, ovvero CO2 e metano.

Complessivamente, riporta ISPRA, nel 2022 il sistema nazionale di recupero della forsu era costituito da 358 unità, 285 delle quali di solo compostaggio, mentre 51 hanno effettuato il trattamento integrato, producendo sia biogas che compost, e 22 la sola digestione anaerobica. Dei 73 impianti capaci di generare biogas, 29 hanno effettuato il cosiddetto ‘upgrading’, il trattamento che consente di filtrare il biogas, eliminando CO2 e altre impurità e trasformandolo in metano verde, in tutto e per tutto simile a quello di origine fossile. La produzione complessiva nei 29 impianti si è attestata a oltre 157 milioni di metri cubi, con un aumento di 30,6 milioni rispetto al 2021, pari al +19,4%, per effetto delle riconversioni di impianti esistenti da biogas a biometano ma anche per l’attivazione di 3 nuove strutture, due in Puglia e una nel Lazio, entrate in esercizio nel corso del 2022. Oltre il 90% del biometano prodotto, spiega ISPRA, è stato utilizzato in autotrazione mentre percentuali minori sono state indirizzate alla rete di distribuzione e a quella di trasporto.

Numeri, quelli del biometano da forsu, destinati a crescere nei prossimi anni. Secondo l’ultimo rapporto di Utilitalia sul recupero energetico dei rifiuti urbani, infatti, da Nord a Sud della Penisola sono in cantiere almeno 22 impianti di digestione anaerobica (tra revamping e nuove costruzioni) il 90% dei quali integrerà il processo di upgrading del biogas per produrre biometano. Diversi gli interventi supportati dalle leve economiche e finanziarie del PNRR: l’investimento da 450 milioni di euro dedicato alla realizzazione di impianti di trattamento dei rifiuti urbani (che secondo Athesys finanzierà almeno 650mila tonnellate di nuova capacità di trattamento dell’organico), ma anche il ciclo di incentivi per il biometano da 1,7 miliardi di euro, che alla terza procedura competitiva ha visto incentivati complessivamente 19 progetti per la realizzazione di nuovi impianti di digestione anaerobica. Un percorso non senza ostacoli, visto che l’attivazione dello scudo anti-inflazione dalla terza gara in poi ha di fatto spaccato il regime in due tronconi, penalizzando le imprese assegnatarie dei contingenti delle prime due aste.

Nel frattempo è stata aperta la quarta procedura competitiva, che a differenza delle precedenti è stata estesa anche al revamping a biometano di impianti a biogas da rifiuti organici esistenti. Una platea potenziale di circa cinquanta di impianti con una capacità produttiva di circa 200 milioni di metri cubi di biogas, convertibili in circa 100 milioni di metri cubi di biometano. Un contributo piccolo, ma non trascurabile al raggiungimento dell’obiettivo PNRR dei 2,3 miliardi di metri cubi di nuova capacità produttiva di biometano entro il 2026. Obiettivo che al momento resta ancora lontano: stando a quanto comunicato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, tra scarti agricoli e rifiuti organici i progetti fin qui supportati dagli incentivi al biometano hanno cumulato una capacità produttiva di 630 milioni di metri cubi. Per centrare il target occorrerà quasi quadruplicarla entro i prossimi due anni. Facendo però attenzione a garantire una distribuzione razionale degli impianti, per scongiurare il rischio di una vera e propria bolla paventato dagli operatori del biowaste, visto che in alcune zone del paese e in particolare nelle regioni settentrionali la corsa al biometano si sta già traducendo in un proliferare di impianti con capacità di trattamento di gran lunga superiore alla disponibilità di rifiuti da trattare.

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