Emissioni, entro il 2026 l’UE potrebbe valutare l’estensione dell’ETS anche alle discariche

di Luigi Palumbo 09/02/2023

Entro il 2026 la Commissione europea potrebbe valutare l’estensione del meccanismo ETS, oltre che agli inceneritori di rifiuti urbani, anche alle discariche. Lo prevede il testo dell’intesa definitiva raggiunta da europarlamento e Consiglio UE

Entro il 2026 la Commissione UE dovrebbe valutare l’estensione del meccanismo di scambio delle quote di emissione, oltre che all’incenerimento dei rifiuti urbani, anche ad altri processi di gestione, a partire dallo smaltimento in discarica. Lo prevede l’intesa finale raggiunta da Parlamento e Consiglio UE sulla proposta di riforma del sistema ETS, il cui testo è stato votato e approvato oggi dalla commissione ambiente dell’europarlamento. Stando all’accordo raggiunto lo scorso dicembre al termine delle negoziazioni tra istituzioni dell’UE, l’estensione del meccanismo di scambio delle quote di CO2 all’incenerimento dovrà avvenire a valle di una valutazione d’impatto da parte della Commissione, da realizzare entro luglio 2026 “in vista della loro inclusione dal 2028 e con una valutazione della possibilità per uno Stato membro di rinunciarvi fino alla fine del 2030“. Già a partire dal 1 gennaio 2024, però, gli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani con un carico termico superiore ai 20MW dovranno monitorare e riportare le proprie emissioni di CO2.

L’inclusione dell’incenerimento nel sistema ETS insomma non sarà automatica, come pure chiedevano gli europarlamentari, ma subordinata agli esiti della valutazione d’impatto, nella quale, chiarisce il testo concordato, occorrerà misurare tra l’altro anche le potenziali ricadute in termini di maggiore ricorso allo smaltimento in discarica o alle esportazioni verso paesi terzi. Ma nella valutazione bisognerà fare luce anche sugli “effetti sul mercato interno, sulle potenziali distorsioni della concorrenza, sull’integrità ambientale, sull’allineamento agli obiettivi della direttiva quadro sui rifiuti e sulla solidità e accuratezza rispetto al monitoraggio e al calcolo delle emissioni” da parte degli Stati membri. A questo scopo, si legge nell’intesa, “la Commissione dovrebbe valutare la possibilità di includere altri processi di gestione dei rifiuti “in particolare alle discariche, che generano emissioni di metano e protossido di azoto nell’Unione”.

Anche se subordinata alla valutazione d’impatto, l’inclusione dell’incenerimento nel meccanismo ETS rappresenta per Parlamento e Consiglio un orizzonte politico condiviso, come si legge nei ‘considerando’ dell’intesa. “L’inclusione degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani nell’ETS – si legge – contribuirebbe all’economia circolare incoraggiando il riciclaggio, il riutilizzo e la riparazione dei prodotti, contribuendo nel contempo alla decarbonizzazione dell’intera economia”, in più la misura “rafforzerebbe gli incentivi per la gestione sostenibile dei rifiuti in linea con la gerarchia dei rifiuti e creerebbe a parità di condizioni tra le regioni che hanno già incluso l’incenerimento dei rifiuti urbani nell’ambito dell’EU-ETS”.

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