Imballaggi, via libera del Parlamento europeo al nuovo regolamento

di Redazione Ricicla.tv 24/04/2024

L’ultima plenaria del Parlamento Ue dà il via libera al futuro regolamento imballaggi. Sì ai nuovi target di riduzione e ai nuovi obiettivi vincolanti di riuso, anche se con una deroga per i Paesi che riciclano di più. Come l’Italia, che porta a casa una serie di modifiche e deroghe che hanno ammorbidito la proposta iniziale della Commissione


Dopo quelli messi al bando dalla direttiva SUP, entro il 1 gennaio del 2030 l’Europa dovrà dire addio a una nuova lista di formati di packaging in plastica monouso. Entro la stessa data scatteranno anche nuovi obblighi di riutilizzo, con una deroga per i Paesi in linea con gli obiettivi europei di riciclo. Paesi che, in ogni caso, dovranno impegnarsi a raggiungere nuovi, e sfidanti, target di riduzione complessiva della produzione di rifiuti. Sono solo alcune delle misure ‘anti usa e getta’ previste dal nuovo regolamento sugli imballaggi, approvato oggi dall’europarlamento riunito in plenaria, l’ultima prima dello stop ai lavori in vista delle elezioni di inizio giugno. Un via libera in extremis, arrivato al termine di un lungo e travagliato iter che si concluderà solo in autunno, dopo l’ok formale del Consiglio, la traduzione nelle varie lingue dell’Unione e l’ultimo voto del Parlamento, stavolta nella nuova composizione determinata dalle urne.

Il testo approvato dall’aula di Strasburgo (476 i voti favorevoli, 129 contrari e 24 astenuti) è quello sul quale nelle scorse settimane le istituzioni Ue avevano raggiunto l’intesa in sede di trilogo, con una serie di modifiche e deroghe che hanno ammorbidito, per non dire depotenziato, la proposta iniziale della Commissione. Il testo di Bruxelles puntava infatti a spostare in maniera più drastica il baricentro della gestione del packaging sui gradini superiori della gerarchia dei rifiuti, riduzione e riuso. Impostazione duramente criticata dal governo italiano, per le potenziali ricadute sul sistema nazionale di raccolta differenziata e riciclo degli imballaggi a fine vita, che secondo CONAI nel 2023 dovrebbe arrivare al 74,9%, ben oltre il target del 70% al 2030 fissato dall’Ue.

A partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale scatterà un periodo transitorio di 18 mesi fino alla piena operatività. Rispetto alla proposta della Commissione il testo conferma l’introduzione di obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, 10% entro il 2035, 15% entro il 2040, da calcolare rispetto ai valori del 2018. “Per la prima volta in una legge ambientale, l’Ue fissa obiettivi per ridurre gli imballaggi, indipendentemente dal materiale utilizzato”, ha commentato la relatrice per l’europarlamento Frederique Ries. Confermata anche la messa al bando di una lunga lista di formati di packaging monouso, che però, rispetto al testo originario, riguarderà quasi esclusivamente quelli in plastica. Stop alla messa in commercio di imballaggi monouso in plastica per cibo e bevande consumati in cafè e ristoranti, per frutta e verdura non trasformati venduti nella grande distribuzione ma anche di contenitori per salse e condimenti e kit di cortesia negli alberghi. Fuorilegge dal 2030 anche le shopper ultraleggere (sotto i 15 micron), se non necessarie per motivi igienici o di prevenzione dello spreco alimentare. Stop inoltre all’utilizzo di PFAS nei nuovi imballaggi per uso alimentare, “una grande vittoria per la salute dei consumatori europei”, ha detto Ries.

Sempre in ottica di riduzione della produzione di rifiuti via libera anche a una delle più contestate misure proposte da Bruxelles, ovvero l’introduzione di target di riutilizzo degli imballaggi, anche se in una versione più leggera di quella proposta dalla Commissione e con un’esenzione orizzontale per tutti gli imballaggi in carta e cartone che ha portato la filiera italiana a esprimere “soddisfazione per l’approvazione odierna”, come ha commentato il presidente di Federazione Carta Grafica Michele Bianchi. I venditori di cibo e bevande da asporto saranno obbligati a garantire ai propri clienti la possibilità di utilizzare contenitori riutilizzabili ma entro il 1 gennaio 2030 almeno il 10% dei prodotti dovrà essere servito in packaging multiuso. Sempre nel 2030 scatteranno anche i nuovi target vincolanti di riutilizzo per i contenitori di bevande alcoliche e non alcoliche (esclusi vino e vini aromatizzati, latte e altre bevande altamente deperibili), per il packaging per il trasporto e la vendita e per il packaging raggruppato. Esentate le micro-imprese mentre agli operatori della distribuzione è riconosciuta la possibilità di formare ‘pools’ di un massimo di 5 soggetti per condividere il raggiungimento dei target.

Anche per effetto della pressione esercitata dall’Italia, il testo finale del regolamento prevede una deroga ai nuovi obblighi di riuso della durata di cinque anni, rinnovabile, per gli Stati membri che abbiano raggiunto e superato di almeno 5 punti percentuali i target al 2025 introdotti con le direttive sull’economia circolare (confermati dal regolamento) e che dimostrino di poter superare anche quelli al 2030. Nel caso dell’Italia, al momento l’unico materiale da imballaggio a non rientrare nei parametri è la plastica, che con il 48,9% di riciclo nel 2022 (ultimo dato disponibile) è al di sotto del target del 50% al 2025. Ma riciclare non basterà. Gli Stati membri dovranno infatti dimostrare di essere sulla buona strada per raggiungere i target di riduzione dei rifiuti e che gli operatori economici abbiano adottato strategie funzionali al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione e riciclo.

Sempre in tema di gestione dei rifiuti da imballaggio, il regolamento conferma l’introduzione dell’obbligo di riciclabilità per tutto il packaging immesso sul mercato dell’Ue (a eccezione di legno leggero, sughero, tessuto, gomma, ceramica, porcellana e cera), con nuovi target di contenuto minimo riciclato per i soli imballaggi in plastica (incluse le singole componenti): fissati, tra gli altri, target del 35% al 2030 e del 65% al 2040, che andranno ad aggiungersi a quelli già introdotti dalla SUP per le sole bottiglie in PET e che, anche in questo caso, fanno del regolamento imballaggi una vera e propria versione 2.0 della direttiva contro le plastiche monouso varata dall’Ue nel 2019. “Ci auguriamo che il prossimo Parlamento e la prossima Commissione abbandonino quest’ottica pregiudizievole verso gli imballaggi in plastica e che si possa davvero collaborare a favore della sostenibilità ambientale, economica e sociale” ha detto Giovanni Cassuti, presidente del consorzio Corepla.

Altra misura indirizzata al packaging in plastica, insieme a quello in metallo, è l’obbligo di introduzione di sistemi di deposito cauzionale per la raccolta degli imballaggi per liquidi alimentari fino a 3 litri, che entro il 2029 dovranno garantire l’intercettazione di almeno il 90% del packaging immesso a mercato. Un obbligo che non si applicherà agli Stati membri che abbiano sistemi di raccolta differenziata capaci di raggiungere almeno l’80% entro il 2026 e che si siano dotati di una strategia per centrare il target del 90%. Quanto ai nuovi target di contenuto minimo riciclato nel packaging in plastica, per raggiungerli potranno essere utilizzati polimeri riciclati prodotti in Ue o, in alternativa, in paesi che possano dimostrare di aver raccolto i rifiuti in maniera separata e di averli trattati in impianti che rispondano agli stessi standard ambientali dell’Unione. Una clausola di salvaguardia chiesta a gran voce dalle imprese del riciclo e del waste management per alzare un argine contro l’importazione di polimeri riciclati non tracciati e a buon mercato provenienti dai paesi terzi, soprattutto asiatici.

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