Mauro Delle Fratte
03/11/2020

Ecomondo, Stati Green presentano proposte per la ripresa

Ultimo aggiornamento: 11 Novembre 2020 alle 11:11

I principi della sostenibilità come coordinate imprescindibili per navigare fuori dalla crisi sanitaria ed economica innescata dal Covid 19. Il Green Deal come pilastro sul quale costruire i progetti di rilancio dell’Italia e dell’Europa, per attivare uno sviluppo durevole, una ripresa degli investimenti e dell’occupazione e dare una risposta rapida alla crisi climatica, utilizzando le risorse messe a disposizione nell’ambito del piano Next Generation EU. Nella cornice di Ecomondo 2020, gli Stati Generali della Green Economy lanciano un appello ai decisori politici in vista dell’apertura delle trattative sul Recovery Fund.

«Il Green Deal – ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – si conferma la via per una più forte e duratura ripresa in Italia perché valorizza le sue migliori potenzialità e in questa direzione dovrebbero essere indirizzati i fondi di Next Generation EU. Utilizzare ora bene queste risorse per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050, significa evitare che, dopo la crisi epidemica da Covid 19, si debba affrontare un’altra grave crisi globale: quella del cambiamento climatico». “Le proposte, approvate dal Consiglio Nazionale della Green Economy – si legge nel documento – hanno un duplice scopo: contribuire a tradurre le potenzialità del nuovo contesto in proposte di misure per lo sviluppo degli investimenti per la green economy da attuare nel breve termine per la ripresa dell’economia italiana; consolidare un quadro di riferimento per le riforme necessarie per un salto di qualità nello sviluppo della green economy in Italia”.

Le proposte spaziano dalle innovazioni tecnologiche per la produzione di idrogeno verde all’adozione di criteri stringenti per indirizzare gli investimenti; dagli incentivi per tecnologie di riciclo dei rifiuti plastici e del settore edile all’aumento fino al 30% del territorio e del mare tutelato; dalla riduzione del tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti entro il 2030; fino all’ incremento dell’agricoltura biologica al taglio dei fertilizzanti chimici e una graduale carbon tax. L’orizzonte è quello al 2050, termine entro il quale la nuova legge sul clima messa a punto dalla Commissione europea nell’ambito del Green Deal prevede il raggiungimento della neutralità carbonica per l’Europa intera. In quest’ottica il Consiglio Nazionale della Green Economy chiede di indirizzare i finanziamenti europei di Next Generation EU “a supporto dei processi di innovazione tecnologica per la produzione di idrogeno verde, per la decarbonizzazione, per potenziare -sia con nuovi impianti sia migliorando la capacità esistente- produzione, distribuzione, stoccaggio e uso di fonti rinnovabili di energia e miglioramenti dell’efficienza energetica”.

«Per uscire dalla crisi del Covid e per raggiungere una nuova normalità, che sia verde e duratura – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – occorre stringere un nuovo patto e per farlo occorre riempirlo di azioni concrete e immediate che il Governo ha già assunto o sta assumendo su tutto lo spettro delle sue attività, dalla transizione energetica a modelli nuovi di mobilità, dal sostegno alle imprese verdi alla lotta al dissesto idrogeologico alla valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico, dalla riforma fiscale in chiave green fino alla decarbonizzazione dell’economia. Non c’è dubbio, perciò, che il paradigma dell’economia circolare debba essere l’architrave di questo processo. Non dobbiamo mai dimenticare che la sfida più grande, perché riguarda soprattutto le generazioni future, è quella contro i cambiamenti climatici. È a questo fine che abbiamo orientato lo spirito del Recovery Fund».

Proprio rispetto ai temi dell’economia circolare, il Consiglio Nazionale della Green Economy chiede di aumentare i finanziamenti del Piano transizione 4.0 prorogando per un quinquennio le misure di sostegno agli investimenti delle imprese e raddoppiando sia la misura degli incentivi sia il limite degli investimenti agevolabili per sostenere, attraverso il credito d’imposta, investimenti destinati a misure per l’economia circolare quali, ad esempio, la progettazione di prodotti che durino più a lungo e siano concepiti per essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclo; incentivare gli investimenti per lo sviluppo della bioeconomia circolare, per l’utilizzo della biomassa locale e nazionale, per migliorare gli impianti e le tecnologie, per l’utilizzo dei sottoprodotti, il riciclo dei rifiuti in plastica, del settore edile, nonché quelli organici e dei fanghi.

«Puntare sugli investimenti nella green economy è uno degli assi strategici su cui il Governo sta lavorando per indirizzare i finanziamenti europei previsti nell’ambito del Recovery fund, al fine di supportare la transizione tecnologica ed energetica dell’economia italiana. – ha detto il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli – in quest’ottica abbiamo deciso di puntare con decisone su Transizione 4.0, mettendo a disposizione 30 miliardi di euro nei prossimi anni, così da rendere strutturale il piano e accompagnare il processo d’innovazione del sistema produttivo del nostro Paese verso un modello ecosostenibile, ampliando sia la tipologia dei beni che possono essere oggetto di agevolazione, sia la platea delle imprese beneficiarie della misura. Oltre a quello relativo all’innovazione, per sostenere la ripresa della nostra economia in un quadro green sono stati anche introdotti interventi per rilanciare l’edilizia e il suo indotto, che abbraccia molteplici settori industriale del nostro Paese, favorendo la riqualificazione energetica degli edifici attraverso il Superbonus al 110%. Solo attraverso un lavoro di squadra tra istituzioni e associazioni di imprese sarà possibile accelerare le tappe per realizzare quel salto di qualità necessario allo sviluppo della green economy in Italia», ha concluso Patuanelli.

«Il Green Deal – ha commentato il Vice Ministro all’Economia, Antonio Misiani – è uno dei perni della strategia per la ripartenza dell’economia del nostro Paese. In questa fase delicata, oltre a proseguire il nostro sforzo per contrastare la pandemia, abbiamo il compito di provare a guardare oltre l’attuale emergenza per continuare a definire una nuova prospettiva di sviluppo che confermi l’importanza della green economy nelle scelte di politica economica e metta al centro della ripresa la forte vocazione del Paese verso la sostenibilità e l’economia circolare. Nello scenario positivo aperto dalle nuove politiche dell’Unione Europea per contrastare la crisi, il Green Deal sarà centrale per il rilancio del Paese e per la sua trasformazione in direzione dell’innovazione e della crescita sostenibile inclusiva».

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