Rifiuti, Open Data: il futuro della PA passa da qui

di Giuseppe De Stefano 07/03/2017

Dalla produzione al trasporto, dalla gestione al trattamento fino alla trasformazione o allo smaltimento. La vita dei rifiuti è (o almeno dovrebbe essere) tracciata e tracciabile, almeno sulla carta e per garantire questo principio esiste più di un’adempimento obbligatorio. Gli organi di controllo, a loro volta, sono molteplici (con osservatori di ogni scala territoriale) e contribuiscono a costruire la banca dati complessiva che su base nazionale è a disposizione dell’Ispra garantendone, tra le altre cose, la capacità di produrre i consueti rapporti annuali.

Una quantità di informazioni importantissima, il cui percorso, però, agli occhi del cittadino (e non solo) non è sempre chiaro, ma soprattutto non facilmente fruibile, nonostante gli impegni di digitalizzazione, neppure quando si parla di pubblica amministrazione, e cioè dei singoli Comuni. Scontrandosi con questo “disservizio” nacque per la prima volta nel 2013 l’iniziativa dell’Università di Salerno di aderire alla celebrazione dell’International Open Data Day: una giornata che ogni anno promuove la consapevolezza e l’utilizzo degli open data e che, per l’appunto, a Salerno hanno voluto concentrare sulla produzione di dati ambientali, più specificamente sui rifiuti.

Scelta confermata anno dopo anno fino alla quinta edizione celebrata oggi nell’ambito delle iniziative per la Settimana dell’Amministrazione aperta 2017, promossa dal Ministero per la Pubblica Amministrazione. Scelta che nasce e cresce dall’iniziativa della prof. Daniela Vellutino, docente di comunicazione pubblica e linguaggi istituzionali presso la stessa Università di Salerno, dove si occupa del progetto “diritto di accesso civico” finalizzato ad insegnare agli studenti come sviluppare strumenti di comunicazione pubblica partendo dalla gestione dei dati pubblici. Ma perché i rifiuti? «Ovviamente perché siamo in Campania e la comunicazione pubblica più efficiente per il cittadino dovrebbe essere proprio quella relativa ai rifiuti, sia per quanto riguarda le tasse che rispetto a gestione, trattamento e smaltimento degli rsu – spiega la prof. Vellutino – nel corso di quest’anno abbiamo effettuato un monitoraggio su 11 comuni della provincia (tra cui la stessa città di Salerno) e nel corso del laboratorio pomeridiano mostreremo agli amministratori presenti una serie di dati che loro stessi non sapevano di avere». «Nel corso di queste cinque edizioni siamo cresciuti intorno alle istituzioni che a loro volta dovrebbero crescere e liberare questi dati – conclude la docente – i primi a doverlo fare sono i Comuni, ma c’è bisogno di standardizzare la raccolta di questi dati per renderli interoperabili».

«La questione della fruibilità vale per tutti i dati della Pubblica Amministrazione, non solo per quelli relativi ai rifiuti – spiega Giorgia Lodi, consulente dell’Agenzia per l’Italia Digitale – molti amministratori pensano che il loro compito si esaurisca mettendo i propri dati sul web, pubblicandoli in un formato qualsiasi, ma è molto più complicato di così: bisogna garantire che questi dati siano standard formali e qualitativi per tutti. Serve una “lingua comune” per presentare questi dati e garantire la possibilità di renderli fruibili (che è quanto l’Agid sta cercando di fare) non solo dai cittadini, ma anche dalle imprese che possono costruire su di essi dei servizi». «Il 14 gennaio è nato il nuovo sistema a rete che coordina Ispra e le 21 Arpa regionali e provinciali – spiega Marco Talluri, coordinatore dei comunicatori del neonato SNPA, il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – il lavoro che stiamo svolgendo è proprio quello di integrare tra noi e trasmettere al meglio all’esterno a livello nazionale (a cittadini, istituzioni e imprese) tutte le informazioni ambientali di cui disponiamo, a partire da quelle che produciamo con le nostre attività di controllo e monitoraggio».

Un unicum nel panorama dell’approvvigionamento dati sul fronte rifiuti sembrerebbe essere quello messo a disposizione dalla piattaforma “Mysir” che attraverso i canali già esistenti ha creato un database che li ha riordinati e resi fruibili online: «Non c’è in Europa un sistema analogo che permetta in modo altrettanto libero (non servono neppure username o password) di accedere a tutti i dati sulla movimentazione di rifiuti da parte delle amministrazioni pubbliche – Carlo Di Domenico, amministratore di Microambiente srl che ha sviluppato il portale “Mysir” – nel laboratorio pomeridiano della giornata di oggi si prenderanno ad esempio i dati di alcuni comuni come raccolti dal nostro portale, che verranno analizzati per capire quale mercato può nascere da queste informazioni e come possono aiutare per progettare al meglio sistemi di raccolta differenziata».

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