Valentina Trifiletti
07/02/2018

SICILIA, PRONTI ALL’EXPORT DI RIFIUTI: VIA L’EMERGENZA CON 100 MILIONI

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio 2018 alle 18:02

Per raccontare una falsa emergenza i greci usavano recitare la favola di Esopo “Al lupo! Al Lupo!“, quella del ragazzino che per noia, durante il pascolo, fingeva di trovarsi in preda ai lupi. Continuò fino al punto che quando i predatori andarono davvero a trovarlo, divorarono sia lui che il suo gregge ma nessuno gli prestò aiuto. Questa storiella dalla morale amara potrebbe essere assimilata all’infinita soap opera dell’emergenza rifiuti in Sicilia. Periodicamente da almeno 25 anni, le discariche dell’isola traboccano, i rifiuti si ammassano ai bordi delle strade e il governatore di turno chiede aiuto. Esattamente quello che accadeva qualche settimana fa, dopo l’insediamento di Nello Musumeci, nuovo presidente della regione. Esattamente quello che è accaduto qualche anno fa sotto la guida di Rosario Crocetta. Esattamente quello che accadde più di qualche anno fa con Raffaele Lombardo presidente. E poi Cuffaro, Leanza e così via discorrendo.

Ma sembra l’alba di una nuova era e la musica pare cambiata. Il neo eletto Musumeci durante una conferenza stampa, sgranando gli occhi ha fatto preoccupare i giornalisti. “Quella dei rifiuti è una condizione assolutamente straordinaria“, dichiarava il governatore giustificando la richiesta dei poteri speciali al presidente del Consiglio. Salvo poi cambiare idea. “L’emergenza – affermava qualche settimana dopo al Giornale di Sicilia – è una cosa dirompente e repentina. Mentre nella nostra regione l’emergenza rifiuti la si conosce da anni e si è deciso di conviverci”.

Ma dopo poco tempo, armato di buone intenzioni, il governatore è approdato a Roma per parlare con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e chiedere poteri speciali perché, come ha dichiarato la prima volta, “quella dei rifiuti è una condizione straordinaria e per risolverla servono poteri straordinari“. Ecco, forse siamo arrivati alla risoluzione di un problema che per più di 20 anni ha tenuto i siciliani per il colletto della camicia. Pare che i tanto invocati poteri speciali stiano per arrivare.

Viene quindi da chiedersi: cosa ne farà Musumeci dello scettro magico che a breve il Governo gli donerà? Forse seguirà il consiglio del presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna che in un comunicato dello scorso dicembre consigliava ai governanti di “guardare e studiare quello che hanno fatto in Campania o quello che stanno facendo in Emilia Romagna”. “Non inventate nulla, dovete solo copiare. Se ne siete capaci” dichiarava con saccenza Zanna, quasi accusando i governi regionali di incapacità. Ecco, appunto. Cosa stanno facendo in Campania? Cosa hanno fatto per cancellare quelle terribili immagini delle montagne di spazzatura che raggiungevano il secondo piano dei palazzi? Oltre a portare la differenziata al 51,6%, nel 2009 hanno costruito uno dei termovalorizzatori più grandi e moderni d’Europa capace di smaltire 700.000 tonnellate di rifiuti all’anno. Peccato però che circa 300.000 tonnellate la Campania le spedisca fuori regione o addirittura all’estero per la modica cifra di 150 euro a tonnellata, cosa che non può dirsi sostenibile né dal punto di vista ambientale, né da quello economico e lo sanno bene i cittadini che pagano cifre stellari di Tari. Mentre l’Emilia Romagna con le sue ottime performances di raccolta differenziata e i suoi otto termovalorizzatori elimina i propri rifiuti e anche quelli di molte altre regioni d’Italia producendo energia elettrica. Copiare l’Emilia Romagna, insomma, non sarebbe poi così male.

Ricapitolando, Legambiente chiede alla Sicilia di “copiare” Campania ed Emilia Romagna, la prima che manda rifiuti all’estero o li avvia a recupero energetico e la seconda che conferisce nei suoi otto termovalorizzatori i rifiuti propri e quelli di mezza Italia. E Musumeci con i tanto invocati poteri speciali seguirà sì l’esempio virtuoso della Campania. Come? Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Unione del bando per l’invio fuori regione dei rifiuti. Un’operazione da 100 milioni di euro, tutti a carico dei comuni naturalmente. Pare, infatti, che la Sicilia chiederà di trasportare fuori dai suoi confini quasi 500.000 tonnellate entro l’anno. Musumeci da commissario avrebbe poteri speciali per affrontare le emergenze. A partire dalla possibilità di effettuare interventi attraverso bandi con tempistiche urgenti in deroga alle norme accorciando i tempi per le gare.

Il presidente di Legambiente Zanna può stare sereno, è probabile che la Sicilia copierà il “modello Campania” molto meglio di quanto si potesse ipotizzare.

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