End of waste, Ispra: “Parere vincolante è perdita di tempo inutile”

di Luigi Palumbo 16/06/2021

Il sistema delle agenzie ambientali boccia la previsione di un parere vincolante sul rilascio delle autorizzazioni al riciclo ‘caso per caso’. Bratti: “Una perdita di tempo inutile”. Parere favorevole invece ai controlli ex-post ma a patto di potenziare personale e tecnologie

“Una perdita di tempo inutile”. Non è una semplice valutazione ma una stroncatura netta quella formulata dal direttore generale di Ispra Alessandro Bratti sul ‘restyling’ della disciplina dei controlli sulle autorizzazioni end of waste contenuto nel decreto semplificazioni all’esame della Camera. La misura, che ha ridisegnato il meccanismo voluto nel 2019 dall’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa, subordina il rilascio delle autorizzazioni al riciclo ‘caso per caso’ da parte di Regioni e Province al parere “obbligatorio e vincolante dell’Ispra o dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale territorialmente competente”. Un adempimento che “non abbiamo la competenza di eseguire – ha spiegato Bratti nel corso di un’audizione a Montecitorio – e che riteniamo una perdita di tempo inutile, anche perché numerosissime Arpa sono già coinvolte nelle conferenze dei servizi per dare un parere in fase autorizzativa”.

Se il sistema boccia l’introduzione del parere vincolante sui nulla osta rilasciati dagli enti locali competenti, è invece più morbido rispetto alla previsione di controlli a campione ex-post sulle imprese per verificare la validità dei provvedimenti, a patto però che le agenzie vengano dotate delle risorse e degli strumenti necessari. “Se noi avessimo qualche strumento in più sul piano del personale e delle tecnologie potremmo essere sicuramente più efficaci – ha detto Bratti – perché i controlli, così come già avviene per tutti gli altri impianti, devono essere fatti sulle attività e non sulle autorizzazioni”.

“Siamo nelle condizioni di soffrire la carenza di personale – aggiunge Giuseppe Bortone, direttore generale di Arpae Emilia-Romagna – quando con l’end of waste potremmo invece contribuire in maniera concreta a un cambio di paradigma del sistema dei controlli, passando dal semplice controllo ambientale a quello dei prodotti del riciclo e dei requisiti per la cessazione della qualifica di rifiuto”. Continuano invece a nutrire dubbi sull’introduzione di controlli a campione ex-post le associazioni delle imprese, per le quali la misura rischia di generare confusione e incertezza. Timori ai quali Bratti risponde ipotizzando “la possibilità di definire linee guida sulle modalità di esecuzione dei controlli per ‘tranquillizzare’ l’operatività delle imprese e anche i cittadini. Per fare questo però, visto che gli impianti si moltiplicano, è necessario potenziare le nostre strutture. Il vero problema – conclude Bratti – è che nel decreto semplificazioni si parla di tutto tranne che di questo”.

1 Commento su "End of waste, Ispra: “Parere vincolante è perdita di tempo inutile”"

  1. Demetrio Saraceno ha detto:

    Quando sarà possibile agire secondo l’economia circolare?
    Purtroppo con i nostri politici e gli amministratori regionali che sono corrotti, per questo non riescono a capire che tutti i rifiuti che si acquistano e si rivendono ( per natura rientrano nell’economia circolare) e pertanto, non sono rifiuti ma materie prime. Pensate che sono talmente corrotti che agiscono in danno dei cittadini, obbligando gli stessi a versare un eco contributo sull’acquisto di ogni bene nuovo recuperabile, motivando tale contributo per un servizio che non esiste. In effetti chi percepisce il contributo ambientale lo adopera per acquistare un rifiuto ad un prezzo superiore nel mercato, quando per natura il rifiuto a un valore già di suo di 700€/ton. II politico, complice dato dalla corruzione, in una guerra anti concorrenziale tra aziende pubbliche finanziate da Eco contributo regolarmente per legge malgrado chiudendo in attivo per miliardi di utile, contrariamente alle aziende private del settore che acquistano e rivendono senza usufruire di Eco contributo, si trova a subire ritorsioni sia autorizzative che perseverati controlli ambientali, semplicemente perché la sua presenza di esercitare il mestiere del rigattiere nato sin dal dopoguerra. La comunità Europea non deve erogherà finanziamenti.

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