Rosanna Auriemma
10/12/2021

PNRR, le strategie dei Comuni per l’economia circolare

Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre 2021 alle 14:12

Rifiuti Eurostat

Riduzione, riuso e riciclo le chiavi per guidare la progettazione delle politiche su scala comunale nei prossimi anni. Ruini: “La collaborazione fra Conai e Anci ha già contribuito a sviluppare una raccolta differenziata di qualità anche nelle Regioni del Mezzogiorno e oggi sta aiutando i Comuni nel realizzare progettualità utili a intercettare i fondi del PNRR”

L’economia circolare come elemento cardine nel processo di transizione ecologica universalmente evocata per contrastare i cambiamenti climatici, tutelando l’ambiente, la salute e la qualità della vita dei cittadini. È su questa strada che procede il lavoro sinergico di Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, e Conai, il Consorzio nazionale degli imballaggi, impegnati in un processo di rigenerazione e sviluppo dell’industria dei rifiuti su tutto il territorio nazionale. “L’economia circolare è da sempre una priorità per i Comuni italiani. E ora diventa ancora più strategico migliorare i processi anche alla luce delle risorse che il PNRR dedicherà alla sfida di un ulteriore miglioramento soprattutto in quelle zone del Paese dove ancora siamo indietro. Ci siamo adoperati per rafforzare la nostra capacità di aiuto e di sostegno ai Comuni. E lavoriamo in sinergia con il Governo e con gli operatori di questo delicato settore” spiega il presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, nel corso del seminario organizzato dal Conai, in collaborazione con l’Anci per discutere delle opportunità che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza riserva all’industria dei rifiuti.

Migliorare la qualità della raccolta differenziata per rendere efficiente non solo l’intera filiera, ma anche lo stato di salute delle città italiane, trasformando così i rifiuti da problema a nuova opportunità, sia in termini di risparmio che di riutilizzo. Riduzione, riuso e riciclo le chiavi per guidare la progettazione delle politiche su scala comunale nei prossimi anni. “Sono temi centrali per costruire comunità sostenibili e servizi pubblici improntati alla circolarità. Ciò vale per il grande e cruciale tema della produzione, raccolta, gestione e valorizzazione delle diverse frazioni di rifiuto, ma anche per altri e non meno importanti temi quali il ciclo delle acque, la gestione, manutenzione e accrescimento delle aree verdi spiega il delegato di Energia e Rifiuti dell’Anci e sindaco di Lecce, Carlo Salvemini.

Temi quanto mai strategici per affrontare le sfide che attendono il Paese che punta al miglioramento della gestione dei rifiuti, così da generare nuova economia grazie a politiche che aprono traiettorie di sviluppo locale. “È anche grazie a Conai se, lo scorso anno, all’emergenza sanitaria non si è sommata un’emergenza rifiuti. La collaborazione del sistema consortile con le istituzioni, con le società di raccolta e con Anci ha garantito la continuità dei servizi di raccolta differenziata anche nei mesi difficili del primo lockdown. Conai e Anci rivestono un ruolo fondamentale nel rafforzare un sistema efficiente di raccolta dei rifiuti di imballaggio. Una sinergia che rappresenta un modello di gestione di un interesse collettivo come la tutela ambientale, destinato a rivelarsi sempre più efficace e performante. Del resto, la collaborazione fra Conai e Anci ha già contribuito a sviluppare una raccolta differenziata di qualità anche nelle Regioni del Mezzogiorno e oggi sta aiutando i Comuni nel realizzare progettualità utili a intercettare i fondi del PNRR” aggiunge Luca Ruini, presidente del Conai.

Un piano, dunque, che dovrà aiutare il Paese a superare gli atavici rallentamenti di un Sud he ancora arranca rispetto allo sviluppo di un Nord che, invece, primeggia nella corretta gestione dei rifiuti. “C’è uno spezzettamento di gestioni e capacità operative che deve farci riflettere sul fatto che il modello migliore non lo troviamo sui libri. Quello che faremo da qui ai prossimi anni darà un impulso al ragionamento sull’aumento della concorrenza nei servizi, dei rifiuti in particolare, che potrebbe segnare un punto di non ritorno e per questo deve essere ben fatto. Al di là delle difficoltà legate allo spezzettamento gestionale e alla compresenza di enti territoriali e aziende di diverso assetto, dobbiamo ricordare che con una forte compromissione politica dei territori per il miglioramento del servizio non avremmo fatto i notevoli progressi degli ultimi 20 anni”, aggiunge Andrea Ferri, Direttore Finanza Locale, Ifel.

Plastica, carta e cartone, tessile e Raee le principali filiere interessate dai fondi del PNRR. “Sono filiere strategiche non solo perché tradizionalmente pilastri dell’attuazione dell’economia circolare nel nostro Paese, ma anche perché si tratta di filiere da cui possono scaturire nuove catene di valore e nuove fonti di approvvigionamento di risorse che in questo momento sono afflitte da grave scarsità” spiega il Capo Dipartimento Transizione Ecologica, Laura D’Aprile.

“Rispetto ad alcuni principi ed obiettivi del pacchetto di economia circolare definiti dall’Unione Europea, l’Italia è abbastanza avanti. Stiamo ottenendo buoni risultati migliorando la quantità e la qualità della raccolta differenziata anche attraverso gli accordi di comparto che necessitano della collaborazione di tutti gli attori delle filiere dei rifiuti. Crediamo che la concorrenza nel mercato vada favorita attraverso una graduale apertura che non penalizzi le gestioni pubbliche esistenti che hanno dimostrato il loro valore. Anche nella gestione dei rifiuti è possibile coniugare i principi concorrenziali e la gestione pubblica ma bisogna puntare su politiche industriali che siano incentivanti per la creazione del mercato al cui interno le società pubbliche possano competere” dichiara Stefania Dota, vicesegretario Generale ANCI.

Migliorare la raccolta però non basta a vincere le sfide a cui il Paese è chiamato, se non seguiranno politiche volte al potenziamento impiantistico. Tra le best practice spicca il consorzio Contarina che si occupa della gestione dei rifiuti nei 49 Comuni aderenti al Consiglio di Bacino Priula, in provincia di Treviso. “Passare da una raccolta classica ad un sistema porta a porta è stato faticoso e ha comportato un importante cambio di mentalità da parte di tutti i cittadini. Il porta a porta necessita di investimenti importanti da un punto infrastrutturale, anche se inseriti in una logica complessiva di riciclo dei rifiuti. Sul territorio ne abbiamo alcuni: uno di compostaggio da 84 mila tonnellate, uno di selezione del materiale, uno di produzione di combustile ed un altro di riciclo di materiale assorbente, cui si aggiungono 49 ecocentri fruibili dai cittadini ogni giorno nel proprio Comune”, ha sottolineato il Sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto, Mario Conte. “Grazie al senso civico dei cittadini abbiamo fatto un salto immediato all’85,3% di raccolta differenziata che poi negli anni si è consolidato all’87,5%. Ci siamo riusciti anche studiando con attenzione le caratteristiche del territorio: ora riusciamo a garantire una qualità di servizio omogenea per tutti i Comuni dell’ambito, dal capoluogo che ha 86mila abitanti fino al centro di 1.600 abitanti” chiarisce il Sindaco di Treviso.

Non solo raccolta e riciclo. Per favorire il processo di ottimizzazione del ciclo dei rifiuti sarà necessaria anche più consapevolezza e responsabilizzazione dei cittadini. “Per fare un salto di qualità nel servizio e nella gestione dei rifiuti serve maggiore consapevolezza anche da parte degli amministratori locali che devono contribuire al processo di responsabilizzazione dei cittadini, senza il quale ogni ottimizzazione del ciclo dei rifiuti si rivela impossibile. È altrettanto decisivo il radicamento diffuso di una nuova cultura di governo, perché le scelte non immediatamente facili, vanno prese in ogni caso, anche quando non si è in una situazione ottimale. Quando si prendono decisioni che riguardano le comunità, bisogna che ci sia un’omogeneità amministrativa per favorire scelte rapide e decise”, ha osservato la Sindaca di Ancona. “Sul nostro territorio abbiamo una società pubblica che raggruppa 45 Comuni di un ambito e fornisce servizi su depurazione e acquedotto a tariffa molto contenuta con una capacità di investimento forte per l’intero ambito, mentre sui rifiuti siamo in ritardo”, ha spiegato Valeria Mancinelli, Sindaca di Ancona e presidente di Anci Marche.

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