Plastica, nel 2023 gli investimenti in riciclo si sono fermati

di Redazione Ricicla.tv 30/04/2025

Secondo Plastics Recyclers Europe, tra 2022 e 2023 l’Europa non ha aumentato la propria capacità di riciclo, e di questo passo l’industria continentale rischia di non poter rispondere ai nuovi obiettivi di contenuto riciclato negli imballaggi


Frenano gli investimenti in nuova capacità di riciclo delle plastiche rigide in Europa. Raccolta dei rifiuti insufficiente e inadeguata dotazione impiantistica sul fronte della selezione, da un lato, e dall’altro una congiuntura segnata da almeno due anni da bassa domanda, alti costi dell’energia e concorrenza insostenibile dei polimeri d’importazione, portano il settore a segnare il passo. A questo ritmo, l’industria europea del riciclo non riuscirà a garantire la capacità di trattamento necessaria a centrare gli obiettivi europei. A lanciare l’allarme è Plastics Recyclers Europe, dopo la pubblicazione del report realizzato in collaborazione con ICIS sul riciclo dei polimeri in HDPE e PP, due delle più diffuse e utilizzate materie plastiche, con impieghi che vanno dagli imballaggi alle costruzioni fino all’automotive.

Dopo l’impennata degli investimenti che a partire dal 2018 ha visto raddoppiare la capacità di riciclo installata in Europa, con un’ultima accelerazione trainata dalla ripartenza post pandemica nel 2022, a partire dal 2023 il settore è entrato in una fase di stagnazione, si legge nel report. La capacità di riciclo complessiva per HDPE e PP è arrivata a toccare i 3,5 milioni di tonnellate, senza alcuna sostanziale variazione rispetto all’anno precedente e il trend sarebbe confermato anche dalle prime rilevazioni sul 2024. Cosa che getta un’ombra sulla capacità dell’industria europea di rispondere alla sfida dei nuovi obiettivi di contenuto minimo riciclato, a partire da quelli introdotti dal regolamento europeo sul packaging (35% al 2030 e 65% al 2040). Per raggiungerli, stima il report, servirebbero ulteriori 2 milioni di tonnellate di capacità di riciclo di HDPE e PP entro il 2030 e ulteriori 5,7 milioni di tonnellate entro il 2040. Tuttavia, chiarisce PRE, “le attuali condizioni di mercato e le stime della capacità di riciclo per il 2024 sollevano notevoli preoccupazioni sulla possibilità di raggiungere questi obiettivi senza un deciso intervento politico”.

Il primo nodo resta quello della raccolta, che tra 2018 e 2023 non ha tenuto il passo degli investimenti, arrivando a intercettare appena il 50% dei rifiuti in HDPE e PP generati, pari a circa 3,3 milioni di tonnellate, composte principalmente da imballaggi post consumo, che rappresentano in media il 75% circa dei rifiuti generati ogni anno, mentre applicazioni come tubi o paraurti hanno generalmente una vita più lunga e quindi pesano in maniera diversa sui sistemi di raccolta, selezione e riciclo. Serve promuovere una maggiore diffusione delle raccolte differenziate e armonizzare i regimi di responsabilità estesa del produttore, ma anche migliorare l’efficienza tecnologica degli impianti di selezione, spiega il report, spingendo sull’integrazione di tecnologie NIR (infrarossi) e basate sull’IA.

Del totale dei rifiuti prodotti, prosegue lo studio, una quota tra il 40 e il 43% è stata effettivamente avviata a riciclo portando alla produzione di 1,9 milioni di tonnellate di polimeri secondari. Il tasso di riciclo si attesterebbe quindi al 32% e al 30% rispettivamente per HDPE e PP, una discrepanza rispetto ai tassi di raccolta e selezione che pone un altro tema, quello della progettazione per il riciclo, indispensabile per migliorare l’efficienza in ogni passaggio della filiera. Passando dal piano della tecnologia a quello del mercato, l’urgenza, chiarisce PRE, resta quella di definire “condizioni di parità attraverso una solida supervisione dei materiali importati”, indispensabile per contrastare la concorrenza di polimeri a basso costo, sia vergini che riciclati, provenienti da paesi terzi spesso in assenza delle necessarie certificazioni di prodotto. Fenomeno che rischia di vanificare anche l’effetto traino sulla domanda determinato dall’introduzione di obiettivi vincolanti di contenuto riciclato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *