Confermato il rinvio della scadenza per la comunicazione delle informazioni sulla qualità del servizio rifiuti. Il termine ultimo per l’invio telematico dei dati è stato fissato da ARERA al prossimo 31 maggio
Al via la raccolta delle informazioni sulla qualità del servizio di gestione dei rifiuti urbani, che andranno comunicate ad ARERA entro e non oltre il 31 maggio tramite l’apposita piattaforma telematica. Lo ha chiarito l’autorità di regolazione in un comunicato che, come anticipato da Ricicla.tv, conferma lo slittamento dei termini previsti dal TQRIF per l’invio dei dati, inizialmente fissati al 31 marzo del 2024. Stando al testo unico sulla qualità del servizio, il TQRIF, a partire dal 2024 i gestori dovrebbero comunicare all’autorità e all’ente territorialmente competente il numero totale di utenze al 31 dicembre dell’anno precedente, suddivise per tipologia (domestica e non domestica), nonché le informazioni e i dati inerenti alle prestazioni soggette ai livelli generali di qualità. Ma il ritardo nella predisposizione degli strumenti di raccolta dei dati ha reso necessario il rinvio della scadenza.
Il portale telematico, chiarisce ARERA, è operativo da ieri e raccoglierà le comunicazioni da parte dei gestori che al 31 dicembre 2023 abbiano svolto almeno una tra le attività di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, spazzamento e lavaggio strade e gestione tariffe e rapporto con gli utenti, ivi inclusi i Comuni che le gestiscono in economia. Per guidare i soggetti obbligati all’utilizzo del portale di raccolta dati l’authority ha rilasciato un manuale operativo con le informazioni dettagliate sulle tempistiche e le modalità di compilazione dei form.
Sempre in tema di servizio rifiuti, è sfumato il tentativo di rinviare dal 30 aprile al 30 giugno la scadenza dei termini per l’approvazione delle TARI 2024. L’intervento, fortemente sollecitato dai Comuni in difficoltà con la redazione dei PEF, era contenuto in una serie di emendamenti al decreto PNRR, giudicati inammissibili durante l’esame in commissione bilancio alla Camera. Restano invece ancora da sciogliere i nodi delle nuove componenti perequative della tariffa rifiuti, operative da gennaio di quest’anno per coprire i costi di gestione dei rifiuti accidentalmente pescati e degli eventi calamitosi. L’incertezza sui dettagli applicativi degli strumenti di perequazione è stata più volte rilevata da gestori, enti locali e fornitori di software di tariffazione. Secondo i comuni, nello specifico, rischierebbe di trasformare le componenti perequative in una “tassa impropria” a carico delle finanze degli enti locali. Al momento, tuttavia, l’autorità non ha ancora fornito indicazioni ufficiali in merito.