Regolamento Ue sui veicoli fuori uso, Ada: “Serve sinergia tra autodemolitori e case produttrici”

di Elvira Iadanza 09/06/2025

L’associazione demolitori di autoveicoli ha organizzato un momento di confronto in vista del prossimo regolamento europeo sui veicoli fuori uso: al centro del dibattito la necessità di dialogare con tutti i soggetti che operano nel mondo dell’automotive


In vista del prossimo regolamento europeo sui veicoli fuori uso, ADA, associazione demolitori di autoveicoli, ha organizzato il convegno “A che punto siamo con il nuovo regolamento End Life Vehicle?”, un momento di confronto per gli operatori del settore a cui ha partecipato anche Paulius Saudargas, relatore della proposta di Regolamento Elv del Parlamento Europeo.

“Obiettivo del Regolamento – ha chiarito l’eurodeputato – è sostenere la transizione dell’Europa verso un’economia pulita e circolare entro il 2050. Uno dei target centrali è preservare le materie prime critiche di cui l’Europa è povera e rafforzare la nostra industria del riciclo. Il regolamento – ha proseguito Saudargas – dovrebbe contestualmente contrastare il cambiamento climatico e sostenere la competitività del nostro settore dell’auto”.

La proposta di Bruxelles, presentata nel 2023, punta a promuovere la progettazione circolare dei veicoli, prevedendo l’obbligo di utilizzare plastica riciclata (almeno il 25%) per la costruzione di nuove auto, ma anche a migliorare la gestione del loro fine vita. Su questo fronte l’elemento di maggiore novità resta il rafforzamento della responsabilità estesa del produttore (EPR). “Gli eventuali contributi versati dal produttore – ha spiegato Saudergas – dovranno coprire i costi sostenuti dagli operatori della gestione rifiuti per la raccolta e il trattamento nella misura i cui non siano già coperti dai ricavi provenienti dalla rivendita dei pezzi di ricambio usati o dalle materie prime secondarie riciclate”.

Proprio su questo tema è intervenuto il presidente di Ada, Anselmo Calò, sottolineando come “è importante che sia garantita la presenza di tutti i componenti della filiera nell’autorità di monitoraggio dell’attuazione dell’EPR. Guardando al prossimo futuro è fondamentale promuovere una maggiore collaborazione con le case automobilistiche, che si basi su un dialogo leale e su un efficace partenariato”.

Su questo si è espresso il parlamentare europeo Pierfrancesco Maran, Deputato al Parlamento Europeo: “nel confronto con i relatori del regolamento siamo riusciti a far riconoscere l’attività dei demolitori di auto come un anello centrale dell’economia circolare“. Alla tutela degli operatori virtuosi fanno da complemento le nuove misure di contrasto delle condotte illecite. “Nell’analisi del provvedimento – ha aggiunto Maran – abbiamo dato massima attenzione ai 3 milioni di veicoli a fine vita che ogni anno in Europa spariscono nel nulla. Oggi siamo arrivati a una stesura della norma più che attenta a frenare l’esportazione dei veicoli al di fuori dei confini europei e a ridurre anche le esportazioni al di là dei confini nazionali”.

Al centro del dibattito organizzato a Roma, resta, però, la figura e il ruolo dei demolitori. Matteo Mussini, Direttore di MUST & Partners, ha evidenziato i cinque punti fondamentali della nuova cornice regolatoria su cui si sono focalizzati maggiori sforzi dell’associazione: definire chiaramente il concetto di ‘impianto autorizzato‘, al fine di evitare ambiguità interpretative; evitare asimmetrie di potere tra gli impianti di trattamento (ATF) e i produttori; garantire una rappresentanza adeguata degli ATF negli organi di governance e controllo; distinguere adeguatamente il ruolo degli ATF rispetto a quello dei punti di raccolta, evitando sovrapposizioni o interferenze; limitare l’obbligo di rimozione delle parti, per un’applicazione proporzionata della norma.

Su questo si è espresso anche l’europarlamentare Stefano Cavedagna: “Abbiamo lavorato in sede europea per tutelare le piccole e medie imprese del settore della demolizione, talvolta anche micro-imprese a carattere familiare. Per questo abbiamo evitato un ulteriore rafforzamento della burocrazia che avrebbe messo fuori mercato proprio queste aziende. Tra i principali risultati raggiunti nel dibattito europeo va rimarcato il riconoscimento della differenza tra demolitore e frantumatore, inizialmente non previsto”.

A testimoniare la necessaria sinergia tra demolitori e casa euro, poi, la presenza al convegno anche di Xavier Kaufman, vice Presidente di ‘The future is neutral’ – Renault, che è intervenuto sul ruolo delle case automobilistiche nella gestione sostenibile del fine vita dei veicoli e sulla collaborazione con gli impianti di demolizione dei veicoli.

Insomma, il settore del trattamento dei veicoli a fine vita si prepara a un momento di grande cambiamento. L’appello degli operatori è a lavorare in sinergia con le case automobilistiche, in modo da accompagnare la transizione senza escludere nessun soggetto della filiera, rispettando e preservando i capisaldi del Clean Industrial Deal europeo: competitività e circolarità. “Il settore – ha chiarito Anselmo Caló – è oggi davanti a un passaggio importante, in primis perché la normativa richiede ad ogni operatore all’interno del proprio impianto di raggiungere tra cinque anni la quota dell’85% di recupero del veicolo demolito. Solo chi raggiungerà questo target potrà restare sul mercato”.

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