Comuni Ricicloni, non decolla la differenziata in Campania

di Rosanna Auriemma 15/12/2021

Imparato: “Per archiviare la stagione del turismo dei rifiuti e delle multe europee occorre realizzare i nuovi impianti di riciclo, promuovere semplificazioni degli iter autorizzativi, attivare percorsi partecipativi per coinvolgere i territori nella realizzazione degli impianti”

Aumentano i Comuni Ricicloni in Campania, ben 309 che nel 2020 hanno superato il 65% di differenziata, con un incremento del 9,6% rispetto all’anno precedente, ma non basta per dare un concreto impulso alla raccolta che negli ultimi cinque anni ha visto una crescita di poco superiore al 2,5% e che nell’anno della pandemia è arrivata appena a toccare il 54,2%, con un incremento di 1,4% rispetto al 2019. Una fase di stallo che non permette alla regione di decollare, complice la mancanza di una governance del ciclo integrato dei rifiuti e di impianti di trattamento della frazione organica – compostaggio, digestione anaerobica e produzione di biometano. Sono questi i dati emersi dall’ultimo dossier Comuni Ricicloni Campania 2021, giunto ormai alla ventisettesima edizione, presentato da Legambiente Campania in collaborazione con Arpa Campania e ORGR, Osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti in Campania.

“Oggi i cittadini campani continuano a pagare la tassa dei rifiuti più alta in Italia, nel 2021 in media 416 euro a famiglia, contro una media nazionale di 312 euro. Un trend che non potrà certamente calare se non saranno realizzati al più presto gli impianti che occorrono al riciclo delle diverse frazioni, a partire dai famosi impianti di compostaggio e digestione anaerobica. E in particolar modo, quelli del Piano della Regione Campania del 2016 che risultano ancora tutti, o quasi, sulla carta. Nel 2020 i dati ci dicono che in Campania abbiamo prodotto 612 mila tonnellate di rifiuti, quasi totalmente andate verso altre regioni, con costi economici, ambientali e sociali. Quei costi che diventano invece benefici per altri territori e che si aggiungono a quei 120mila euro al giorno che la Campania sta pagando da luglio 2015, ben sei anni, per la procedura di infrazione europea per la mancanza della chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio” spiega Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania.

Stando ai dati del rapporto, sono 105, due in meno rispetto all’anno precedente, i ‘Comuni Rifiuti Free’, che si sono distinti non solo per la corretta raccolta differenziata, ma anche per la riduzione di rifiuti indifferenziati prodotti – ogni cittadino, infatti, produce al massimo 75 kg di secco residuo all’anno. E nonostante il significativo calo di quantità di frazione organica raccolta nel 2020 – il solo Comune di Napoli nel 2020 ha raccolto 16mila 600 tonnellate in meno rispetto alle 53mila 800 tonnellate del 2019 e 30mila 600 tonnellate in meno rispetto alle 67mila 800 tonnellate del 2018, con un calo in soli due anni del 45% della frazione organica raccolta – la percentuale di raccolta differenziata è cresciuta, anche se a livelli contenuti, con importanti miglioramenti nella raccolta di carta e cartone che è passata da 208mila tonnellate a 221mila tonnellate, del vetro che è rimasto costante a 153mila tonnellate e della plastica che è passata da 150mila a 154mila tonnellate.

Il titolo di provincia più virtuosa tra i Comuni Rifiuti Free spetta a Benevento con il 46% dei comuni (pari a 36), seguita dalla Provincia di Salerno con il 29% pari a 46 comuni. Più distaccate la Provincia di Avellino con 12 comuni pari al 10% e Caserta con 9 comuni pari al 9%. Solo due Comuni Rifiuti Free per la Provincia di Napoli. Tra i comuni sotto i 5mila abitanti in Provincia di Avellino è il Comune di Domicella il più virtuoso, Ginestra degli Schiavoni per Benevento, Conca della Campania per Caserta, Tufino e Morigerati rispettivamente per la Provincia di Napoli e Salerno. Per i comuni tra i 5mila e 15mila abitanti, in Provincia di Benevento premiato il Comune di Montesarchio, Santa Maria a Vico per Caserta e Albanella per Salerno. Per i comuni di oltre 15mila abitanti riconoscimenti solo per Ottaviano (NA) e Baronissi (SA).

Tra i 309 comuni che nel 2020 hanno superato il limite di legge del 65% di raccolta differenziata, spiccano Morigerati (SA), Domicella (AV) e Laurito (SA) ai primi tre posti nella classifica generale dei Comuni Ricicloni con una percentuale di raccolta differenziata superiore al 95%. Il Sannio nel 2020 risulta essere il territorio più virtuosocon una quota di raccolta differenziata che arriva quasi al 73,51%. Seguono la provincia di Salerno con il 65,71% e quella di Avellino con il 64.63%, mentre sotto la media regionale si trovano le province di Caserta (51,75%) e di Napoli (34,45%). Tra i comuni con più di 20mila abitanti, si segnalano in provincia di Napoli le best practice di Ottaviano con il 91.62%Vico Equense con l’80,14% e Bacoli con l’79,41%. In provincia di Caserta il Comune di Marcianise con l’81,40% e in provincia di Salerno i comuni di Sarno con il 79,15% e quello di Nocera Superiore con l’81,12%.

Quanto agli Ambiti territoriali, tutti gli ATO registrano un miglioramento tra il 2019 ed il 2020, ad eccezione dell’ATO Napoli 1 che passa da una raccolta differenziata del 38,4% al 37,65% del 2020. Come per gli anni precedenti, gli ATO di Benevento, Avellino e Salerno risultano in linea con le previsioni di Piano, mentre gli altri sono in ritardo rispetto agli obiettivi previsti per il 2020, anche se l’ATO Napoli 3 compie un significativo passo in avanti, raggiungendo il 60,46% di raccolta differenziata.

“Una strategia ambiziosa regionale per l’economia circolare che abbia al centro la realizzazione degli impianti per il riciclo dei rifiuti di origine domestica e produttiva, la costituzione di una task force regionale per sostenere comuni e ATO a predisporre progetti efficaci in risposta ai bandi relativi alle risorse del PNRR, l’obbligatorietà del dibattito pubblico da promuovere sui territori per facilitare la realizzazione degli impianti, lo sviluppo di un vero mercato dei prodotti riciclati. È questa la ricetta da mettere in campo se davvero si vuol far decollare l’economia circolare campana. Per raggiungere i target europei e per archiviare la stagione del turismo dei rifiuti e delle multe europee, occorre realizzare i nuovi impianti di riciclo, promuovere semplificazioni degli iter autorizzativi, attivare percorsi partecipativi per coinvolgere i territori nella realizzazione degli impianti, accelerare la creazione di un mercato dei prodotti riciclati, obiettivo ancora oggi disatteso anche nella nostra regione” dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania.

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