Così il recupero energetico aiuta la decarbonizzazione

di Luigi Palumbo 10/12/2020

Pur collocandosi nella parte bassa della gerarchia europea sulla gestione dei rifiuti, preceduto dalle famose tre “R” riduzione, riuso e riciclo, il recupero energetico può giocare un ruolo da protagonista nel percorso dell’Italia verso decarbonizzazione ed economia circolare. Come? Rendendo sempre più marginale il ricorso alla discarica che, dicono i nuovi target europei, entro il 2035 non dovrà accogliere più del 10% dei rifiuti urbani (in Italia siamo al 22%), mentre il 65% dovrà essere riciclato (oggi siamo intorno al 45%). Insomma, una volta terminata la non semplice rincorsa agli obiettivi europei, una quota compresa tra il 25 e il 35% di frazioni non riciclabili, stimabile tra 7 e 10 milioni di tonnellate, non potrà che essere avviata a recupero energetico. A tutto beneficio dei processi di decarbonizzazione. Già, perchè sostituire lo smaltimento in discarica al recupero energetico aiuta in primo luogo la lotta alle emissioni.

«I dati più recenti ci dicono che le discariche originano 13,7 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Ad oggi, trattando a recupero energetico 5,3 milioni di tonnellate incenerite nel 2018, abbiamo evitato emissioni per 6 milioni di tonnellate. Queste che sono il saldo tra ciò che abbiamo prodotto, recuperando in modo energetico i rifiuti e quelle che abbiamo evitato dal portare a smaltimento sono una misura di quello che dovremmo ancora fare da qui al 2030 in termini di obiettivi di riduzione di emissione di anidride carbonica. Quindi, sostanzialmete si tratta entro il 2030 di portare il recupero energetico dal 18% degli ultimi dati di ISPRA al 30%», Donato Berardi, Laboratorio Ref Ricerche.

Il tema è al centro di un dossier pubblicato nei giorni scorsi dal Laboratorio Ref ricerche, con un focus sui meccanismi di incentivazione. Meccanismi che, dice lo studio, pur avendo consentito all’Italia di traguardare gli obiettivi indicati dalle direttive europee di soddisfare almeno il 20% del fabbisogno energetico con le energie rinnovabili al 2020, dall’altro però non sono riuscite ad accompagnare il passaggio dalla discarica al recupero energetico da rifiuti, al quale scrive Ref: “Non è stato ancora riconosciuto un ruolo nel percorso di decarbonizzazione, coerente con il suo potenziale”.

«Diversi strumenti di sostegno delle fonti rinnovabili che cubano 12,8 miliardi di euro all’anno sostengono il settore dei rifiuti per circa 670 milioni di euro all’anno. Questo vuol dire che nel monte degli incentivi, ciò che finanzia i rifiuti è meno del 5%, oltre ad essere trascurabile una quota destinata a riassorbirsi e a riazzerarsi da qui ai prossimi 15 anni perchè i programmi in corso sono destinati a ridursi», Donato Berardi, Laboratorio Ref Ricerche.

E se da un lato l’Ue spinge per un graduale abbandono degli incentivi per incenerimento e discarica, concentrando gli sforzi su prevenzione e riciclo, dall’altro continua a ribadire l’importanza del recupero energetico nella chiusura del ciclo di gestione, quale opzione ambientalmente preferibile alla discarica, come scritto di recente anche dal Commissario Ue all’Ambiente Stankevicius.

«Quello che noi abbiamo suggerito in qualche misura è un riconoscimento di questo ruolo di decarbonizzazione che il settore dei rifiuti potrà offrire nei prossimi anni, continuando a sostenere il recupero energetico, in particolare il revamping degli impiati più vecchi, quindi la sostituzione degli impianti più vecchi con impianti con basso livello emissivo, tecnologicamente avanzati e magari costruire quei due o tre impianti in Sicilia, Campania e Lazio che ancora mancano sul panorama nazionale», Donato Berardi, Laboratorio Ref Ricerche.

Come andrebbe modulato il sistema degli incentivi per trasformarlo in uno strumento di supporto nel percorso verso gli obiettivi di circolarità?

«Gli strumenti economici e gli incentivi andrebbero tutti rimodulati in coerenza con la gerarchia dei rifiuti, scoraggiando forme meno preferibili come lo smaltimento, incentivando per ciò che non determina sovracapacità del recupero energetico e sostenendo in modo importante il riciclaggio, il riuso e ancora di più la prevenzione», Donato Berardi, Laboratorio Ref Ricerche.

 

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