Remtech, Criteri ambientali minimi: l’edilizia punta sul riciclo

di Beppe Facchini 04/04/2017

I cosiddetti Cam, criteri ambientali minimi per l’edilizia, introdotti con un decreto nel dicembre 2015 e aggiornati ad inizio anno dal Ministero dell’Ambiente, sono stati al centro di un importante seminario andato in scena oggi a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna.

L’incontro è stato organizzato da RemTech Expo, l’evento più importante in Europa sulle bonifiche dei siti contaminati e sulla tutela del territorio, con la partecipazione degli organismi di certificazione Icmq e Idea.net, la collaborazione di Ervet Emilia-Romagna e i contributi di numerose realtà del settore, da Atecap Federbeton agli ordini professionali di geologi, ingegneri e architetti. Obiettivo del seminario era fornire strumenti operativi di supporto e orientamento agli addetti ai lavori (e non solo), in modo da individuare l’impatto e le opportunità dei Cam e identificare gli strumenti di certificazione dei prodotti utili per soddisfare dei criteri pensati per rendere ancora più sostenibile anche il mondo dell’edilizia. Un mondo nel quale stanno prendendo sempre più piede anche i temi del riciclo e dell’economia circolare.

Riducendo gli impatti derivanti dall’estrazione e dalla lavorazione delle materie vergini, l’utilizzo di materiali riciclati nel settore dell’edilizia non è più, infatti, una novità. Basti pensare al calcestruzzo. Quello più importante in questo caso «è l’aggregato, che però ancora non trova ampia diffusione, così come meriterebbe» spiega Michela Pola di Atecap Federbeton. Il motivo? «Un po’ di diffidenza nei suoi confronti, nonostante le grandi potenzialità». Norme come i Cam, però, ne richiedono un forte sviluppo e per Pola ben presto le cose potrebbero cambiare.

Considerando inoltre che gli stessi Cam «prevedono che nei prodotti ci sia una certa percentuale di materiali recuperati», sottolinea Rosario Gulino della Federazione Confindustria Ceramiche e Laterizi, è chiaro che sostenibilità ed edilizia sono due termini destinati ad andare sempre più a braccetto. Si tratta, come spiega ancora meglio Giorgio Merlante di Idea.net, di «un trend che sta cominciando a diffondersi tra le aziende, grandi e piccole, non solo perché sta diventando una richiesta cogente da un punto di vista legislativo, ma anche perché rappresenta un modo, per i produttori, di accedere a nuovi mercati».

La verifica da parte di un soggetto terzo dei criteri ambientali previsti dalla normativa, secondo Manuel Mari di Icmq Milano rappresentano «una grande opportunità di crescita ed una garanzia per il settore>. E questo perché, <dopo un periodo di forte crisi per l’edilizia>, il tema della sostenibilità <può finalmente rilanciare la possibilità di ragionare in termini di progettazione e interventi edilizi capaci di soddisfare aspetti di carattere ambientale necessari per diminuire gli impatti. Un’esigenza che ormai non è più rimandabile».

Su tutto ciò che riguarda i Cam–Edilizia, per esteso “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la progettazione e gestione dei cantieri della pubblica amministrazione”, sono inoltre intervenuti in apertura dei lavori, coordinati da Silvia Paparella di RemTech e dalla stessa Michela Pola, anche Alessandro Rossi dell’Anci Emilia-Romagna, Paride Antolini, presidente regionale dell’Ordine dei Geologi, e Pasquale Salvatore, del Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati.

Patrizia Bianconi della Regione Emilia-Romagna ha invece approfondito il tema del “Piano per gli Acquisti sostenibili 2016 – 2018”, mentre sulla rigenerazione urbana si è soffermato Massimiliano Mazzanti, docente del Dipartimento di Economia e Management all’Università di Ferrara. Con i lavori del pomeriggio si è poi passati ad un approfondimento sul codice degli appalti e le certificazioni previste dai Cam, tra le altre cose, per prodotti ceramici, sanitari e con materiale riciclato, con una tavola rotonda moderata da Marco Ottolenghi di Ervet e alla quale ha preso parte anche Sergio Saporetti, funzionario tecnico del Ministero dell’Ambiente.

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