Carta, boom dell’export di macero: +99,9% nei primi sei mesi del 2023

di Redazione Ricicla.tv 24/10/2023

Nel 2022 le imprese del riciclo della carta hanno prodotto 6,6 milioni di tonnellate di maceri, in calo del 6% per effetto della congiuntura economica negativa. In flessione anche i prezzi della carta da macero, crollati del 72%, ma le imprese tengono botta grazie alle esportazioni. Che nei primi sei mesi del 2023 sono raddoppiate. UNIRIMA: “Evitare che i regolamenti europei impattino su un settore d’eccellenza”


Crescono le esportazioni di carta da macero dall’Italia verso paesi terzi, e in un quadro congiunturale che, dopo gli shock energetici dello scorso anno, continua a essere caratterizzato da profonda incertezza, rappresentano di fatto il solo argine al collasso economico delle imprese del riciclo. È il ritratto di un settore profondamente segnato dalle turbolenze dell’economia globale, quello tracciato dall’ultimo rapporto di UNIRIMA, l’associazione nazionale dei riciclatori di carta. Nel 2022, riporta il dossier, i 716 impianti autorizzati a livello nazionale hanno prodotto 6,6 milioni di tonnellate di carta da macero, con un calo del 6% rispetto al 2021, in linea con la contrazione della produzione industriale determinata dalla crisi energetica legata allo scoppio del conflitto in Ucraina. In flessione anche le quotazioni delle materie prime seconde. Dopo aver raggiunto i massimi tra maggio e luglio del 2022, fino a toccare i 124 euro la tonnellata, da settembre 2022 a settembre 2023 il prezzo medio di carta e cartone riciclato è infatti sceso tra i 31 e i 33 euro. Nello stesso periodo, riporta UNIRIMA, i ricavi delle imprese sono diminuiti del 13%.

Una contrazione che, tuttavia, non ha compromesso le elevate performance di circolarità della filiera nazionale, con un tasso di riciclo che, nel 2022, è salito dal 72,8% al 75,9% per tutta la carta, toccando, per i soli imballaggi l’81,2%, al di sopra della media europea e sulla strada verso l’obiettivo dell’85% al 2030. Se anche lo scorso anno, nonostante la congiuntura negativa, il settore si è confermato eccellenza europea, chiarisce però UNIRIMA, è soprattutto grazie alla capacità degli operatori del riciclo di trovare sui mercati internazionali lo sbocco al surplus strutturale di maceri che l’industria cartaria nazionale non riesce ad assorbire. “A causa degli shock energetici le cartiere hanno chiuso o rallentato l’attività e noi abbiamo dovuto trovare soluzioni in tempi rapidissimi” spiega il direttore generale di UNIRIMA Francesco Sicilia. A tenere in tensione i prezzi, anche se di poco, ci ha pensato l’incremento delle esportazioni, che nel 2022 hanno raggiunto 1,48 milioni di tonnellate (+16% rispetto all’anno precedente) e che nel primo semestre dell’anno in corso sono addirittura raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, toccando quota un milione di tonnellate in crescita del 99,9%. Cosa che continua a porre un argine al crollo dei valori di mercato, crollati del 72% tra 2022 e 2023 ma tuttavia lontani dai valori prossimi allo zero del periodo pre-pandemia.

Il nostro partner principale oggi è l’India, verso la quale abbiamo di fatto quadruplicato le esportazioni – spiega il direttore generale di UNIRIMA Francesco Sicilia – quasi 500mila tonnellate nel primo semestre del 2023, praticamente il totale di tutte le esportazioni del primo semestre 2022. Questo incremento delle esportazioni ha evitato il collasso economico del nostro sistema – spiega Sicilia – bilanciando il crollo dei prezzi ed evitando di arrivare quasi a zero come accadde alla fine del 2019″. La volatilità dei valori di mercato, tuttavia, resta elevatissima e alcune misure allo studio dell’Ue, chiarisce UNIRIMA, rischiano di complicare ulteriormente il quadro. Non soltanto il nuovo regolamento sugli imballaggi, ma soprattutto la revisione del regolamento sulle spedizioni di rifiuti, che nel tentativo di chiudere i canali dell’export – anche illegale – di scarti problematici verso paesi terzi, rischia di dare un giro di vite anche al commercio di materia prima seconda. Inclusi i maceri prodotti dall’industria italiana ai sensi del regolamento nazionale ‘end of waste’. “Dobbiamo evitare che i regolamenti europei impattino su un settore d’eccellenza”, ha detto Sicilia, chiarendo che sul fronte nazionale restano da sciogliere i nodi relativi al rilascio delle autorizzazioni e alla tutela della concorrenza.

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