Fortini: «Il futuro di Roma è negli ecodistretti»

di Luigi Palumbo 19/11/2015

Facendo i conti con inchieste giudiziarie, turbolenze politiche e criticità gestionali, negli ultimi due anni Daniele Fortini, numero uno di Ama, ha avviato un processo di rinnovamento della municipalizzata capitolina e del sistema romano di gestione dei rifiuti solidi urbani, svincolando la città dal monopolio del “Supremo” Manlio Cerroni (patron della megadiscarica di Malagrotta attualmente a processo per traffico di rifiuti ed associazione a delinquere) e risanando un’azienda, Ama, devastata da anni di malagestione ed infiltrazioni malavitose. Il tutto, però, mentre la Capitale fa i conti con il commissariamento dell’amministrazione con la quale lo stesso Fortini ha condiviso per due anni il percorso verso il rilancio del ciclo rifiuti. Percorso che vede nella costruzione dell’ecodistretto di Rocca Cencia una delle sue tappe principali. Un progetto che, assicura Fortini al microfono di Ricicla, non subirà rallentamenti. «Il progetto degli ecodistretti è irreversibile. Abbiamo il massimo sostegno del Prefetto Gabrielli, del Commissario Tronca e del Governo. Non vedo problemi per il processo che abbiamo già intrapreso». L’idea alla base dell’ecodistretto è quella di internalizzare ogni fase della gestione degli rsu romani, avviandoli a trattamento in una rete di impianti pubblici e restituendo ai cittadini le risorse generate dal recupero e riciclo dei materiali sottratti alla discarica ed all’incenerimento. «La peculiarità del progetto, che noi speriamo diventi un modello – spiega Fortini – è che anche i rifiuti indifferenziati, una volta usciti dagli impianti, avranno lo status di prodotto. La parte secca diventerà Css per cementifici e centrali elettriche – illustra Fortini – mentre la parte umida, grazie ad un sistema innovativo messo a punto da Ama, verrà miscelata ad inerti ed impiegata in edilizia». E anche rispetto al trattamento delle materie riciclabili da raccolta differenziata, Fortini ribadisce i vantaggi di una gestione pubblica e la necessità di un cambio di paradigma rispetto a quello dettato dal sistema dei consorzi di filiera afferenti al Conai. «I rifiuti di Roma sono dei romani. Abbiamo bisogno di un sistema industriale che sia pubblico – sostiene Fortini – perchè il valore che potremo realizzare dal trattamento di questi rifiuti dobbiamo trasferirlo ai cittadini di Roma. Grazie al Conai si è diffusa la cultura della raccolta differenziata e del riciclo, ma oggi la maggior parte delle risorse viene trattenuta dal mondo dell’industria, dei selettori, degli utilizzatori e dei recuperatori di imballaggi, mentre le percentuali che arrivano ai comuni sono inferiori».

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