In Italia oltre mille comuni in tariffa puntuale, ma al sud sono solo sei

di Luigi Palumbo 19/12/2023

Secondo IFEL nel 2022 1117 Comuni hanno adottato la tariffa puntuale, legando la Tari alla condotta delle singole utenze. Ma al sud le amministrazioni PAYT sono solo 6. Colpa anche dei ritardi sul fronte della governance


Sono più di mille i Comuni italiani che nel 2022 hanno adottato la tariffa puntuale, all’insegna del motto PAYT, ‘Pay as You Throw’, paga per quello che butti. Per la precisione 1117, con una copertura di oltre otto milioni di abitanti, sebbene concentrata per più della metà nelle Regioni del nord-est, mentre al sud le iniziative si contano quasi sulle dita di una mano, frenate dalla frammentazione della governance e dall’assenza di politiche di area vasta. È la fotografia scattata da IFEL, l’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale, nel nuovo rapporto su diffusione ed evoluzione dei sistemi PAYT in Italia, presentato oggi in anteprima.

Stando alla rilevazione di IFEL, nonostante una pandemia di mezzo, nel triennio dal 2020 al 2022 sono 201 i Comuni che hanno adottato la tariffa puntuale per la prima volta, mentre solo 6 comuni sono tornati al regime presuntivo. “Chi sceglie la tariffa puntuale insomma non torna indietro“, spiega Davide Donadio, curatore del rapporto. Dal 2018 a oggi le amministrazioni che hanno scelto di slegare il calcolo della Tari dai classici (e controversi) parametri basati sulla superficie degli immobili e sul numero di occupanti per agganciarlo alla effettiva condotta dell’utenza sono passate dal 10,17% al 14,13% del totale. Comuni nei quali più rifiuto indifferenziato si produce e più salata è la tariffa. Informazioni che oggi i gestori possono misurare grazie a supporti specifici come cassonetti intelligenti, bidoni con transponder o sacchetti codificati.

Uno strumento imprescindibile nel percorso verso gli ambiziosi obiettivi europei di circolarità. “Per raggiungere l’obiettivo del 65% di riciclo al 2035 dovremo raggiungere almeno l’80% di raccolta differenziata” spiega Walter Giacetti di IFEL. Il problema è che mentre la differenziata nel 2021 toccava il 64% dei rifiuti prodotti, le quantità effettivamente avviate a riciclo si fermavano invece al 48%. “Uno spread che negli ultimi anni si è andato allargando – chiarisce Giacetti – fino a toccare i 16 punti percentuali”, e che sembrerebbe suggerire come i sistemi tradizionali ancora oggi diffusi sull’intero territorio nazionale, prevalentemente basati sulla raccolta stradale, non riescano più a tenere assieme l’incremento delle quantità con la cura della qualità.

Senza dimenticare che sempre entro il 2035 dovremo anche tagliare lo smaltimento in discarica, oggi intorno al 20%, fino a un massimo del 10%. Insomma: dobbiamo ridurre la produzione di rifiuto residuo e migliorare, oltre che aumentare, la differenziata. “Per questo in vista degli obiettivi europei – dice Giacetti – è inevitabile adottare sistemi di tariffazione puntuale”. Che commisurando l’importo della Tari alla condotta delle singole utenze, quindi al peso o al volume delle frazioni conferite, responsabilizza i cittadini trasformando la tariffa in un autentico incentivo ad adottare comportamenti virtuosi.

Un modello che, tuttavia, nelle Regioni del sud stenta a decollare. Dei 201 nuovi Comuni censiti negli ultimi tre anni da IFEL, infatti, il 40% è in Piemonte e nessuno al sud, mentre sul totale delle amministrazioni in tariffa puntuale 1054 sono al nord (di cui 687, pari al 61,5%, nel nord est,), 57 al centro e appena 6 tra sud e isole: 2 in Puglia, 3 in Sicilia e uno in Sardegna. Perché? “Perché a sud gli assetti gestionali, organizzativi e istituzionali continuano a essere molto diversi da quelli del nord – spiega Donadio – i principali ‘fattori abilitanti’ per la tariffa puntuale sono la robustezza organizzativa e tecnologica del gestore, ma anche le politiche di area vasta, quindi pianificazione e presenza di enti d’ambito funzionanti e autorevoli“. Tutti fronti sui quali il mezzogiorno continua a far registrare ritardi e inefficienze.

Fortunatamente non mancano le eccezioni, come quella di Bitetto, in Puglia, uno dei 6 comuni del sud in tariffa puntuale, dove il progetto REthinkWASTE (al quale ha collaborato anche IFEL) ha associato al tradizionale metodo PAYT un innovativo sistema di spinte gentili, il KAYT, ‘Know As You Throw’. Risultato? La produzione pro capite di rifiuto indifferenziato si è attestata a 76,39 kg l’anno (un Comune si considera virtuoso se riesce a stare sotto i 100 kg), mentre la quantità di rifiuto differenziato (organico, carta, plastica/metalli, vetro) ha superato questo settembre la percentuale dell’80,28%. In linea con l’obiettivo Ue al 2035. Una sfida che si può vincere, anche a sud.

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