ROMA. I rifiuti commerciali assimilati agli urbani e destinati al recupero dovrebbero essere esclusi dalla privativa comunali e la loro gestione, raccolta e conferimento sarebbero da affidare al libero mercato, affidando ai singoli esercenti la scelta di individuare il soggetto pubblico o privato cui conferirli, a seconda di costi e qualità del servizio. È questa la posizione di Unionmaceri e Federmacero, che già a luglio si erano scagliati contro il bando indetto prima dell’estate da AMA, la municipalizzata capitolina che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Roma, con il quale ha intenzione di servire 12mila utenze commerciali tra cui 8mila900 nuove utenze che il bando definisce “utenze target”, ampliando così il proprio raggio d’azione. La posizione delle due sigle sull’illegittimità del bando AMA si era già tradotta in un ricorso depositato presso il TAR del Lazio per chiederne la sospensione e respinto con sentenza dello scorso 29 maggio: ora che però siamo alla vigilia dell’avvio del servizio porta a porta presso i vari ristoranti e supermercati coinvolti, Federmaceri e Unionmacero fanno sapere di essere pronte a presentare un ricorso al Consiglio di Stato per sovvertire quella sentenza di pochi mesi fa.
RISCHIO SALASSO. Ovviamente non si tratta soltanto di una questione di diritto, ma anche di una scelta che i privati considerano sconveniente tanto per i cittadini quanto per gli esercenti. Stando a quanto si legge nella nota congiunta, il bando finirebbe per disattendere i propositi di liberalizzazione del mercato dei servizi e di semplificazione della macchina pubblica che invece così vengono appesantite di responsabilità e costi. «Le nuove modalità di raccolta – si legge nella nota – lungi dal tradursi in sgravi della tassa rifiuti, provocheranno un aumento dei costi per i cittadini di Roma di circa 10 milioni di euro in due anni senza contare che in questo modo Ama si inserisce nel mercato delle utenze commerciali che non le compete, come dimostrano le 8.900 nuove utenze che Ama ha intenzione di servire (definite utenze target nel bando di gara), facendo ricadere sui cittadini il costo di attività fino ad ora svolte senza alcun coinvolgimento, né aggravio per il pubblico, in quanto – concludono le due associazioni – oggetto di libera contrattazione tra privati».
LA REPLICA DI AMA. Non si è fatta attendere la replica del presidente di Ama, Daniele Fortini, che contro lo spauracchio degli aggravi in bolletta per i romani, rilancia e annuncia ribassi nell’ordine del 3-4% in due anni. Una Tari più leggera proprio perché gli affidamenti di servizio arrivano dopo gare ad evidenza pubblica. «E’ curioso quanto terremoto si sia scatenato nel momento in cui Ama ha cominciato a fare gare pubbliche imparziali e trasparenti su tutti i versanti delle proprie attività – ha commentato Fortini – tutti minacciano ricorsi e contenziosi, tutti si sorprendono, ma nessuno si lamentava quando non si facevano le gare, non esisteva mercato competitivo e si dilapidavano impressionanti risorse pubbliche. Con Unionmaceri e Federmacero abbiamo già vinto al Tar del Lazio; tiriamo dritto e siamo sicuri di vincere anche al Consiglio di Stato. I cittadini, grazie a gare finalmente trasparenti, risparmieranno circa 6 milioni di euro all’anno. Il nuovo servizio comporterà inoltre benefici ambientali con un aumento della raccolta differenziata di circa il 6%».