Tassa rifiuti, un quinquennio di salassi: rincari fino a +157%

di Giovanni Paone 30/08/2016

Un aumento medio del 32,2% pari a +72 euro tra 2012 e 2016, ma che è diventato assai più contenuto nel corso dell’ultimo anno con un +0,4%, a ritmo con l’inflazione. Sono i numeri della Tari, la tassa rifiuti, che stando ad uno studio elaborato dal servizio politiche territoriali della Uil porterà le famiglie italiane a versare nelle casse comunali in media 295 euro, a fronte dei 294 euro del 2015 e dei 223 euro del 2012. L’elaborazione della Uil riguarda i costi della Tari in 94 Città capoluogo di provincia, stimate su una famiglia con una casa di 80 mq e 4 componenti.

In valori assoluti nel 2016 il costo maggiore si registra a Benevento con 473 euro l’anno a famiglia, Pisa 465 euro, Salerno 462 euro, Grosseto 450 euro, Cagliari 447 euro. Ci sono capoluoghi di provincia dove le tariffe sono molto più contenute: 150 euro medi a famiglia a Belluno; a Novara 166 euro; a Vibo Valentia 176 euro; a Macerata 178 euro; a Brescia 181 euro.

Per quanto riguarda le città metropolitane, a Napoli la tariffa sui rifiuti pesa 436 euro medi a famiglia, a Reggio Calabria 431 euro, a Bari 346 euro, a Milano 325 euro, a Genova 321 euro e a Roma 312 euro. Si paga un po’ meno a Bologna (229 euro medi), Torino (262 euro) e Palermo (276 euro). Quanto alla variazione tra il 2015 e il 2016, nel corso dell’ultimo anno la Tari aumenta in 37 Città capoluogo, tra cui Ancona, Bari, L’Aquila, Aosta; rimane stabile in 20 città, tra cui Napoli, Torino, Bologna; diminuisce in 37 città, tra cui Genova, Milano, Roma, Cagliari, Palermo.

Considerando le grandi città, la Tari aumenta del 12,3% a Bari, rimane invariata a Bologna, Napoli, Torino, Reggio Calabria, diminuisce del 4,8% a Palermo, del 2,9% a Genova, del 2% a Milano, dell’1,8% a Roma, dello 0,5% a Cagliari. L’andamento nel quinquennio 2012-2016 mostra incrementi alti a Pescara dove l’aumento medio è stato del 157%, L’Aquila del 137%; Isernia del 130%, tra gli altri. In calo invece la Tari a Belluno -23,3%, Varese -11% e, tra gli altri, Gorizia -9,5%. Tra le grandi città, Cagliari ha segnato un aumento medio della Tari negli ultimi 5 anni dell’84,3%, Reggio Calabria del 79,4%, Genova del 49,7%, Milano del 28,4%. Più contenute Roma (+0,5%) e Napoli (+1,8%).

Nonostante l’inversione di tendenza registrata nell’ultimo anno, «rimane il dato del costo mediamente alto di questa tassa – si legge nella nota della Uil – con fortissime disparità tra città e città. Questo segnala come il tema dell’efficienza del servizio, con contenimento dei costi, non è secondario: l’inefficienza di cui molti comuni soffrono, inevitabilmente, si ripercuote sui cittadini in termini di maggiori tariffe. La dimostrazione viene proprio da quelle realtà che negli anni hanno contenuto o diminuito i costi, certificando, così, che si può operare con serietà».

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