Così il riciclo delle plastiche miste aiuta la decarbonizzazione dell’acciaio

di Rosanna Auriemma 19/10/2021

Da San Giorgio di Nogaro un’innovativa materia prima circolare che punta a sostituire il carbone utilizzato nelle acciaierie, riducendo le emissioni di oltre il 30%. E dando nuova vita alle plastiche più difficili da riciclare

Abbatte i consumi di carbone, ottimizza il processo siderurgico, riduce le emissioni di CO2: questi solo alcuni dei benefici del polimero Bluair, la nuova materia prima seconda 100% circolare prodotta a Udine nell’impianto I.Blu del Gruppo Iren e ottenuta dal trattamento delle cosiddette plastiche miste. Plastiche che difficilmente trovano collocazione sul mercato del riciclo, vista la loro eterogeneità, e che quasi sempre finiscono negli inceneritori o, peggio ancora, in discarica. Nel sito di San Giorgio di Nogaro, invece, un innovativo processo di trattamento le trasforma in perline blu da utilizzare come agente riducente in sostituzione del carbone e come ottimizzatore di processo nella produzione dell’acciaio.

“Ricordiamo che un impianto di trattamento della plastica mediamente riesce a riutilizzare circa il 50% di ciò che entra, mentre l’altro 50% generalmente viene scartato, andando a finire negli impianti di incenerimento oppure in discarica. Con il nostro impianto, invece, grazie all’innovazione e alla tecnologia si è riusciti a riutilizzare questo materiale, che diversamente non verrebbe valorizzato, attraverso la produzione del polimero Bluair, unico in Italia per tipologia e tecnologia. Questo processo consente di trasformare il rifiuto in una materia prima seconda che permette al ciclo dell’acciaio una rigenerazione green, evitando l’utilizzo del carbone. Questo impianto per noi rappresenta l’avanguardia ed è un presidio importantissimo nel campo dell’economia circolare” dichiara Renato Boero, presidente del Gruppo Iren.

Per le acciaierie l’utilizzo di Bluair in sostituzione del carbone rappresenta un doppio vantaggio, economico e ambientale. Sostituirlo al carbone infatti si traduce da un lato in minori costi d’approvvigionamento e dall’altro in un taglio della CO2 emessa di oltre il 30%. Un esempio virtuoso di innovazione tecnologica che risponde a due delle principali sfide a cui l’Italia è chiamata: riciclo e decarbonizzazione. “Con questo impianto vince l’Italia perché è il simbolo dell’economia circolare, è il simbolo di una transizione ecologica che va fatta non nell’immediato, ma accompagnando le imprese e le attività produttive a una graduale riconversione. Questa materia prima seconda serve ad abbattere le emissioni soprattutto di quegli impianti ‘hard to abate’, cioè con emissioni di CO2 più difficili da ridurre. Dobbiamo fare la transizione ecologica con la tecnologia, frutto di innovazioni, ricerche e investimenti da parte dei privati. Questo è il modo giusto di lavorare e di guardare al vero sviluppo sostenibile” afferma l’On. Vannia Gava, Sottosegretario di Stato per la Transizione Ecologica.

L’impianto di San Giorgio di Nogaro si estende per una superficie di 40mila mq ed è in grado di selezionare 115mila tonnellate l’anno di rifiuti plastici con una produzione media annua di Bluair pari a 70mila tonnellate. Sono 12 i milioni di euro investiti per il rinnovamento dell’impianto, cui si aggiungeranno nel prossimo futuro altri 9 milioni per un ulteriore ampliamento previsto nel 2022. In totale 21 milioni, da investire in una strategia vincente, già adottata in via sperimentale dalle principali acciaierie italiane e da mettere a sistema per puntare a un futuro sempre più sostenibile e circolare. “I.Blu è un esempio di economia completamente circolare. Per ogni tonnellata di materia prima seconda ottenuta si riducono le emissioni di CO2 di una tonnellata nella produzione dell’acciaio. Bluair rappresenta una storia di successo nata da un brevetto italiano che trova applicazione, capitali e managerialità per imporsi su scala industriale nel Paese. Questo impianto dà una risposta alla domanda crescente di un prodotto che riteniamo possa sostituire progressivamente al 100% il carbone utilizzato nella produzione dell’acciaio” spiega Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato e direttore generale.

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