Nuovi sistemi per trasformare i rifiuti in risorse e collaborazioni con aziende pubbliche e private per migliorare i propri cicli produttivi in tal senso. Ecco le principali attività svolte al CIRI Energia e Ambiente di Rimini, il Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale dell’Università di Bologna la cui mission è sviluppare e trasferire tecnologie e metodi innovativi per il controllo della qualità ambientale e per la gestione delle risorse naturali sul territorio locale e non solo.
Il centro fa parte della “Rete ad alta tecnologia della Regione Emilia-Romagna” ed è attivo fin dal 2010. Con l’inaugurazione del Tecnopolo riminese lo scorso primo marzo, negli spazi dell’ex macello comunale i 55 ricercatori, docenti e dottorandi che ne fanno parte hanno finalmente una nuova sede dove lavorare in sinergia con gli altri Ciri sparsi per il territorio emiliano-romagnolo, sette in tutto e attivi in diversi settori. Quello dedicato all’ambiente, di cui fa parte anche l’unità operativa Ecodesign Industriale, è senza dubbio tra i più importanti. Non a caso al Ciri di Rimini si rivolgono sempre più aziende che hanno bisogno di valutazioni preliminari sui propri cicli produttivi.
Ogni anno vengono svolte diverse consulenze e numerosi progetti finanziati tramite bandi di ogni livello e borse di studio anche europee. Le attività portate avanti consentono inoltre ai ricercatori di trovare sbocchi lavorativi concreti. Uno degli ultimi ha riguardato il trattamento dei veicoli a fine vita ed è stato portato avanti da un ricercatore che in seguito è stato assunto dall’azienda che si è avvalsa della collaborazione del Ciri. Le richieste di collaborazione arrivano di continuo, a dimostrazione dell’attenzione sempre più diffusa verso i temi approfonditi dal polo riminese non senza difficoltà.