Campania, Bonavitacola: “Sui rifiuti l’Ue ha capito che stiamo facendo sul serio”

di Luigi Palumbo 04/05/2022

L’assessore all’ambiente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola fa il punto sul contenzioso con l’Europa in materia di rifiuti, dopo la riduzione della sanzione. “Abbiamo iniziato a fare seriamente”, dice. Ma il percorso è ancora lungo

“La Commissione Europea ha visto che abbiamo iniziato a fare seriamente. Ha visto che non mandavamo a Bruxelles pacchi di progetti cartacei, che non servono a niente, ma fotografie. Fotografie di cose fatte”. E per questo, rimarca l’assessore all’ambiente e vice presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, “ci ha tolto un terzo della sanzione” che dal 2015 costa ai contribuenti campani la bellezza di 120mila euro al giorno. E che, dallo scorso giugno ne costa solo, si fa per dire, 80mila. “In particolare – spiega Bonavitacola a Ricicla.tv – hanno apprezzato la messa in funzione dell’impianto di Caivano per il trattamento delle ecoballe”. Che è partito proprio lo scorso 14 giugno e che a febbraio risultava aver trattato già 20mila tonnellate di balle, trasformate in combustibile solido secondario da avviare a impianti di recupero energetico fuori regione.

Certo, le monumentali piramidi di rifiuti imballati sono ancora quasi tutte lì dov’erano state parcheggiate nei vent’anni dell’emergenza rifiuti. Sul terreno ne restano circa 3 milioni di tonnellate (un milione nel frattempo è stato spedito all’estero, non senza difficoltà), ma le soluzioni messe in campo da Palazzo Santa Lucia hanno già conquistato la fiducia di Bruxelles. L’impianto di Caivano, gestito dalla multiutility A2A, tratterà 400mila tonnellate all’anno almeno per tre anni (fino al 2024), con una opzione per ulteriori tre anni che porterebbe tra 2026 e 2027 a 2,4 milioni le tonnellate complessivamente lavorate. Un impianto gemello, che dovrebbe entrare in funzione a Giugliano entro quest’estate, tratterà altre 400mila tonnellate l’anno, con facoltà di rinnovo del contratto per altre 400mila. “Stiamo compiendo passi importanti per lasciarci alle spalle una stagione di nodi irrisolti, che hanno determinato note emergenze – dice Bonavitacola – e un danno di immagine abbastanza grave per la nostra regione”.

Se tutto va bene, insomma, tra cinque anni le ecoballe saranno solo un ricordo. Questo però non basterà a chiudere il contenzioso con l’Europa. Nel 2015 una sentenza della Corte Ue aveva infatti condannato la Campania al pagamento di una sanzione forfettaria da 20 milioni di euro per la mancata chiusura del ciclo rifiuti, più 120mila euro di sanzione per ogni giorno di ritardo nella costruzione degli impianti necessari a garantire il corretto trattamento del pattume ordinario e delle ecoballe. L’ammontare complessivo della sanzione quotidiana era stato calcolato sommando 40mila euro per ogni categoria di impianto da realizzare, quindi discariche, termovalorizzatori e impianti di compostaggio. L’attivazione dell’impianto di Caivano, secondo la Commissione Europea, soddisfa solo un terzo del fabbisogno residuo di trattamento, visto che una fetta importante dei rifiuti prodotti quotidianamente dai cittadini campani continua a finire fuori regione o all’estero per mancanza di impianti.

“Uno dei temi è quello dell’indifferenziato – spiega Bonavitacola – che ha una componente di umido e una di secco, più o meno equivalenti. Abbiamo un deficit di 100mila tonnellate l’anno di frazione secca tritovagliata”, che non possono essere assorbite dall’inceneritore di Acerra, che pure ne brucia circa 700mila l’anno, e che finiscono quasi tutte all’estero, “e poi c’è il problema della parte umida – dice – che è una brutta bestia“. Perché non può essere trattata per produrre compost o biogas, né tanto meno incenerita. E quindi oggi viene smaltita in discarica. Ma in Campania non ce ne sono e perciò finisce tutto in altre regioni, dalla Lombardia alla Puglia. L’idea, spiega Bonavitacola, è quella di rendere “un po’ più intelligenti” i sette impianti di tritovagliatura attivi in regione, che oggi si limitano solo a separare l’indifferenziato in secco e umido e che, nel prossimo futuro, saranno ‘revampizzati’, cioè messi in condizione di selezionare dai rifiuti le frazioni ancora recuperabili come plastica, vetro o alluminio. L’obiettivo è ridurre di almeno 100mila tonnellate il secco da smaltire. “Così facendo – dice l’assessore – rendiamo sufficiente l’impianto di Acerra”. La parte umida, invece, “sarà biostabilizzata – spiega – e utilizzata per la ricomposizione ambientale di discariche esaurite o di cave dismesse”.

Ma il vero anello mancante del ciclo regionale resta quello degli impianti di compostaggio e digestione anaerobica per il trattamento dell’organico. “La raccolta differenziata non fa sparire i rifiuti – spiega l’assessore – tuttora portiamo fuori regione quantitativi enormi di organico a prezzi esorbitanti”. Secondo Ispra, nel 2020 ne sono state spedite in altre regioni più di 400mila tonnellate. “Siamo impegnati anche su questo fronte”, garantisce Bonavitacola, ma di “fotografie delle cose fatte” da inviare a Bruxelles per chiedere una ulteriore riduzione delle sanzioni, a differenza di quanto sta accadendo per le ecoballe, ancora non se ne possono scattare. Il piano da 230 milioni di euro per la costruzione di 15 impianti, lanciato nel 2017 dalla Regione, avanza infatti a passo lentissimo, frenato dalla burocrazia e, in non pochi casi, dall’opposizione della politica e delle comunità locali. “Le scelte della politica – spiega – sono influenzate dall’opinione pubblica. Se questa è condizionata dalla cattiva informazione si crea un circolo vizioso, un corto circuito mortale. Serve mettere in fila i fatti in modo corretto“. Anche per questo la Regione Campania sarà partner del Green Med Symposium, in programma a Napoli dall’8 al 10 giugno prossimi. “Un’iniziativa alla quale teniamo molto, non solo perché ci darà modo di dare conto di ciò che facciamo – spiega Bonavitacola – ma anche per convincere la comunità che siamo sulla strada giusta, contrastando disinformazione e resistenze immotivate. Il Green Med Symposium darà al dibattito un contributo di conoscenza, che è fondamentale”.

3 commenti su "Campania, Bonavitacola: “Sui rifiuti l’Ue ha capito che stiamo facendo sul serio”"

  1. umberto.scalo ha detto:

    grande impegno dell’ing Di Falco Antonio.BrAVO

  2. lucio coscia ha detto:

    un terzo dei rifiuti prodotti è frazione organica
    la campania produce una media procapite all’anno complessiva per tutte le frazioni di circa 350 kilogrammi.
    ha la necessità di realizzare una rete impiantistica per il trattamento e la valorizzazione della frazione umida per complessivi 700mila tonnellate (piano rifiuti reg. campania 2016).
    Oggi non copriamo nemmeno la metà tra impianti pubblici e privati.
    Bisogna accelerare per non perdere la grande occasione dei fondi Pnnr e nel contempo informare i cittadini sulla destinazione finale della frazione umida (compost e biometano ad esempio).
    Nei giorni scorsi in puglia a Modugno (prov. di bari) è entrato a regime il primo biodigestore regionale che ha la capacità di trattare 100mila tonnellate all’anno di rifiuto organico producendo compost per l’agricoltura e biogas che immette direttamente nella rete.
    Lo scopo dell’informazione dettagliata e capillare serve a superare tutta l’ignoranza che c’è sulla materia che è causata dalla disinformazione del cittadino.
    i rifiuti organici che per noi oggi sono costi che paghiamo direttamente con la tassa appesantita anche dal trasferimento in altre regione della frazione organica, possono diventare così profitti, rispetto per l’ambiente e risparmio per il cittadino sulla tassa.

  3. Gianluca Di lena ha detto:

    Quando partirà la gara per appaltare i lavori di costruzione del sito anaerobico di compostaggio ad Afragola?

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