Ecco InvestEu, il fondo da 26 miliardi che garantirà la sostenibilità degli investimenti

di Mauro Delle Fratte 10/03/2021

Un fondo da più di 25 miliardi per garantire che gli investimenti necessari a rilanciare l’economia dell’Unione europea, segnata dai colpi della crisi pandemica, seguano la direzione di uno sviluppo sostenibile, inclusivo e digitale. Ha ottenuto il via libera del Parlamento europeo, e si prepara ad incassare l’ok definitivo del Consiglio, InvestEu, il programma di garanzie finanziarie contenuto nel pacchetto di ripresa Next Generation EU da 750 miliardi di euro, con l’obiettivo, scrive il Parlamento, “di promuovere investimenti strategici, sostenibili e innovativi oltre ad affrontare le difficoltà di liquidità del mercato, le situazioni di investimenti non ottimali e le carenze di investimenti in settori specifici”. Con una dotazione da 26 miliardi di euro accantonati come garanzia nel bilancio comunitario, secondo le stime dell’Ue InvestEU dovrebbe mobilitare 400 miliardi di euro da investire in tutta l’Unione nel periodo dal 2021 al 2027, permettendo “ai partner d’investimento di assumere rischi più elevati e di sostenere progetti a cui avrebbero altrimenti rinunciato”.

Tutti i progetti finanziati dovranno tener conto del principio del “non arrecare un danno significativo”, ovvero non influire negativamente sugli obiettivi ambientali e sociali dell’Ue. Il regolamento di InvestEu approvato martedì dagli eurodeputati ripartisce il fondo di garanzia su quattro obiettivi specifici: infrastrutture sostenibili (9,9 miliardi), ricerca, innovazione e digitalizzazione (6,6 miliardi di euro), PMI (6,9 miliardi di euro), investimenti sociali e competenze (2,8 miliardi di euro). Tutti i progetti di investimento saranno esaminati al fine di determinarne l’impatto ambientale, per garantire che almeno il 30% delle garanzie offerte da InvestEU sia diretto al raggiungimento degli obiettivi climatici europei fissati con il Green Deal: taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e neutralità climatica al 2050.

«Siamo riusciti a mettere InvestEU al centro di Next Generation EU – ha dichiarato Irene Tinagli, correlatrice della commissione per i problemi economici e monetari – dato che InvestEU ci aiuterà anche a riprenderci dalla pandemia, abbiamo creato sinergie con il Recovery and Resilience Facility, permettendo agli Stati membri di attuare parte dei loro piani di ripresa e resilienza attraverso InvestEU». Ma il vero punto di forza dello strumento sta nella sua versatilità, visto che i Paesi dell’Ue potranno assegnare risorse a InvestEU sia dai fondi che otterranno dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, partita che per l’Italia dovrebbe valere tra i 190 e i 200 miliardi di euro, che dal prossimo ciclo di fondi strutturali. Uno strumento «flessibile, permette agli Stati membri di pianificare l’uso dei loro fondi e non di esserne soltanto dei semplici fruitori finali», ha spiegato il correlatore del Parlamento europeo José Manuel Fernandes.

Insomma uno strumento in più per agevolare gli investimenti e orientarli nella direzione dello sviluppo sostenibile. Resta però l’annoso problema della progettazione e attuazione degli interventi, vero tallone d’Achille nel rapporto tra l’Italia e le risorse ordinarie e straordinarie messe a disposizione dall’Ue. Anche per questo lo scorso ottobre, nella cornice del Green Symposium 2020, è nato Eu-Bridge il primo team di esperti per il supporto nell’accesso ai fondi europei destinati alla green economy, con particolare attenzione alle regioni del Sud.

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