Un incremento del 38,5% negli ultimi 4 anni, un significativo aumento della rete dei luoghi di raccolta dove vengono conferiti, stoccati e avviati a trattamento, una crescente sensibilità al corretto trattamento di un tipo di rifiuto che, se non gestito secondo regola, può essere particolarmente impattante per l’ambiente.
Ancitel E&A, da 10 anni l’anello di congiunzione tra stakeholders, Istituzioni e Società di servizio, ha supportato l’impegno ad aumentare la rete dei luoghi di raccolta dove vengono conferiti o stoccati i rifiuti destinati al trattamento: a fine 2016 erano 5.283. Nella cornice di Ecomondo insieme al CDCNPA (Centro di coordinamento nazionale pile e accumulatori), la società a servizio dei Comuni, ha presentato alla stampa i risultati di un avviso pubblico al quale avevano risposto in tanti ma che ha visto solo 5 soggetti per altrettante categorie (selezionate sulla base della popolazione servita), aggiudicarsi il prezioso riconoscimento.
Materiale informativo e campagne di sensibilizzazione, oltre a giornate dedicate alla raccolta sul territorio assieme a cittadini e studenti, vanno a: Comune di Filadelfia, Fisciano Sviluppo, Tekneko Sistemi Ecologici, Metellia Servizi, Consorzio Ecologico Cuneese.
«Oggi abbiamo presentato i vincitori di un avviso pubblico che si sono distinti per idee progettuali maggiormente innovative e in grado di assicurare continuità al progetto di raccolta di pile esauste. – Ha spiegato l’ingegnere Sara De Angelis, di AEA – L’elemento di premialità è stato proprio il coinvolgimento degli studenti che, secondo Ancitel, rappresentano la chiave di lettura per un ambiente sempre più pulito e rispettato».
«Questo avviso è una delle iniziative che abbiamo messo in campo per incrementare la raccolta dal basso – ha detto l’ing. Luca Tepsich, della segreteria generale di CDCNPA – per ampliare e rendere capillare la rete di raccolta in tutto il Paese. Il messaggio che bisogna veicolare attraverso momenti come questo però – conclude – è che la durata media di un prodotto secondo l’Europa, è di tre anni. Mentre in realtà il mercato immette a consumo prodotti che hanno una durata di vita media di 7 anni. È su questo dato che bisognerebbe ritarare le stime della raccolta e avvio a recupero di pile e accumulatori. Un dato di cui beneficia soprattutto l’ambiente».